“Vendetta, il boccone più dolce che sia mai stato cucinato all’inferno.” (Walter Scott)

La vendetta è sempre stato un sentimento caro ai giapponesi. Ben celato, certo, ma onnipresente in moltissimi manga, anime e videogiochi nipponici. L’uso di questo sentimento per narrare una storia, di solito tende a far risaltare personaggi cupi e perennemente ossessionati da un desiderio il più delle volte proibito. Anche in questo Disgaea 5: Alliance of Vengeance, la vendetta è il leitmotiv su cui ruota la vicenda.

Tutti i nostri personaggi bramano infatti una tremenda vendetta contro l’Imperatore Dark Void, oscuro leader dell’esercito denominato Lost, che inesorabilmente sta conquistando tutto il Netherworld. La storia si dipana dunque tra questo spietato desiderio di vendetta e un forte sentimento di riconquista, approfondendo, battaglia dopo battaglia, anche il passato dei protagonisti.

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Come è saltato in testa a Nippon Ichi di inserire un tema così profondo e marcato in una serie da sempre “leggera” come quella di Disgaea? Beh, in realtà corruzione e male puro avevano già fatto la loro comparsa in altri capitoli precedenti, ma stavolta la parola Vendetta è impressa non solo a chiare lettere nel titolo del gioco, ma soprattutto nel cuore pulsante e infuocato della storia.

La vicenda parte con Killia, un demone solitario desideroso di vendicarsi anch’esso dell’imperatore Dark Void, mefitico e malefico essere che sta schiavizzando tutti gli Overlord del Netherworld che osano fronteggiarlo. Durante una battaglia Killia salva la capricciosa principessa Seraphine dalle grinfie dei Lost, ma cosa buffa, lei lo ringrazia trattandolo da subito come un suo fido servitore. Come molti altri personaggi di Disgaea 5, anche Seraphine sta cercando di interporre più chilometri possibili tra lei e l’Imperatore, soprattutto perché suo padre l’ha promessa sposa a quest’ultimo. Con l’avanzare dei capitoli, altri personaggi come Christo, Red Magnus, Zeroken o Usalia si andranno ad unire al gruppo, ognuno ovviamente desideroso di conseguire la propria agognata vendetta.

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La trama della serie Disgaea non si è mai distinta per la sua eccessiva profondità o per grandi colpi di scena, tranne qualche rara eccezione; Nippon Ichi però ha sempre inserito un tocco di sano umorismo nelle sue opere, creando un mix di personaggi estroversi e carismatici, in grado di intrattenere il pubblico e al tempo stesso di appassionare i giocatori.

Stavolta Disgaea 5 cerca di espandere i limiti del franchise per adattarsi alle esigenze di una piattaforma come la PlayStation 4, e si percepisce subito questa intenzione di voler maturare sul lato narrativo: come detto prima, il tema della vendetta diventa l’asse portante e si percepisce un tono più adulto anche nei dialoghi.

Intendiamoci però, lo humor caratteristico della serie è rimasto, ma sembra più “diluito”. La storia assume toni leggermente più seri e presenta alcune parti “meno ispirate”, rispetto ad esempio alle scenette buffe presentate dai protagonisti dei capitoli precedenti come Laharl e Valvatorez, che avevano sì una missione ben precisa da portare a termine, ma che comunque trovavano sempre il tempo per fare battute o per cacciarsi in situazioni equivoche e divertenti. In questo quinto capitolo il feeling è quello di aver voluto forzare troppo la mano su un tono formale, cosa a cui i fan della serie sono certo poco abituati.

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Il gruppo di eroi non è esente purtroppo dai soliti cliché: chi ha seguito fedelmente la serie riconoscerà a colpo sicuro il ruolo di ogni personaggio all’interno della storia, e non serve nemmeno una laurea in psicologia per intuire i segreti celati da alcuni personaggi.

Il fatto è che si sono impegnati così tanto per cercare di dare profondità a questi protagonisti che gran parte del carisma di ognuno si perde strada facendo, sacrificato sull’altare della trama principale. Un dettaglio che rovina in parte la vicenda narrativa del gioco.

Il fattore Humor comunque si nota soprattutto nel nuovo sistema di Skit, ossia delle brevi conversazioni tra i vari personaggi, caratteristica copiata pari pari dalla serie Tales Of, dove i vari protagonisti si scambiavano in maniera piuttosto assidua frasi con botta e risposta, tra battute e siparietti divertenti. NIS qui però differisce da Bandai Namco proponendo uno humor molto più “nero” e sarcastico, basato su doppi sensi e giochi di parole.

La strategia è una questione di violenza

Il sistema di combattimento, vero cuore pulsante del gioco, segue la classica formula del gioco di ruolo strategico a turni su scenari divisi in griglie. Disgaea ha saputo rinnovarsi, anno dopo anno, offrendo in ogni capitolo sempre più migliorie, cercando di mantenere uno stile di gioco fresco e divertente; anche se questo sistema ha più di dieci anni sulle spalle, ora come ora rappresenta il miglior archetipo di gioco di ruolo strategico dell’industria giapponese.

Come ogni capitolo, questo Disgaea ha aggiunto nuove caratteristiche al gameplay, con piccole ma sostanziali modifiche per regolare la difficoltà e lo sviluppo di armi, incantesimi e personaggi.

Uno dei cambiamenti più significativi è l’introduzione del Revenge System e della barra Vendetta che si riempie ad ogni danno subito e ad ogni morte di un membro del team: una volta arrivata al massimo il personaggio entra in uno stato di vendetta mistica, che gli consente di piazzare colpi critici a raffica, usare tutte le sue abilità al solo costo di 1 SP e di ammortizzare i danni subiti del 25%. Se l’unità in questione è un Overlord poi, potrà usare un’abilità unica alquanto overpowered: Seraphine ad esempio può far innamorare gli avversari facendoli attaccare tra loro, Red Magnus invece potrà aumentare sia la sua forza che le sue dimensioni; ma attenzione, anche i nemici potranno godere dello stesso trattamento.

Entrano in scena anche un nuovo tipo di attacchi, quelli combinati: quando due personaggi, a partire da un determinato punto del gioco, si trovano in due caselle adiacenti, possono unire i loro attacchi per crearne uno molto più devastante e anche visivamente spettacolare.

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Stavolta poi, i Netherworld saranno multipli e non cambierà soltanto lo scenario grafico o la palette di colori: NIS ha infatti introdotto una meccanica basata sulle caratteristiche geografiche di ogni mondo, con conseguenti cambiamenti alle varie strategie di attacco: esistono infatti scenari con acqua avvelenata, altri dove crescono funghi che danno “strani” effetti o addirittura micro climi diversi che metteranno a dura prova le resistenze dei vari personaggi. I capitoli precedenti peccavano di una scarsa interazione con i fondali di gioco (esclusi i geo panel), e ora questa novità può rendere sempre vario e poco scontato l’esito di una battaglia.

Anche noi però avremo un nostro Pocket Netherworld personale da modificare a piacimento con elementi presi da altri mondi: tramite un comodo menù infatti si potrà abbellire la nostra “dimora” con trovate anche simpatiche, come quella di poter evocare i suoi elementi nei combattimenti. Queste modifiche estetiche non si limitano alla parte esteriore, anche gli interni potranno essere customizzati con elementi e personaggi vari. Non è una cosa necessaria ma è bello sapere di poterlo fare, anche per staccare un po’ la spina dalle frequenti battaglie.

Un ritorno più che gradito da Disgaea 3 è quello delle Squad, ossia la possibilità di gruppare alcuni personaggi specifici insieme per guadagnare determinati bonus o abilità: esistono ovviamente vari tipi di squadre, ciascuna con gli effetti più disparati: una squadra potrà curare tutti i personaggi, in un’altra gli eroi cresceranno di dimensioni e di forza per periodi di tempo limitati, in un’altra ancora si potranno preparare deliziosi piatti a base di curry, in grado di donare vari effetti benefici.

Tra le novità, apparirà tra le opzioni della base anche un sistema di Investigazioni del Netherworld, una squadra cioè di personaggi che avrà il compito di investigare nei vari mondi. In ogni viaggio, tramite una serie di testi a schermo, si potrà scoprire se il team ha trovato oggetti particolari, sconfitto nemici o assistito ad eventi specifici. Lo scopo? Riuscire a impossessarsi di determinati oggetti da usare nelle missioni secondarie.

Ci sono missioni secondarie?! Assolutamente sì! Tra le tante: uccidere nemici particolari, far salire di livello una classe specifica o anche recuperare un oggetti moto rari. Questo nuovo sistema di missioni permetterà di sbloccare nuove classi, ottenere degli Overlord esclusivi e abilità molto più potenti rispetto a quelle normali. Questa aggiunta si rivela ottima se usata in sincrono con l’Assemblea per ottenere determinati benefici e, se utilizzata in modo giusto, può rendere più facile e meno frustrante l’avanzamento nel gioco; parlando specificatamente dell’Assemblea (corrompere i senatori, che ricordi..) ora i vari personaggi potranno salire di livello anche senza passare da questa, ad esempio una Valchiria potrà diventare una Lady Fighter senza sprecare prezioso Mana, e non solo, pagare una certa quantità di HL (la valuta di denaro nel gioco) permetterà ugualmente di salire di livello risparmiando tempo prezioso.

Altra innovazione molto cool è la presenza nel Netherworld di un carcere privato dove potranno essere sbattuti i nemici catturati nelle battaglie o che si sono arresi spontaneamente. Un personaggio addirittura potrà essere adibito a carceriere/torturatore per estorcere oggetti rari o arruolare prigionieri tra le nostre fila, sia come soldato che come Npc. Non mancano nemmeno il mitico Item World, l’Innocent Shop e un rinnovato Chara World dove allenare e far progredire le skill del nostro team da battaglia, il sistema ricorda un po’ i giochi da tavolo classici, si tirano dei dadi e si avanza su varie caselle fino all’arrivo, alcune di queste caselle nascondono però dei nemici, altre magari dei bonus o dei malus. Insomma, il bello di Disgaea è anche questo: poter customizzare al massimo la propria squadra di demoni, aggiungendo una miriade di abilità ed equipaggiamenti, livellando tutto all’inverosimile.

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Queste sono solo alcune delle più importanti novità introdotte nel gioco, ma ci sono anche altri cambiamenti di minore importanza che i giocatori più esperti sicuramente apprezzeranno, sia in termini di evoluzione dei personaggi ( due armi equipaggiabili finalmente!) sia nell’uso del Magichange dove poter trasformare i mostri stessi in pericolose e letali armi.

Disgaea 5 è senza dubbio il capitolo del franchising più completo e pulito a livello di giocabilità, con moltissime cose da sviluppare e creare, senza mai esagerare. Direi che in 35/40 ore di gioco si può arrivare a vedere il finale, discorso diverso se si vuole esplorare e completare tutte le attività extra, da lì arrivare a 100 e passa ore è un attimo.

Grafica e Sonoro come Inferno e Paradiso

Alliance of Vengeance sfoggia un livello grafico buono, come è giusto che sia. I personaggi, seppur bidimensionali, presentano sprites grossi e dettagliati e nelle finestre di dialogo un character design delizioso; anche gli stessi scenari di gioco sono di una nitidezza disarmante e la palette di colori utilizzata restituisce quel look cartoonesco che ben si adatta allo stile di gioco. Ma c’è un però. Il passaggio su PlayStation 4 è servito sì a rendere l’esperienza di gioco molto più fluida durante i combattimenti (Disgaea D2 su PS3 e Disgaea 4 su Vita soffrivano di qualche rallentamento grafico) ma è anche vero che la grandezza degli scenari isometrici è rimasta praticamente la stessa dei capitoli precedenti così come la loro varietà; gli incantesimi inoltre, non hanno purtroppo giovato della nuova potenza grafica offerta dalla macchina Sony, potevano essere molto, molto più spettacolari. Le animazioni dei personaggi risultano scarne e purtroppo questa è una fastidiosa eredità. Insomma, se parliamo di grafica, Nippon Ichi non si è data certo da fare per spremere fuori il massimo.

Dal punto di vista sonoro la situazione migliora e di molto: l’aggettivo più consono per una colonna sonora del genere è “pazza”, con brani che vanno dalla musica classica a tema lugubre fino a ballate più allegre e scanzonate. Il compositore Tenpei Sato ci ha dato veramente giù proponendo anche pezzi rock molto potenti che ben si adattano ad alcune emozionanti battaglie presenti nelle fasi di gioco più avanzate. Anche il main theme che farà da colonna sonora al nostro Netherworld è un’autentica delizia; da segnalare inoltre la presenza del Dual Audio per godere dell’originale doppiaggio in giapponese, se seguite molti anime riconoscerete sicuramente tra le altre, le voci di personaggi famosi come Light di Death Note e Simon di Gurren Lagann.

Questo Disgaea 5: Alliance of Vengeance insomma, rappresenta a mio avviso un grande salto in avanti per il franchising della serie. Questa prima incursione su PlayStation 4 ha dalla sua un sistema di combattimento eccezionale, profondo e divertente; le aggiunte e le migliorie sono parecchie, e anche la storia, leggermente più cupa rispetto ai capitoli precedenti, non vi lascerà insoddisfatti. Certo, questo capitolo non passerà alla storia per la presenza dei personaggi più carismatici e avvincenti di sempre, ma riuscirà comunque ad appassionare gli amanti dei giochi di ruolo strategici e a far divertire anche chi si vuole avvicinare a questo particolare genere. Niubbi alle prime armi, non disperate: i tutorial iniziali vi prenderanno per mano e vi condurranno attraverso tutte le meccaniche di gioco.

L’online è più che altro accessorio: streammando la propria partita online si possono ottenere punti esperienza in più e nel caso di commenti, anche qualche oggetto; in più si possono invitare degli amici a visitare il proprio Pocket Netherworld per vantarsi/bullarsi del proprio gusto di arredo e poco altro.