Il labirinto del fauno: l’attesissimo libro di Cornelia Funke

Il 15 ottobre, Mondadori ha pubblicato il libro Il labirinto del fauno, in cui Cornelia Funke (autrice de Il re dei ladri e della Trilogia del mondo di inchiostro) ha ampliato l’immaginario di Guillermo del Toro attraverso dieci storie. Dieci racconti che formano una sorta di mitologia alla base dell’acclamatissimo film del 2006. In occasione di questa uscita, durante il Lucca Comics & Games, è stato possibile dialogare con Cornelia Funke in diretta video. A intervistarla la scrittrice italiana Licia Troisi

Allora, io volevo chiedere a Cornelia come è nata l’idea di questo libro o come è venuta a Guillermo  

Sicuramente l’idea è nata da Guillermo. Mi ha chiamata e mi ha detto “ti chiederei di trasformare il mio film in un’opera letteraria” e visto che questo è il mio film fantasy preferito la possibilità mi è parsa subito molto allettante. 

Quindi volevo chiederti che tipo di emozioni ti ha suscitato il film, che già conoscevi prima?  

Il labirinto del fauno mostra tutto ciò che il genere fantasy può fare. Mostra la nostra realtà molto di più di quanto farebbe una storia realistica. Mostra quanto è fantastica la nostra esistenza. 

A me piace anche l’atmosfera, molto collegata  alle favole, ma anche all’orrore. C’è questo aspetto che noi tendiamo molto a dimenticare, perché pensiamo alla favola solo per il suo lato buono, fantastico, ma i mostri sono fondamentali all’interno della favola. 

Esatto. Il terrore esiste nella nostra vita e le fiabe ce lo mostrano. 

Come è stata la tua interazione con Guillermo? 

Lui mi disse “gioca pure con la storia” e io risposi “No!” perché per me quella storia è sacra. E lui c’è rimasto molto male. Ha messo il broncio come un bambino. 

Quindi tu hai scritto solo dieci storie? 

Sì, sono state aggiunti dieci racconti alla narrazione della storia.

labirinto fauno

Una cosa che mi diverte è che in genere c’è il percorso opposto: si parte dal libro e si fa il film. È stato difficile fare il contrario? 

Sono stata sorpresa, ma non lo è stato per niente, la parole sono uscite spontaneamente, senza sforzo. 

Un’altra cose molto forte del labirinto del fauno è l’aspetto visivo, che è un elemento sempre molto importante nei film di Guillermo. Tu sei anche illustratrice, quindi mi stavo chiedendo: questo ti ha aiutato nella trasposizione? 

Mi ha aiutato molto perché ho dovuto trasformare le immagini senza parole in parole. Quindi Sì, è stato utile.

Non è stato strano agganciarsi all’immaginario di un’altra persona? 

In realtà è stato come partire dalla mia stessa immaginazione, perché pensavamo nella stessa maniera. Quindi si è creato proprio un immaginario condiviso. 

Qual è stato il personaggio che hai amato maggiormente mettere su carta? 

Mercedes, la cameriera 

Perché?  

Guillermo del Toro riesce a creare delle donne stupende nei suoi film. E proprio con lei è riuscito a creare un personaggio che ha trovato il coraggio di affrontare le proprie paure. È un personaggio estremamente forte. 

L’ultima domanda è una curiosità personale. Io sono un astrofisico e ho scoperto che da bambina volevi diventare un’astronauta. Ami ancora le stelle? Ti piacerebbe raggiungerle un giorno? 

Amo le stelle, ma preferisco stare a guardarle qua dalla Terra, amo il posto dove siamo. 

Sara Zarro
Non sono mai stata brava con le presentazioni, di solito mi limito a elencare una serie di assurdità finché il mio interlocutore non ne ha abbastanza: il mio animale preferito è l’ippopotamo; se potessi incontrare un personaggio letterario a mia scelta questi sarebbe senz’altro Capitan Uncino; ho un’ossessione per la Scozia, l’accento scozzese e i kilt, derivata probabilmente da una infatuazione infantile per il principe della collina di Candy Candy; non ho mai visto Harry Potter e i doni della morte per paura di dover chiudere per sempre il capitolo della mia vita legato alla saga… Ah, ho anche un pony.