Un party game con qualche riserva

Chi vi scrive non ha mai nascosto il suo amore per la collana PlayLink. Di che parliamo? Si tratta sostanzialmente di una linea di party game con diverse idee a corredo del gameplay, con soluzioni che cercano di distaccasi dai canoni del genere, mescolandosi ad una proposta fortemente “social”. Non esistono, ad ora, due titoli della collana uguali o anche solo simili, ed ognuno si propone al pubblico con 3 idee fondamentali, che sono poi alla base dell’intera linea di prodotti: un prezzo economico, un’offerta differente dalla precedente in termini ludici, la possibilità di utilizzare uno smartphone o un tablet per giocare. La linea PlayLink è, in buona sostanza, quel compromesso tecnico quasi perfetto per creare una parentesi ludica divertente e fugace tra gli amici, superando il limite ideologico che chiunque – che non sia un giocatore abituale – possa avere nei confronti di un pad. La cosa, c’è da dirlo, ad oggi non ha funzionato proprio alla grande, e certi titoli si sono dimostrati molto meno in forma di quanto ci saremmo augurati. Come sia sia, è evidente che all’offerta mancava inoltre la base di qualunque catalogo di party game, ovvero un contenitore di minigame competitivi che, sullo stile di sua Maestà Mario Party, permettesse ad un gruppetto di amici di prendersi a schiaffi (digitali) onde stabilire a chi appartenesse il titolo di Re della serata. Una lacuna gravosa di cui si sentiva un’oggettiva mancanza, e che, in ultima istanza, trova finalmente una pezza grazie al team danese di NapNok Games ed al suo curioso e intrigante Frantics.

E così, sfidando quella che è la più riconoscibile tradizione dei party game, Frantics offre ai giocatori un lungo compendio di attività diverse, i cui protagonisti sono un gruppetto di animali, in una tutti contro tutti da quattro giocatori, con l’assegnazione automatica di un numero sufficiente di IA (fino ad un massimo di tre) tale da permettere anche al più solitario di voi di potersi divertire con le sfide offerte dal gioco. Ovviamente al centro di tutto, come sempre, i dispositivi smart come tablet e cellulari, con cui il gioco interagisce come da manuale tra foto, oscillometri, casse integrate e ovviamente touch screen. Diciamo che considerata l’offerta totale della linea PlayLink, Frantics è certamente il titolo che meglio si appoggia sulle caratteristiche hardware del vostro telefono, partendo dall’immancabile selfie di inizio partita, sino al controllo per mezzo dell’oscillazione del dispositivo, o l’utilizzo del touch per gli spostamenti degli animali, anche se paradossalmente tutto quello che propone potrebbe essere tranquillamente fatto dal pad di PS4. Il pregio, semmai, è dato dal fato che ogni gioco è pensato per utilizzare una o più caratteristiche del telefono, con la risultante – per altro interessante – da non creare nel giocatore alcuna abitudine muscolare che possa in qualche modo “premiare” l’azione mnemonica. Frantics è infatti un guazzabuglio di cose da fare, tutte diverse, molto numerose, dato in pasto ai giocatori con i modi ed i tempi giusti, e con nessun altro scopo se non creare una sana e (dis)onesta competizione, sebbene i risultati siano apprezzabili fino ad un certo punto.

Al centro dell’offerta c’è dunque la modalità “Festa della Volpe”, dove l’istrionico presentatore, Volpe per l’appunto, ci offrirà a sua totale discrezione un set composto da quattro dei quindici minigame presenti, decretando la vittoria dei singoli giochi con delle corone il cui numero, ovviamente, concorrerà al risultato finale e, dunque, alla vittoria, nonché con delle monete, che allo stesso modo potranno rivelarsi utili durante le fasi finali della sfida per mezzo di apposite aste per accaparrarsi bonus di gameplay. Il gioco ovviamente dà anche la possibilità di giocare ai minigame separatamente, nonché quella di potersi assemblare un pacchetto personale con i titoli preferiti, ma in sintesi per quanto 15 minigame sembrino molti, l’offerta si riduce nel giro di qualche partita, e l’assemblamento casuale offerto da Festa della Volpe finisce ben presto per essere l’unica valida alternativa alla noia, non fosse altro per la proposta randomica delle attività.

Inoltre, è evidente che parte del pacchetto dei minigame sia messo su con poca inventiva, andando semplicemente a riproporre, semmai in veste diversa, quelli che sono alcuni dei capisaldi delle attività dei party game della concorrenza o, peggio, alcuni aspetti di una vecchia gloria di casa Sony, quel controverso Crash Bash che tante ore ha allietato i più duri e puri fan della prima PlayStation. Frantics, insomma, manca un po’ di carattere nelle sue attività, tanto che alcune sembrano messe lì come mero riempitivo atto a far numero, almeno a giudicare dalle meccaniche a dir poco asciutte che li contraddistingue. Una situazione che a ben pensarci potrebbe evolversi nel tempo, magari con l’aggiunta di pacchetti, gratuiti o pagamento, di giochi che aumentino l’offerta delle attività ad oggi presenti, cosa forse improbabile, ma è di certo una possibilità. A margine c’è poi una questione che è propria della linea di titoli in sé, ovvero l’interattività che sussiste con lo strumento smart, che è qui nulla più che un controller con diversi imput. Persino Sapere è Potere, nella sua semplicità, rendeva in qualche modo l’interazione con lo smartphone unica e irreplicabile, Frantics invece potrebbe tranquillamente utilizzare un pad per essere giocato, e l’unica perdita sarebbe data dalla foto di selfie e basta. Forse una lamentela superflua ai più, ma va comunque evidenziato.

Un peccato che proprio il titolo non riesca a brillare, perché risulta, per altro, confezionato con tutti i crismi. Con uno stile colorato e divertente, atto a richiamare la claymotion cinematografica, quantomeno per l’uso che fa dei modelli degli animali. Artefatti, “gommosi”, goffi e accattivanti. Pur non essendo un tripudio per gli occhi, Frantics crea quel bel connubio tra semplice, colorato e visivamente appagante che, tanto per restare in tema, ci aveva stregato con Dimmi chi sei!, e che speravamo qui trovasse un po’ di ciccia in più a tenerci incollati dinanzi allo schermo. Un peccato, l’ennesimo, di quello che è un progetto che resta accattivante, ma che necessita di una doverosa (e coraggiosa) evoluzione.

frantics recensione

Verdetto

Frantics è un party game semplice ed essenziale, che cerca di trovare la sua strada tra la tradizione del genere e quella che dovrebbe essere l’innovazione della linea PlayLink. Purtroppo però il titolo non riesce a fare quasi nulla di tutto ciò, e finisce per essere poco più che un emulo di tanti (e masticati) stereotipi del minigame, peraltro con l’assenza di qualunque verve che non sia estetica, o strettamente connessa alla situazione in cui proporrete il gioco. Buttato in caciara in un gruppo di amici, Frantics vi potrà anche divertire. Lo farà magari per un paio d’ore, ma è sul lunghissimo tempo che finisce penalizzato, la qual cosa è, ovviamente, la chimera di qualunque party game che si rispetti.