Benvenuti nel Luna Park mortale

Non c’è dubbio che negli ultimi anni il genere horror abbia senza dubbio portato una ventata d’aria fresca all’interno dei soliti stilemi che accompagnano le produzioni di questo tipo da troppo tempo: It Follows, The Witch e Get Out ne sono degli illustri esempi. Ma anche nel trattare soggetti più classici c’è stato chi ha fatto un ottimo lavoro. Mi vengono in mente, oltre ai film di James Wan, in minor misura pellicole come Blair Witch o anche Annabelle 2. Eppure se osserviamo la media qualitativa degli horror, l’asticella è incapace di innalzarsi stabilmente oltre una certa soglia, questo perché molte, troppe, produzioni usa e getta, prettamente commerciali, finalizzate a sfruttare un particolare periodo dell’anno come Halloween e il basso costo di realizzazione, intasano il mercato home video e il circuito cinematografico costantemente.

Sebbene non ci troviamo di fronte al peggio esempio in tal senso, Hell Fest, film diretto da Gregory Plotkin, e in uscita il 31 ottobre, appartiene a questo filone. L’idea è quella di raccontare la nottata in un Luna Park di un gruppo di teen-agers che ricalca pedissequamente le orme del classico team ben assortito tra teste calde, ragazze disinibite, elementi inutili e gente con un quoziente intellettivo che ci fa domandare come è possibile che la legge di Darwin permetta loro di arrivare fino ad un certo punto del film…

Per mascherare l’idiozia dei protagonisti gli sceneggiatori hanno ben pensato di trasformare in scimmie totali tutte le varie comparse, poliziotti e gente che fa letteralmente da sfondo, alle vicende, in modo che in confronto a loro non sembrassero manco cosi stupidi. Anche perché senza la stupidità, semplicemente il film non poteva esistere visto che parliamo di uno slasher in cui un maniac totalmente anonimo con una maschera brutta come poche, senza alcuna ragione ammazza brutalmente i visitatori del Luna Park e insegue, naturalmente, tutto il gruppo di ragazzetti con cui ci troviamo molto difficilmente ad enfatizzare e a preoccuparci per le loro sorti.

Questo maniaco assassino infatti fa un po’ quello che gli pare, spesso e volentieri in mezzo alla folla, poi sparisce nel nulla, ricompare, e non si preoccupa minimamente di qualunque forma di vita intorno a lui. E non parliamo di un Luna Park deserto ma colmo di persone…  Questa condizione totalmente surreale ha personalmente messo un filtro impenetrabile tra me e il coinvolgimento per ciò che accadeva su schermo praticamente per tutto il film, incapace di prendere anche per un solo secondo seriamente quello che accadeva.

E vi dico la verità, l’idea non mi dispiaceva nemmeno. Un film in cui i protagonisti sono perennemente immersi in un contesto horror, un’area del Luna Park completamente dedicata ad esso, piena di input, stimoli, e situazioni possibilmente pericolose ma dichiaratamente false, all’interno delle quali una vera minaccia letale si mimetizza, sorprendendo le sventurate vittime e magari, anche gli spettatori del film. Non era male come premessa, peccato che alla prova dei fatti il film poteva essere ambientato anche a Disney World e non sarebbe cambiato nulla.

L’ambientazione non viene sfruttata quasi mai a dovere, se non giusto in una scena, forse “una e mezza”. Anzi spesso risulta pretestuosa e ancor meno credibile, con attrazioni ed elementi scenografici che difficilmente immagino vedremmo mai in un vero Luna Park. L’assassino gioca a nascondino in tal contesto in maniera estremamente prevedibile. Con atteggiamenti da parte sua, ma ancor più -ripeto- di quanti popolano l’area, imbarazzanti, telefonati, impossibili.

Non essendoci quindi un background narrativo degno di tale nome, il tutto sfocia in sonori sbadigli per tutta la visione. Almeno i miei, nonostante sia un amante di questa roba.

Verdetto

Niente. Hell Fest non ce la fa. Eppure dispiace perché tecnicamente il film non è affatto male, la regia, la fotografia, l’accompagnamento sonoro, addirittura il ritmo del film che ci immerge con la giusta morbidezza all’incubo dei protagonisti, pur non perdendo tempo, sono a mio parere dignitosi. La violenza e il gore non manca e anche qui siamo dalle parti del giusto equilibrio, considerando target di riferimento (chi magari vuole divertirsi un po’ ma senza disgustarsi oltre il limite). Purtroppo tutto ciò si sgretola sotto il peso di una messa in scena ripetitiva, copia-incollata da diecimila altri film simili e spesso altrettanto di bassa lega. Paradossale visto che in teoria lo scopo del film era palesemente quello di confondere lo spettatore per dare nuova verve alle classiche entrate in scena del pazzo di turno. Sarà per la prossima volta.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!