E venne il giorno del ballo scolastico

Julie, Kayla e Sam sono amiche fin dalla prima elementare. Arrivato il giorno del ballo della scuola le tre ragazze si divertono a programmare la serata e decidono di fare un patto: perdere la verginità quella stessa sera. Caso vuole che, una volta che le ragazze siano partite per raggiungere il ballo, la madre di Julie intercetti i messaggi delle ragazze intuendo il loro piano, così la donna, assieme ai padri delle altre due ragazze, decide di mandare a monte la serata. Questa commedia statunitense è Blockers, nelle sale italiane dal 17 maggio con il titolo Giù le mani dalle nostre figlie, per la regia di Kay Cannon, con Leslie Mann, Ike Barinholtz e John Cena.

La storia di per sé è molto semplice, tre adolescenti vogliono fare sesso e i genitori vogliono impedirglielo. Dobbiamo ammettere che il film parte meglio del previsto, con battute divertenti e personaggi – anche se stereotipati – non troppo piatti. Julie sembra la tipica protagonista dei teen drama: bionda, romantica, col ragazzo perfetto e mille aspettative; sua madre, Lisa, è una mamma single iperprotettiva terrorizzata dall’idea che la figlia possa allontanarsi da lei. Kayla è un asso negli sport, decisa e sicura di sé, ha una famiglia modello e il padre Mitchell è il tipico “americano modello”. Sam è la ragazza alternativa pseudo nerd un po’ più insicura delle tre, i suoi genitori sono divorziati da alcuni anni e il suo rapporto col padre Hunter, un immaturo cronico, è vacillante. Spronate dall’entusiasmo di Julie, le tre ragazze decidono di voler perdere la verginità la sera del ballo e si adoperano per progettare tutta la serata in funzione di questo. I genitori, ignari di tutto, fanno una grossa reunion in un party pre-ballo e restano alla festa mentre le ragazze se ne vanno in limousine. Per uno scherzo della sorte, Lisa, Mitchell e Hunter si ritrovano a leggere il monitor del pc di Julie rimasto collegato al contatto whatsapp e vengono a sapere del patto stretto dalle figlie. Lisa e Mitchell non ci pensano due volte a mandare a monte i loro piani, le proteste di Hunter non serviranno a nulla e anche lui si ritroverà coinvolto nella faccenda.  Seguiranno una serie di gag e situazioni comiche che vanno dall’ironico al paradossale.

Registicamente non troviamo niente di eccezionale, giusto qualche manovra azzeccata ma niente di memorabile, una tipica regia da mestierante senza infamia e senza lode, non che ci aspettassimo chissà che angolature da una pellicola del genere. Nonostante il plot non proprio originale, il film parte alla grande perdendosi però nel mezzo con uno scivolone che scade nel puerile più scemo riprendendo poi quota verso la fine. Sinceramente non capiamo bene il motivo di questo cambio di stile, probabilmente l’infinità di mani che sono state messe alla sceneggiatura. La stesura sembra effettivamente un collage di sceneggiature diverse unite insieme come in un lavoro di gruppo dei corsi di scrittura creativa. Potremmo definire il film quasi schizofrenico, che passa da battute pungenti e tempi comici impeccabili a siparietti scadenti in stile cinepanettone. Sembrerebbe impossibile pensare di citare Lo Hobbit e fare gag con roba infilata nel sedere nello stesso film, eppure lo hanno fatto.

Il messaggio del film resta comunque interessante: il tema del sesso al liceo viene virato interamente verso il punto di vista delle ragazze, mostrando tre differenti realtà possibili per le adolescenti. Ci fa piacere quando i blockbuster di Hollywood escono dagli anni’50 e le ragazze possano parlare liberamente di sesso senza essere viste come personaggi negativi. Il film infatti non ci porta a tifare per i genitori, bensì a sperare che falliscano. Tornando agli alti e bassi della sceneggiatura, mentre i genitori risultano delle macchiette, i personaggi di Julie, Kayla e Sam sono piuttosto credibili anche se viene dato maggiormente spazio al personaggio di Sam la quale, effettivamente, risulta il più interessante.

Verdetto

Una simpatica commedia con un intermezzo dimenticabile. I dialoghi sono scritti molto bene e i tempi comici sono azzeccati anche se il tutto è rovinato da diverse gag poco originali buttate qua e là per riempire il minutaggio, con tanto di situazioni ripetute che fanno scadere il grado di comicità. Non è la prima volta che nelle commedie americane si calca la mano per paura di non far ridere ottenendo l’esatto contrario e anche Blockers ci casca in più di un’occasione. Nonostante ciò, resta un buon film d’intrattenimento, in grado di strappare più di una risata.

Erika Pezzato
Laureata in lettere, cinefila per vocazione e scrittrice a tempo perso. Appassionata di film cult, fumetti e videogiochi, con un amore spasmodico per la letteratura, in particolar modo per il genere fantastico. In costante attesa che uno stregone bussi all'uscio di casa per offrire una nuova avventura alla quale non si può rinunciare.