Durante quest’ultima edizione di Etna Comics abbiamo incontrato Giorgio Cavazzano, disegnatore Disney da oltre 50 anni, un fattore che lo rende uno dei principali autori italiani di storie con Topolino e Paperino. Con estrema cordialità, si è fermato a parlare con noi, concedendoci un’interessante e piacevole intervista.

intervista a giorgio cavazzano

Hai recentemente festeggiato i tuoi 50 anni in Disney, tant’è che è stata lanciata una nuova collana, i “Tesori made in Italy”. Come ti senti oggi rispetto a cinquant’anni fa?

Beh, mi sento un po’ più maturo. Ma soprattutto la cosa che mi gratifica di questi cinquanta anni è l’aver ricevuto una libertà creativa incredibile. Grazie a Disney ed altri editori mi è stato permesso di raggiungere grandi risultati: questi cinquanta anni in Disney sono cinquanta anni di evoluzione, di cui sono veramente felice.

Com’è cambiata, se è cambiata, la situazione in Disney?

Ogni qualvolta cambiano direttore, noi autori viviamo una situazione diversa, innovativa. E questo ci aiuta: con nuovi sceneggiatori, nuovi disegnatori danno uno stimolo molto importante, molto bello.

Al momento sta venendo ristampata da Cosimo “Altai & Jonson”, che tu hai realizzato con Tiziano Sclavi. Una serie molto particolare, per entrambi. Un incontro felice. Come è nata questa serie? Come si è sviluppata?

Il direttore del Corriere dei Ragazzi, Alfredo Barberis, mi telefonò e mi disse “Guarda Giorgio, ho qui un nuovo sceneggiatore che per me sarebbe adatto al tuo tipo di disegno”. Così andai in sede a Milano e incontrai Tiziano Sclavi, che mi fece vedere due paginette di descrizione dei personaggi. Fu un incontro breve. Durante il ritorno a casa in treno iniziai a leggere queste due pagine e trovai un nuovo stimolo. Una maniera interpretativa completamente diversa. Il passaggio interpretativo da Disney a quello che chiedeva Sclavi era molto difficile e pertanto trovato un mio percorso un po’ alla volta. Dalla prima all’ultima storia c’è un cambiamento incredibile.

Tu hai fatto anche moltissime parodie Disney. Penso all’ultimissima di Topo Maltese. Quanto è difficile inserire personaggi così iconici in Topolino senza sacrificare né l’uno né l’altro?

Lì un po’ di esperienza aiuta. La cosa più importante è avere il rispetto per la parodia che si deve fare. Non devono esserci gag continue e situazioni adatte a un racconto normale, ma va fatta attenzione alle inquadrature e all’espressività dei personaggi.

E anche conoscenza dei personaggi.

Certo, per esempio nell’ultima parodia di questa settimana tratta dal film “L’uomo senza passato”. È un film abbastanza triste dove l’emarginazione è reale e tutti i personaggi di contorno appartengono a un mondo dove non c’è la parola. Ma c’è l’emozione, c’è lo sguardo, e questo è fondamentale.

Una curiosità: conosci Paperi dei fratelli Rincione?

Sì, mi hanno fatto un omaggio bellissimo per i miei cinquant’anni.

C’è la possibilità di vedere un’icona in un’ottica diversa.

Questo è uno stimolo per tutti. Non solo per me, ma anche per i giovani autori, che possono capire che i percorsi sono molteplici e le possibilità sono davvero tante. La personalità è davvero notevole nei lavori che hanno fatto, anche nel colore.

Un’ultima cosa: un consiglio da un maestro come te a un aspirante autore che desideri affacciarsi sulla scena di Topolino. Uno solo.

Il consiglio è: studiare quello che hanno fatto altri. E poi trovare un percorso personale. Ma la prima cosa è avere un’idea del percorso del personaggio e del pubblico che andrà ad acquistarlo.