Terza opera del trittico Ubisoft di fine 2020, Immortals Fenyx Rising è un gioiello prezioso

Sin dalla sua presentazione all’E3 del 2019, gli sviluppatori di Immortals Fenyx Rising (all’epoca annunciato col titolo di Gods & Monsters) hanno messo ben in chiaro le loro intenzioni per quanto riguarda questa nuova IP: esplorare in libertà la mitologica greca e farlo prendendosi poco sul serio. Immortals nasce infatti durante la lavorazione di Assassin’s Creed Odyssey, durante la quale il team ha iniziato a maturare l’amore per l’immaginario dell’Antica Grecia. Quello che senza ombra di dubbio non poteva rientrare nell’epopea di Kassandra e Alexios è stato trasportato, senza riserve e compromessi, in questo nuovo open world targato Ubisoft.

Immortals Fenyx Rising è una delle migliori sorprese videoludiche dell’anno, che conclude un trittico della compagnia che ha visto nelle scorse settimane la pubblicazione di Watch Dogs Legion e Assassin’s Creed Valhalla. L’attenzione mediatica, vista anche l’imminente uscita di Cyberpunk 2077, non ha dato però giustizia a un gioco che sarebbe rientrato con facilità tra i migliori dell’anno. Ma vediamo nel dettaglio quali sono i suoi punti di forza partendo da una doverosa premessa contestualizzante.

La tragedia greca

Se si dà un’occhiata anche solo generale alla cultura greca proveniente dal teatro antico o della letteratura omerica, si possono notare con facilità tematiche e caratteristiche che si ripetono assiduamente. Denominatori comuni di queste opere sono la propensione verso racconti violenti, morbosi, incestuosi, e moralmente ambigui.

La storia di Edipo, per esempio, è quella di un uomo a cui viene predetto che un giorno ucciderà il proprio padre e giacerà con la propria madre, gesta che compirà involontariamente nel disperato sforzo di evitarle a tutti i costi. O ancora il mito di Crono, titano del tempo e padre degli Dei che nel tentativo di divorare i propri figli verrà ingannato e imprigionato da Zeus nelle profondità del Tartaro.

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Saturno che divora i suoi figli, Francisco Goya (1821-1823)

Ma parlare di cultura greca significa parlare inesorabilmente anche di arte, religione e soprattutto società. Questa ossessione antica per le tematiche perverse ed estremamente tragiche, era infatti il perfetto diletto per una società che ha rappresentato da un lato un modello di civiltà, e dell’altro i primi esempi di comunità profondamente patriarcale e maschilista, in grado di riflettersi in molti dei racconti misogini perpetrati dal teatro o dalla mitologia.

Ma quello che affascinava più di tutto di queste storie era come venivano rappresentati i personaggi: eroi omerici e Dei dell’Olimpo erano dipinti come essere pieni di pregi ma anche di difetti, in grado di fallire, di non essere perfetti. In sostanza, profondamente umani. La fallibilità umana era ciò che permetteva ad Atena di cedere ai suoi impulsi e agire per rabbia, o ad Achille di soccombere a causa della sua natura imperfetta.

Questi aspetti della tragedia classica e della mitologia greca sono diventati nel corso del tempo i caratteri fondanti dello studio generale sulla narrazione.

Immortals Fenyx Rising eredita questa conoscenza, e ne fa il pilastro portante del suo sviluppo tematico. La nostra protagonista è Fenyx (il personaggio è totalmente personalizzabile anche nel sesso, ma per i fini di una maggiore coerenza tematica ha più senso renderla canonicamente femminile), guerriera alle prime armi che, a causa di una tempesta, naufraga su un’isola dove tutti gli esseri umani sono stati pietrificati e le strade pullulano di bestie mostruose.

All’origine di questi mali c’è Tifone, spaventosa creatura che ha rovesciato l’Olimpo e trasformato gli Dei in animali. L’unico sopravvissuto sembra essere Zeus, che all’inizio dell’avventura si reca da Prometeo in cerca di consigli per risolvere la situazione. Tutto il gioco è infatti narrato dalla voce di quest’ultimo, incatenato a una montagna per aver rubato il fuoco agli Dei e averlo donato agli esseri umani, e commentato da Zeus, che disturberà con frecciatine e battute fuori luogo il racconto di Prometeo.

Fenyx, inoltre, vive all’ombra di suo fratello, rappresentante iconico dell’eroe classico, e delle storie delle grandi imprese compiute dalle divinità. Presa confidenza col posto, si accorgerà che gli Dei e i mostri esistono davvero, e che tutte le storie della sua infanzia erano quindi fondate. In cerca di una propria identità, la nostra eroina si metterà in viaggio per liberare l’isola dal regno di terrore di Tifone.

La nascita della fenice

Il problema iniziale di Fenyx è quello di credere di essere inferiore a tutti, soprattutto se paragonata ai protagonisti delle grandi leggende che compongono la mitologica greca. La convinzione di non essere abbastanza, e che altri invece siano perfetti, è la tematica principale su cui si sviluppa sia la storia che il sistema di gioco. Il mondo di Immortals si divide infatti di quattro diversi territori, ognuno dedicato un Dio spodestato: Afrodite, Ares, Efesto e Atena. Compito del giocatore è aiutare le divinità a ritrovare la propria essenza, cosicché possano aiutare Fenyx nella battaglia finale contro Tifone.

Le storie udite da Fenyx non rispecchiano però la realtà dei fatti, e ogni Dio mostrerà un fragile lato emotivo da dover consolare. Quasi tutti i complessi hanno a che fare con la figura paterna di Zeus, che assiste impotente alle rivelazioni dei tormenti provocati ai propri figli. Da questo punto di vista ogni personaggio della rosa verrà sviluppato in maniera credibile e convincente, partendo sempre dalla base del proprio contesto mitologico.

Inoltre, durante il nostro percorso da psicanalista dell’Olimpo, Tifone ci darà di volta in volta la caccia dal centro della mappa, dove risiede la sua tana e dove si svolgerà la fase finale del gioco. La creatura ci sguinzaglierà addosso quattro spettri di eroi classici, Ercole, Odisseo, Achille e Atalanta, ennesima reminiscenza della tematica del complesso di inferiorità. Durante le sue sfuriate, Tifone continuerà ad accusarci di star distruggendo il suo regno di perfezione, poiché solo lui sa cosa è giusto. Il rifiuto totale del caos e l’imposizione del suo sogno utopistico, fanno di Tifone l’antagonista perfetto per tutti i conflitti esterni e interni dei personaggi.

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I miti greci sono inoltre vera e propria linfa vitale del quest design del gioco. Molto spesso infatti, le missioni principali seguiranno le narrazioni di miti e leggende classiche, dalla nascita di Afrodite dalle spume del mare alle dodici fatiche di Ercole, e l’evoluzione morale di questi racconti. Il citazionismo diretto non è quindi solo finalizzato alla caratterizzazione del contesto, ma è parte integrante di tutto lo sviluppo tematico dell’opera.

Non è solo la presenza di Ercole a essere rilevante, ma cosa Ercole rappresenta nel contesto del racconto. Il gameplay e le meccaniche ruotano quindi intorno al contesto culturale su cui il gioco si basa, o almeno lo fanno nella maggior parte dei casi. Il fatto che tutto Immortal Fenyx Rising sia narrato dalla voce fuori campo di Prometeo, aggiunge poi al tutto un interessante dinamica metanarrativa nella quale ci viene raccontato un mito nel momento in cui siamo alle prese con la risoluzione di un puzzle ambientale relativo a quella storia.

Un modo intelligente di imparare quindi la cultura antica anche tramite il videogioco, obiettivo che la saga di Assassin’s Creed, per esempio, ha sempre cercato di perseguire.

Immortals Fenyx Rising, pur presentandosi come un’opera umoristica e parodistica dell’avventura classica, conserva una grande coerenza tematica in ogni aspetto della sua produzione, caratteristica assai rara per quanto riguarda il mercato tripla A odierno. Forse proprio per questa dimensione poco seriosa, il gioco riesce a concentrarsi su un solo messaggio ed a elaborarlo in ogni sua parte. Non mancano infatti geniali colpi di scena e originali risvolti narrativi, confezionati in una scrittura spensierata ma non per questo banale.

Una grossa grassa commedia greca

Ma Immortals Fenyx Rising è principalmente una commedia. Un’opera buffa in tutti i termini, dallo stile grafico (molto vicino al cartoonesco di Fortnite), dalle animazioni esagerate (ogni nemico una volta sconfitto volerà in cielo come un pallone), dalla scrittura intrisa di comicità che sprizza da ogni riga. Non sono rari i momenti di grassa risata, soprattutto se si riesce a cogliere le numerose citazioni ipertestuali ad altri prodotti (contemporanei e non).

L’umorismo di Immortals è atto a generare un rovesciamento parodico del classico videogioco open world, ribaltando la formula Ubisoft su sé stessa. Il risultato è un mondo di gioco fresco, vivace e divertente, che si distacca dai toni seriosi di qualsiasi altro prodotto del genere sul mercato. Pure la vicinanza con Breath of the Wild, seppur evidente, perde di significato una volta individuata la direzione indipendente che intraprende il gioco. È difficile dunque fare un paragone, in termini puramente di scrittura, con altri prodotti. La commedia è un genere che nel linguaggio videoludico è spesso trascurata, soprattutto in termini di grosse produzioni. L’industria ha paura di non esser presa sul serio, e nutre un continuo bisogno di affermazione che viene compensato tramite prodotti tematicamente “maturi” dove sparare e ammazzare è all’ordine del giorno.

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Tanta enfasi inoltre sull’esplorazione e sui puzzle ambientali, con veri e propri shrine dedicati. Sebbene quest’ultimi possano sembrare un artificio gratuito all’interno del mondo di gioco, a lungo andare si rivelano una delle sorprese più rimarcabili dal punto di vista ludico. Gli enigmi sono divertenti, vari e sorprendentemente ostici, così come le numerose boss fight, che prevedono un doveroso allenamento prima di poterle vincere.

Immortals Fenyx Rising è una vera e propria anomalia del settore. Un gioco che non si prende sul serio ma che allo stesso tempo presenta un tema coerente con sé stesso e ben strutturato. Una scrittura brillante e una direzione artistica che si distacca dalla ricerca del fotorealismo visivo pervadente per concentrarsi su altre direzioni. L’inizio di una saga che si spera possa evolvere in egual modo verso altri immaginari, magari egizi o indiani, per analizzarne cultura e riferimenti.

In termini produttivi forse non siamo davanti alla pulizia tecnica e minuzia dei sistemi di gioco che ci si aspetterebbe dal mercato, ma è proprio questo che rende Immortals così speciale. Siamo di fronte a un videogioco in quale fulcro tematico è l’accettazione dell’imperfezione, lo smontare i miti che ci creiamo, la disillusione. All’interno di un’industria che ci promette sempre la miglior esperienza possibile, Immortals Fenyx Rising è un prezioso gioiello di umiltà da tenersi ben stretti.