I migliori scontri della seconda parte di Naruto

Andata per la prima volta in onda il 15 febbraio 2007 e conclusasi il 23 marzo 2017, Naruto Shippuden, trasposizione animata della seconda parte del leggendario manga, conta ben 500 episodi, 59 sigle e 21 stagioni complessive. Numeri da capogiro, spesso imbottiti da svariati filler dalla più diversa natura, che testimoniano la longevità della saga e del suo successo. Di fatto, Shippuden ha attraversato un’epoca, traghettando gli spettatori dai primi anni del ventunesimo secolo alla moderna era dell’animazione. E, dato che siamo crudeli e ridiamo delle sofferenze altrui, vi proponiamo la seconda top ten con al centro le botte leggendarie che hanno cambiato la storia delle serie e influenzato la crescita dei suoi protagonisti.

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Team 7, Team 10, Capitano Yamato e Kakashi vs Hidan e Kakuzu

“Addio, maestro…”

Dopo aver fallito la missione di riportare Sasuke alla Foglia, Naruto, Sakura e le due new entry, Yamato e Sai, tornano alla base. Kakashi, ripresosi dallo scontro con Deidara, decide di sottoporre il suo biondo allievo ad uno allenamento speciale. Nel frattempo, Asuma viene ucciso da Hidan e Kakuzu, due pericolosi membri di Alba. I ragazzi del Team 10, Ino, Choji e Shikamaru, si mettono sulle tracce dei due ricercati, supportati da Kakashi, con l’obiettivo di vendicare il proprio maestro. Un’altra grande forza del manga di Masashi Kishimoto è costituita dai comprimari, raramente (forse solo sul finale) delle figure di sfondo, ma personaggi centrali all’interno della narrazione suscettibili ad un’evoluzione costante. Questo particolare arco narrativo, con la morte di Asuma, fa crescere ulteriormente Ino, Choji e, soprattutto, Shikamaru, shinobi dall’intelletto sopraffino e che qui acuisce ancora di più le sue capacità di leader, ereditando dal maestro l’ardente Volontà del Fuoco di Konoha. E qui, per la prima volta, Naruto esegue il Rasenshuriken, la tecnica ottenuta aggiungendo l’alterazione delle proprietà al Rasengan, cosa che il Quarto Hokage non aveva avuto il tempo di fare.

Sasuke vs Danzo

“Per te la verità su Itachi non ha grande importanza. Vuoi semplicemente sfogare il tuo odio. Stai rendendo inutile il sacrificio degli Uchiha”

Sasuke, supportato da Jugo, Suigetsu e Karin si infiltra all’assemblea dei cinque Kage per uccidere Danzo, uno dei vertici della Foglia responsabile del sacrificio di Itachi e dello sterminio del Clan Uchiha. Il giovane è disposto a tutto pur di eliminarlo e si fa strada a forza di tecniche mortali tra i samurai di Mifune, Gaara della Sabbia e il Raikage, che vuole vendicare Killer Bee. Quando Sasuke riesce a raggiungerlo, da il via ad un mortale scontro a base di Sharingan ed illusioni. Qui possiamo assistere al cambiamento più gravoso di conseguenze dell’ultimo degli Uchiha, dopo aver scoperto la verità sul fratello. Proprio mentre Naruto diventa un eroe per aver sconfitto Pain, il suo ex compagno si trasforma piano piano in un criminale, un terrorista internazionale pronto a qualunque cosa pur di ottenere la sua vendetta, anche ad uccidere i propri alleati.

Naruto vs Kurama

“- Scusami… Abbiamo fatto di te il contenitore della Volpe. Ti abbiamo addossato le nostre responsabilità. Non siamo riusciti a vivere con te. Non abbiamo potuto mostrarti il nostro affetto.

– Non ti scusare. Essendo una forza portante, ho sempre avuto un sacco di difficoltà… Ma non vi ho mai odiati per questo. Ovviamente non sapevo bene cosa fosse l’amore dei genitori…Visto che non sono mai stato con voi, potevo solo immaginarlo. Ma ora so… Che mi avete dato la vostra vita. E ho capito che prima di riempirmi con la volpe mi avete riempito col vostro amore. Quindi anch’io sono felice!Sono contento di essere vostro figlio!”

Naruto, sotto la guida di Killer Bee, entra nel tempio usato anticamente dalle Forze Portanti per purificarsi. Seguendo i consigli dell’amico e dell’Ottacoda, si prepara a combattere contro la Volpe per prendere il controllo del suo chakra. La battaglia inizia e si svolge nel profondo dell’anima di Naruto. Il Ninja combatte senza risparmiarsi, ma la malvagità del demone lo contagia e rischia seriamente di infettarlo. Per fortuna, a soccorrerlo arriva sua madre, Kushina, la cui energia è stata inserita nel sigillo. Grazie al suo aiuto, Naruto riesce a sconfiggere la volpe.

Uno snodo fondamentale della trama, atteso da molto tempo, che consente finalmente al nostro eroe di attingere alla forza dell’Enneacoda, nonché di incontrare sua madre, che gli racconta cos’è accaduto la notte della sua nascita. Un momento toccante e cruciale, che fa finalmente luce sull’inizio della storia (l’attacco della Volpe) in vista della saga conclusiva.

Sasuke e Itachi vs Kabuto

“Non sentirti mai obbligato a perdonarmi. Mentre io, qualunque cosa tu faccia, ti amerò per sempre”

Sasuke, dopo essersi trapiantato gli occhi del fratello, si dirige alla Foglia, pronto a sfogare tutta la sua potenza distruttiva. Inaspettatamente, mentre si dirige verso la meta, incontra Itachi Uchiha, resuscitato da Kabuto, che sta andando al covo nel nemico per annullare la tecnica della resurrezione, dopo essere stato “condizionato” dall’occhio di Shisui che lui stesso aveva nascosto in Naruto. I due fermeranno insieme il discepolo di Orochimaru e il loro incontro sarà anche l’occasione per il più atteso colloquio chiarificatore dell’intero manga.

Gai vs Madara

“Io, Madara, ti dichiaro il più forte!”

Madara ha assorbito i Cercoteri, diventando il nuovo Eremita delle Sei Vie della Trasmigrazione. Prima di farlo, ha spedito in fin di vita sia Naruto che Sasuke. Ormai, nessuno sembra capace di contrastarlo e si appresta a dare il via al processo che porterà a compimento lo Tsukuyomi Infinito. Ma lo Spettro degli Uchiha non ha fatto i conti con Gai Maito, Jonin della Foglia e probabilmente il più grande esperto di Taijutsu che sia mai esistito sulla faccia della terra. Riprendendo l’importante dicotomia impegno/talento naturale, questo scontro ne è forse l’apoteosi perché Gai Maito, grazie all’allenamento, alla sua determinazione, è arrivato a tanto così da fare il pelo e il contropelo a Madara, asceso a divinità totale del mondo dei ninja. Se non fosse stato per lui, disposto ad aprire l’ultima Porta del Chakra e a sacrificarsi pur di sconfiggere il nemico, staremo qui a raccontarvi un’altra storia.

Naruto e Killer Bee vs Tobi e le Forze Portanti resuscitate

“Tu, da oggi, non sei più il demone volpe, ma un compagno di Naruto Uzumaki, Ninja della Foglia… Kurama!”

Tobi controlla le Forze Portanti resuscitate tramite il Rinnegan ed è intenzionato ad usarle per catturare le ultime due rimaste: Naruto e Killer Bee. Quando si incontrano, il ninja biondo entra in sintonia con loro e, grazie al Tetracoda, Son Goku, scopre che il suo Cercoterio ha un nome: Kurama. Kurama, colpito dal fatto che il ragazzo voglia aiutare i suoi simili, decide di fondere il suo chakra con lui, così da affidargli tutto il suo potere. I due uniscono le proprie capacità e affrontano insieme Tobi, determinati ad impedirgli di riportare in vita la Decacoda. Forse uno dei più attesi momenti dell’intera serie, l’istante in cui Naruto da il pugno a Kurama e sceglie di aprire la gabbia che lo tiene rinchiuso è ormai scolpito nella leggenda. Impossibile dimenticare l’emozione di quel momento, in cui Kishimoto mette finalmente insieme il suo protagonista e la maledizione che lo tormenta fin dalle prime pagine. Questo è altro degli stupendi significati della sua opera: Naruto che riesce a fare della sua più grande sofferenza il suo maggior punto di forza.

Jiraya vs Pain

“Non arrendermi… Era questa la scelta che dovevo fare. Naruto, sono certo che il bambino della profezia sei tu. Affido a te il resto!”

Jiraya si è infiltrato nel Villaggio della Pioggia, il covo dell’Akatsuki, per scoprire qualcosa di più sul suo misterioso capo, “Pain“. Purtroppo, viene presto scoperto e se lo ritrova davanti, insieme ad altri cinque individui dai misteriosi poteri, che sembrano costituire una specie di “mente collettiva” che agisce all’unisono. Tra i due prende vita un violento scontro in cui l’Eremita dei Rospi è costretto a tirare fuori il massimo del suo potere. La morte di Jiraya è stato uno di quei traumi che appartengono alla ristretta cerchia degli addii toccanti che più hanno influenzato gli appassionati, non solo di manga. Difficile trovare un’altra dipartita che sia emotivamente straziante come questa, specialmente per le sue conseguenze nella trama. Infatti, la perdita del maestro è stato forse il momento più duro di Naruto, che vede mancare la figura che l’ha cresciuto nel corso degli ultimi tre anni della sua vita.

Sasuke vs Itachi

“Itachi… Ha ucciso i suoi amici, ha ucciso i suoi superiori… Ha ucciso la sua amata, ha ucciso suo padre, ha ucciso sua madre… Ma non ha saputo uccidere il suo fratellino. L’uomo che versando lacrime di sangue e soffocando ogni sentimento sterminò i propri consaguinei per il bene del villaggio… Proprio non ce la fece ad uccidere te. Capisci che significa?Che per lui la tua vita…Valeva più del villaggio”

L’uomo che ha sterminato gli Uchiha, ucciso i genitori di Sasuke e tentato di catturare Naruto per consegnarlo all’Akatsuki. Itachi Uchiha aspetta il fratello al covo del Clan, seduto su un trono di pietra. Sasuke ha aspettato questo momento per tutta la vita. Per arrivare pronto all’appuntamento con la sua vendetta, ha abbandonato la Foglia, tradito i suoi compagni, si è unito ad Orochimaru e l’ha persino assorbito dentro di sé, per avere a disposizione più potere possibile. Il suo desiderio di vendicarsi l’ha consumato, cambiandolo e trasformandolo in un ragazzo diverso, sedimentando in lui l’odio e il dolore. La resa dei conti tra Sasuke e Itachi ha stuzzicato la curiosità dei fan fin dalle prime apparizioni del personaggio. Si sono sprecati fiumi di inchiostro su quale potesse essere l’esito del loro duello, uno scontro la cui attesa ha tenuto gli appassionati sul fiato sospeso. E Kishimoto, fregandoli tutti, ha rivelato la verità. Itachi non era malvagio, ma un vero eroe, disposto a compiere la più difficile delle decisioni: scegliere tra il proprio dovere e la propria famiglia. Un colpo di scena clamoroso e inaspettato che ha lanciato il personaggio nell’immortalità (non solo nella serie, ma nelle storia degli Shonen in generale) e fatto svoltare l’intera saga verso direzioni imprevedibili.

Naruto vs Sasuke, parte II

“Pur di fermarmi… Hai perso un braccio. La tua amicizia è stata la mia salvezza”

Scontro finale dell’intera epopea di Masashi Kishimoto, la battaglia tra Naruto e Sasuke, sono la sconfitta di Kaguya, conclude la saga del ninja biondo rimettendo i due amici/rivali l’uno contro l’altro. Ancora una volta, tra loro, la lotta è fisica ma soprattutto verbale, si scambiano le proprie visioni di Hokage, di pace, di futuro, fomentando il dibattito a forza di pugni, parole e tecniche. E, alla fine, una volta arriva allo stremo delle proprie forze, non possono far altro che venirsi incontro, accettando le reciproche differenze di ideali e collaborando, ognuno con il suo personale pensiero, per rendere migliore il mondo in cui vivono. Quello con cui Kishimoto si congeda dai suoi fan è un messaggio pacifista dall’immensa profondità che, come spesso è accaduto nella sua opera, sembra rivolgersi specialmente a noi, abitanti di questa nostra realtà, spesso traviata da guerre e incomprensioni.

Naruto vs Pain

“Quando perdiamo qualcosa di importante, tutti proviamo lo stesso dolore. Io e te soffriamo allo stesso modo. Tu agisci per la tua giustizia e io agisco per la mia. Noi siamo due ordinari uomini spinti da una vendetta mascherata da giustizia. Ma quando la vendetta si maschera da giustizia… Quella giustizia da origine ad un’altra vendetta… E così inizia una spirale di rancore”

Pain attacca la Foglia sfruttando i suoi sei corpi e il suo immenso potere, sferrando un attacco mortale agli abitanti del villaggio e mietendo numerose vittime. Kakashi muore nel tentativo di proteggere Choji, Shizune viene assassinata, il vecchio Fukusaki viene infilzato e tanti innocenti vengono spazzati via dal gigantesco Shinra Tensei creato dal capo dell’Akatsuki. Naruto arriva all’improvviso sul campo di battaglia in compagnia dei rospi del monte Myoboku. Ora, finalmente, riesce a padroneggiare le Arti Eremitiche, le stesse usate dal maestro Jiraya. Il ninja biondo attacca subito il nemico, dando vita ad uno scontro epico al termine del quale niente sarà più lo stesso nella sua vita. Probabilmente, l’attacco di Pain a Konoha è il punto più alto raggiunto dall’opera di Kishimoto, la sua vetta insuperabile. Infatti, dopo, nonostante alcuni momenti epici e diversi snodi fondamentali della trama, si ha la sensazione che non sia più riuscito a raggiungere quel livello. Il dolore del villaggio, la morte dilagante, i comprimari che affrontano un terribile pericolo, l’eroico sacrificio di Tsunade che si riduce in coma pur di salvare gli abitanti, Hinata che si lancia in battaglia per proteggere il suo amato, sebbene sia consapevole di non avere speranza e Naruto che, sconvolto dagli eventi e incapace di rispondere alla domanda sulla pace fatta dal suo avversario, viene travolto dalla paura, dai dubbi, dalla sofferenza, per poi liberare inconsciamente la Volpe a Nove Code. E, esattamente come quasi diciassette anni prima, suo padre, Minato Namikaze, arriva ad aiutarlo, sigillando ancora una volta il demone. Allora, Naruto sconfigge Pain e, invece che uccidere Nagato, l’uomo che lo controllava, gli parla, convincendolo a fare ammenda dei suoi sbagli. In quel momento, Nagato usa la Tecnica della Trasmigrazione del Mondo Esteriore, dando la sua vita per riportare indietro gli abitanti del villaggio da lui stesso uccisi. Qui, forse, sta un altro dei profondi messaggi di Kishimoto. Se Naruto si fosse lasciato trascinare dalla vendetta, avrebbe perso molti dei suoi amici. Invece, ha deciso di rispondere alla domanda del suo interlocutore e il suo discorso ha salvato migliaia di vite. Là dove la forza bruta non ha potuto, le parole hanno trionfato.

 

 

 

 

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!