Il gioco più popolare del momento arriva finalmente su Android

Sembra inutile fare un’introduzione a Fortnite visto che praticamente non si parla d’altro, dai canali più specifici alla stampa generica tutti chiacchierano del più popolare battle royale in circolazione e il suo successo è indiscutibile come dimostrato dai numeri che riesce ad ottenere tra giocatori attivi e guadagni.

Il gioco è uscito da poco più di un anno ormai e la Epic Games che non ha intenzione di rilassarsi, punta ad ampliare il bacino d’utenza rilasciando il gioco, per ora in beta, sulle piattaforme Android, le ultime a non avere ancora avuto l’occasione di far girare Fortnite.

Tra l’altro non troverete l’App sul Google Play Store, perché la Epic ha deciso di dare a Google il 30% dei guadagni derivati dagli acquisti In-App, sarà quindi necessario andare sul sito ufficiale per poter scaricare il gioco. State attenti però, perché in pochi giorni internet si è già riempito di false applicazioni di Fortnite, scaricate quindi soltanto dal sito ufficiale se non volete avere spiacevoli inconvenienti.

Dopo essere andati sul sito e aver scaricato e avviato l’Apk (abilitando i download di terze parti), avviamo Fortnite e subito ci viene chiesto con quale sistema vogliamo sparare. Potremmo quindi scegliere tra il fuoco automatico, che si attiva ogni qualvolta viene preso di mira un nemico, oppure tra il toccare in punto qualsiasi dello schermo o un apposito pulsante di fuoco. Tra queste non esiste una modalità migliore, perché ognuna offrirà la sua serie di difetti, la mira automatica molte volte parte in ritardo, e soprattutto inizia a sparare anche solo se puntiamo un nemico dalla distanza per seguirne i movimenti, mentre se spariamo toccando lo schermo spesso capita di spostare anche la visuale senza volerlo, ritrovandosi a sparare nella direzione opposta. Il pulsante sembrerebbe quindi la scelta migliore, se non fosse che così limitiamo troppo gli spostamenti della telecamera.

Il punto è che Fortnite mobile ha un problema di fondo, e quel problema è il “mobile”. Uno sparatutto in terza persona non può essere giocato facilmente con solo due dita, soprattutto uno frenetico come Fortnite. Scordatevi per esempio di utilizzare tattiche come saltellare in giro mentre si spara, perché se con un dito dobbiamo muoverci, con l’altro o spariamo e cerchiamo di mantenere la telecamera sul bersaglio, o premiamo il pulsante di salto.

Uno dei problemi più grandi a livello di gameplay si ha nella Modalità Costruzione. Costruire non è solo una delle possibilità che offre il gioco, ma è soprattutto la componente strategica di Fortnite senza la quale non sarebbe altro che un comunissimo battle royale, e su mobile utilizzare questa opzione richiede tempo e una velocità di dita non indifferente per raggiungere quanto meno la metà delle performance che si hanno su pc e console, rendendola di fatto inutile nel mezzo di uno scontro a fuoco in campo aperto.

Per semplificare leggermente l’utilizzo del gioco arriva in nostro aiuto la possibilità di modificare e aggiustare completamente l’interfaccia dei controlli touch, dalle dimensioni alla posizione di ogni singolo widget. Potremmo quindi magari spostare la barra di selezione delle armi leggermente più a sinistra, dove generalmente si troverà il dito che sposta la visuale e spara, in modo da ridurre quelle frazioni di secondo che di perdono nel cambiare arma, ricaricare o passare in Modalità Costruzione.

La verità però è che finché ci troviamo contro altri giocatori mobile si soffre tutti degli stessi problemi, magari ce chi ha giocato di più e ci ha preso la mano, ma per lo più ci ritroveremo ad assistere molto spesso a scene di giocatori che iniziano a sparare al cielo o a costruire nei luoghi sbagliati. È quando entriamo in una partita cross-platform che iniziamo a soffrire maggiormente dell’utilizzo dei controlli touch di fronte all’enorme dislivello che si viene a creare tra i giocatori. Ci si ritrova molto spesso a non poter fare niente davanti a torri che si innalzano in qualche secondo o a nemici che ci sparano da punti in cui il nostro campo di vista non riesce ad arrivare a causa dei limiti di uno smartphone. Personalmente sconsiglio partire di questo genere, perché sono frustranti sia per voi che per l’amico che deciderà di ospitarvi.

Parlando invece di prestazioni, su Samsung Galaxy S8 il gioco soffre di frequenti lag, che aumentano col tempo e con il surriscaldarsi della batteria, inoltre le texture a bassa risoluzione che non vengono caricate in tempo sono una complicazione in più da affrontare durante l’esperienza di gioco. Bisogna sempre ricordarsi che si stratta di una beta, quindi molto probabilmente vedremo questi problemi essere risolti, anche se la Epic Games ha già ufficialmente comunicato che il problema del calo delle performance riguarda solo i dispositivi con 4 Gb di RAM e che pulendo il multi-tasking il problema si risolve. Questa però è una mezza verità, perché i problemi diventano solo meno frequenti, rimanendo comunque presenti.

Riguardo i consumi generali, l’utilizzo della rete mobile è assolutamente da evitare, sia per il consumo eccessivo che per l’instabilità della rete che amplifica i lag, per quanto riguarda invece l’utilizzo della batteria, non si riscontra un consumo eccessivo se paragonato al gioco che viene proposto, ma surriscalda molto facilmente il telefono.

In conclusione, se giocate già a Fortnite su Pc o Console, difficilmente giocherete su smartphone, ma anche chi non ha alternative avrà difficoltà a restare attaccato alla battle royale mobile a causa dei suoi macchinosi comandi che rendono questa esperienza il più delle volte frustrante e senza troppo senso. Se è pur vero che prima o poi ci si abitua ai comandi e si riesce a fare qualcosa in più, quel qualcosa sarà comunque la metà di ciò che avreste potuto fare su pc o console, ma soprattutto, si va a perdere completamente l’essenza di ciò che rende Fortnite un battle royale diverso da tutti gli altri.

 

Mattia Alfani
Nato a Pescara nel'94 e diplomato in sceneggiatura alla Scuola Internazionale di Comics, dice di essere un grande appassionato di fumetti, videogiochi, cinema e serie tv, ma in realtà adora tutto ciò che è in grado di raccontare una storia, anche un semplice sasso. Ancora meglio poi se queste storie sono fantasy, horror o supereroistiche. Attualmente è alla ricerca della sua strada, saltando tra un università e l'altra, e nel frattempo da sfogo alle sue passioni scrivendone e condividendole su internet. Il suo modello di riferimento è il Dottore. Critico di natura ma non di professione, vorrebbe un mondo tutto suo, ma per ora si accontenta di quelli nei fumetti.