A volte fa bene spolverare la Wii

Alzarsi così la mattina fa venire il mal di testa. Metteteci anche il freddo di questo inverno rigido, il risveglio ha quasi il sapore di un hangover. Di chi ha passato la notte in piedi a sballarsi e divertirsi. Noi no, la nostra “notte da leoni” ce l’ha offerta Nintendo, con il suo stile nippo-formale da chi comunica solo attraverso proclami aziendali. Non ve lo nego: a me i Direct non sono mai piaciuti, mi danno quell’idea da 1984, da “direttor. dott. ing. gran. ladr. di gran. croc. pezz. di merd.” della Megaditta, che parla ai dipendenti in sala mensa e mai di persona, più spesso per schermi tv o altoparlanti strategicamente posizionati. Sarà che i giornalisti hanno i batteri, o che siamo noi (ma proprio noi di Stay Nerd) stronzi e non ci invita mai nessuno. Fatto sta che “altoparlante strategicamente posizionato” è la frase migliore che trovo per descrivere un Nintendo Direct. Ma sto divagando.

https://www.youtube.com/watch?v=Ntzz8O7SpWs

L’hangover comunque c’è, e stamattina si chiama Nintendo Switch, presentato in via definitiva attraverso un evento online che aveva il sapore di un lungo e dilatatissimo “altoparlante strategicamente posizionato”. Il ritmo della presentazione è stato, al solito, altalenante il che unito all’orario improbabile (le 5 del mattino da noi) ha reso il tutto un po’ pesante e ovattato. Ma diamo atto a Nintendo di una cosa: i contenuti ci sono stati. Controversi ma ci sono stati. La cosa che salta all’occhio è la “difference”, la benedetta “Nintendo difference” che è poi il fulcro della compagnia sin dalla sua fondazione. Ogni società ha la sua difference, il suo marchio di fabbrica che la orienta verso una schiera, piuttosto che un’altra del settore a cui fa riferimento, e Nintendo ha da sempre la sua, agli antipodi delle scelte più ovvie del mercato.

Si tratta di una mentalità coraggiosa, che non verte verso le vendite facili, ma che punta a dare ai propri prodotti un’identità precisa, uno stile, ed anche una buona capacità di fascinazione per il pubblico. Intendiamoci: non che gli altri non lo facciano, semplicemente per Nintendo questo paradigma è tutto, e quando un prodotto non ha davvero la difference, e ciò è palese dal modo in cui la stessa Nintendo ne parla, allora il prodotto precipita, come brillantemente dimostrato da quella Waterloo che è stata Wii U. Switch no, sembra avere le idee un pochino più chiare, anche se ad ora è più una questione di eccitazione che di sostanza. Perché ad essere onesti nessuno si porta il tablet in metro per giocare, figurarsi una cosa (presumibilmente fragile) come Nintendo Switch. Eppure non direi che siamo tutti vittime di un hype forsennato, ma forse in fin dei conti è così.

Lo dico perché ci sono mille e più cose che mi fanno tenere l’attenzione alta, e che si contrappongono a quello che è il mood – generalmente positivista – che sta investendo la rete in queste calde, caldissime ore di news. Prima di darmi dell’hater perché magari siete troppo scemi per capire siamo onesti: la console mi piace, la comprerò e credo che Zelda sia una figata. Però essendo qui per voi per fare il mio mestiere lasciate che guardi oltre la mentalità del fan medio.

La prima e fondamentale problematica, per me, è la lineup. Nella misura in cui ho perso ogni fiducia verso Nintendo e le sue strategie verso il pubblico. E badate: Nintendo lo sa. Lo sa che buona parte del pubblico non si fida dei suoi proclami in termini di giochi, uscite e terze parti. Proprio le terze parti sono il problema principale, e sebbene la lineup del lancio fiocchi di titoli e sorprese (e ammetto che due su tutti, No More Heroes, quello vero, fatto ancora una volta da Suda51, e Fire Emblem, hanno stuzzicato la mia attenzione), ho idea che la proposta sia un po’ fiacca e punti PALESEMENTE ai soliti noti. Mario e Zelda. Che poi è OVVIO che tutti vogliamo Mario e Zelda, anzi proprio quest’ultimo si è presentato in modo a dir poco pauroso! Ma se vogliamo tirare davvero le somme, dobbiamo ammettere con noi stessi che si tratta degli stessi brand da oltre 20 anni, e che quello dell’hype per i suddetti è un trucco con cui Nintendo ormai ha fottuto generazioni e generazioni di fan. Volete dire il contrario? Fatelo, ma tanto lo so che state ancora giocando a Pokémon, per cui…

Se mi conoscete saprete la mia scarsa propensione alla presa in giro per cui, hype a parte (ripeto: giustificatissimo) mi scuserete se acquistando una nuova console vorrei ci fosse sopra qualcosa in più. Soprattutto: vorrei che se si parla di rivoluzione (che magari non sarà, ma diciamo che Nintendo è “propensa a”), allora ci siano anche degli alleati che in questa rivoluzione ci credono. Perché altrimenti amici miei, siamo dalle parti di Zombi U e poco più. Aka: “prontuario Nintendo su come si perde il supporto delle terze parti”

Dando pure per buono che per ora ci basti, le mie preoccupazioni sono sul medio/lungo termine e su come Nintendo applicherà la sua strategia “di differenza” verso i titoli terze parti. Detta semplicemente: giocheremo realmente su Switch qualcosa che non sarebbe possibile giocare su Wii U o, visto il ritorno del motion controller, su Wii? Perché parlare di hardware con Nintendo è superfluo, e onestamente chi si aspetta qualcosa di diverso dalle performance di uno Nvidia Shield (giusto per citare qualcosa di vagamente accostabile sotto il profilo tecnico) allora o non sa come lavora Nintendo, o è semplicemente troppo scemo per calcare questa Terra. Nintendo se ne strafrega delle caratteristiche hardware. Nintendo è Nintendo e va sempre e comunque in controtendenza, non perché deve, ma perché è agli antipodi del mercato che si colloca il suo pensiero di business.

Ma chiarito ciò: che diamine farà di veramente figo questa Switch? Non è dato saperlo. Sappiamo, per certo, che potremo portarcela in giro, facendo durare la batteria poco, molto poco (troppo poco: appena 3 ore se si gioca a Zelda… pfffff) ma per il resto il piatto langue ed è evidente che chi deciderà di acquistarla subito lo farà per un immenso atto di amore e fiducia. Non ci vedo concretezza, ci vedo solo fascino e ambizione, ma dovessi scegliere di prenderla per motivi extra-lavorativi, credo che più intelligentemente aspetterei almeno la fine dell’anno quando, cioè, si potrà avere una lineup più concreta e, si spera, meglio definita rispetto alla marea di cagatine atte a riempire il vuoto che si potrebbe (come no) creare attorno alle caratteristiche sociali che la console pretende di avere. E quando anche così non fosse, ossia nel caso in cui non ci sarà altro rispetto a quanto visto oggi, allora signori avrò una prova che Nintendo non merita poi tutta questa fiducia. Ancora una volta Wii U docet.

E guardate che sono serio: giochilli di tutti i tipi, più buoni per far vedere agli amici che “io ho lo Switch” che effettivamente considerabili come giochi veri e propri. Avete comprato PS VR? Bene, avrete capito di che sto parlando.

Infine, Switch sarà la prima vera console “connessa” della casa di Kyoto. Lo dico rendendomi conto di quanto la frase sia ridicola nel 2017. Eppure a ben vedere non c’è altra spiegazione dietro l’annuncio di un servizio a pagamento con sottoscrizione mensile e annuale. Nintendo ha capito che non può esserci in casa una console che non sia connessa a internet ma che, soprattutto, non sia depositaria di un servizio online al passo con i tempi. Perché si, ok, scarichiamo le demo ma l’utente medio è ormai abituato a ben altro. Qui non si tratta di seguire o non seguire il trend, è come essere convinti ancora che la Terra sia piatta. Ben lieti che finalmente in Giappone se ne siano accorti, risulta quanto meno un mistero il perché a questo punto la console sia venduta con un HDD da 32 giga (cioè meno della SD che tengo nel portafogli). Segno evidente di una società che non ha dimestichezza di certi andazzi e che non sa che ormai tra patch e DLC certi giochi superano abbondantemente i 70 giga di installazione. Potere della cartuccia? Mistero, ma state pur certi che se l’HDD non vi bastasse, ve ne venderanno uno più grande al doppio del prezzo di uno normale.

E no, non parla l’hangover ma un minimo di cognizione di causa. Del prezzo neanche parlo, del resto avete speso 10 Euro di Mario Run, quindi ora pagate per Switch e semplicemente: muti.

https://www.youtube.com/watch?v=j7p47TOmicQ

E questo è quanto. Che resta allora di questa presentazione? Che resta oggi, dopo le prime ore di Nintendo Switch? Bonariamente direi: “un tiepido ottimismo”. Lo direi non per contraddire i toni più cinici di questo articolo, ma per quanto anzi detto in apertura. Switch ha la sua difference, e poiché a questo giro Nintendo ci crede, specie dopo la sola di Wii U, state pur certi che la società farà di tutto per posizionare Switch nei nostri salotti e per farci ricredere sul supporto farlocco ai servizi online, e soprattutto alle terze parti, che nell’ultima decade hanno animato la casa di Kyoto. La verità è che, per ora, credo in Switch perché è il segno più chiaro di un cambiamento, quanto meno di un “aggiornamento” di una testa nipponica che è stata sin troppo legata ad un vecchio modo di concepire il videogaming, non tanto in termini tecnici ma di adattamento al mercato.

Non il mercato comune, da cui Nintendo vi ho già detto prendere le distanze. Ma un ammodernamento di quelle regole di base a cui, per qualche motivo, Nintendo non era ancora arrivata. Switch, questo aggiornamento lo ha fatto, e sembrerebbe voler rimediare agli errori del passato più recente, senza voltare le spalle a quella filosofia di innovazione che da sempre anima la società. Switch, dunque, sarà una console con una propria identità. Per ora, almeno, non ci sono dubbi sul fatto che ci proverà. Ma uscite un attimo dall’idea che sarà una rivoluzione. Sarà una console rivoluzionaria? No. Non credo. Non lo sarà per il prezzo, o per le scelte antitetiche che le impediranno di intaccare la supremazia del mercato imposta, per quel che ne sappiamo ora, da Sony e dalla sua PS4. Non c’è da stupirsi, è così dai tempi di GameCube. Nintendo va avanti per la sua strada e propone ai giocatori il suo modo di vedere le cose. I giocatori accettano il compromesso, consci che ogni tot generazioni console le cose vanno a gonfie vele e consapevoli che comunque, nel bene o nel male, Nintendo sa garantire alle sue macchine uscite notevoli, per qualche motivo relegate agli ultimi rantoli di vita delle console (no sul serio, da qualche tempo è così), ma comunque titoli bellissimi e granitici.

https://www.youtube.com/watch?v=k7s3UB_8dFM

Conscio che la buona metà di voi l’avrà già prenotata, vorrei che posati i portafogli vi fermaste un attimo. Non a pensare, ma solo ad aspettare. Perché è questo che ora va fatto con Nintendo. Bisogna aspettare che la società dia la prova di meritare fiducia ma, soprattutto, bisogna dare alla console il tempo di assestarsi sul mercato in quel doveroso anno di uscita che le occorrerà per farsi le ossa. Ben inteso che venderà copiosamente al lancio, che andrà esaurita e che tutti impazzirete, vorrei che vi fermaste comunque ad aspettare. Qualora non aveste capito il perché, prendete un panno e cominciate a lucidare la Wii che sicuramente avete in casa. Contate gli stati di polvere nel mentre e forse avrete un’epifania.