Buon Solstizio a tutti quanti!

Attenzione: il seguente articolo contiene spoiler sulla prima stagione dello show e sulla trama dell’episodio.

Reduce da una prima stagione da poco conclusa e ben al di sopra di ogni più rosea aspettativa, Netflix ha deciso di riportare sullo schermo, in occasione delle festività natalizie, Le Terrificanti Avventure di Sabrina, con un episodio speciale (Un racconto di mezzo inverno) che si colloca esattamente a metà tra la fine della prima e l’inizio di quella che sarà la seconda stagione.

L’episodio in questione, della durata standard di cinquantacinque minuti, così come tutti gli altri dieci che compongono la prima stagione, si poneva l’obiettivo di offrire una storia a se stante, non direttamente collocata al proseguimento della trama principale, anche per avvicinare nuovi spettatori, e per non scoraggiarli nel caso in cui non avessero seguito la serie. Ad onor del vero, l’esperimento è riuscito solamente in parte: seppur la storia risulti più “fresca” rispetto al filone narrativo principale, e non si assista ad un proseguimento vero e proprio delle vicende, il tutto risulta fin troppo collegato alle antecedenti avventure, rendendo difficile la comprensione per chi non ha seguito i dieci episodi che compongono la prima parte delle vicende della bella Sabrina Spellman.

Con questo non vogliamo assolutamente dire che l’episodio in questione sia lontano dallo standard qualitativo finora mostrato dalla produzione, ma ci sentiamo di collocarlo un gradino sotto.

https://www.youtube.com/watch?v=iK7ue5c5AwY

Accendiamo il Ceppo di Yule

La trama dell’episodio è incentrata sulla celebrazione del Natale, visto dalla prospettiva sia umana, sia “oscura”, a testimonianza della doppia natura della protagonista.

Per l’occasione, la (non più) bionda protagonista della storia cerca in tutti i modi di sfruttare il clima festoso per riappianare i rapporti con l’amato Harvey, con cui le cose sembrano essersi irreparabilmente compromesse. Proprio sul finale di stagione infatti, il ragazzo, dopo gli ultimi eventi legati al fratello Tommy ed alla doppia natura di Sabrina, ha deciso di allontanarsi da lei. In Un racconto di mezzo inverno, la giovane tenta in tutti i modi di riconquistarne la fiducia, senza però riscuotere particolare successo. Giù di morale a causa della situazione e spinta dal desiderio, presente nel suo cuore sin dall’infanzia, di passare un Natale con lei, Sabrina prova a mettersi in contatto con la madre, che ha scoperto essere intrappolata nel limbo. Tramite una seduta spiritica, con l’aiuto delle tre Sorelle Sinistre e della professoressa Wardwell (che, come sempre, la aiuta per un secondo fine), viene evocato lo spirito di Diana, cui Sabrina chiede per quale motivo non può andare via dal limbo e tante altre cose. Durante la seduta, alcuni spiriti entrano in casa e compromettono l’andamento delle feste per la famiglia Spellman.

Parallelamente vediamo Susy che, dopo aver finalmente raggiunto il lavoro dei suoi sogni, quello di interpretare l’elfo natalizio durante le feste, viene rapita da una misteriosa creatura. Essa si finge Babbo Natale per rapire bambini e trasformarli in statue da aggiungere alla sua collezione.

Tutti questi avvenimenti, slegati tra loro, finiscono con l’intrecciarsi, grazie alla comparsa di un altro personaggio, la strega Greyla, che viene invocata da Hilda e Zelda per liberare la casa dagli spiriti che l’avevano invasa.

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Un Natale (non tanto) magico

Nonostante si tratti di un episodio dal poco impatto sul filone narrativo vero e proprio, assistiamo ad importanti sviluppi di alcuni dei personaggi principali. È impossibile non partire con Zelda, uno dei personaggi più “duri” ed apparentemente cinici della serie, che in questo episodio mostra un lato di sé incredibilmente umano e sensibile.

In verità, questa parte del suo carattere emerge in modo molto forte grazie alla presenza della piccola Leticia, la figlia di padre Blackwood che Zelda decide di portare con sé alla fine della prima stagione. L’autoritaria zia di Sabrina si mostra profondamente legata alla bambina, disposta a tutto pur di proteggerla, e capace di fare scelte difficili per il suo bene.
L’episodio si concentra in modo particolare (ed è proprio per questo che chi non ha visto la prima stagione non può apprezzarlo fino in fondo) anche sul rapporto, sempre più alla deriva, tra Sabrina ed Harvey. Nonostante i tentativi della ragazza di riavvicinarsi, compreso l’utilizzo di espedienti magici anche per aiutarlo con la difficile situazione del padre, il ragazzo appare sempre distaccato e scontroso, assai poco disposto a trovare un punto di incontro. Per lui è proprio la magia il problema, e i tentativi di Sabrina – proprio per mezzo delle arti occulte – di riavvicinarsi 
non fanno che aggravare la situazione. Uno dei motivi per cui la ragazza voleva parlare con la madre era, infatti, proprio questo: come far conciliare la sua natura di strega col rapporto con un umano.

Proprio per questo risulta molto interessante il personaggio di Diana, che, in verità, sembra celare qualche oscura rivelazione o qualche segreto: non sappiamo se e cosa nasconde e solo la seconda stagione (forse) farà luce sulla questione. Quel che è certo è che la sua presenza, anche se breve, ha ridato un po’ di felicità alla famiglia Spellman, che si è ritrovata a passare un Solstizio tutt’altro che felice.

Non se la passa bene – come accennato sopra, nemmeno Susy – salvata soltanto dall’intervento della strega Greyla, chiamata a recitare la parte dell’eroina, nonostante le sue intenzioni tutt’altro che benevole. Ancora una volta è Rosalind a sciogliere la matassa con una delle sue visioni e a mettere in allarme le uniche persone capaci di salvare la ragazza, cosa che, ancora una volta, lascia trasparire il bellissimo e profondo rapporto tra le due amiche, nonostante le differenze tra loro.

Ci è dispiaciuto constatare la mancanza di uno dei personaggi più importanti e belli della prima stagione, padre Blackwood, completamente assente durante l’episodio. Ci saremmo aspettati di vederlo all’opera con una delle sue solite macchinazioni, ma purtroppo così non è stato.

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Chi troppo vuole…

Tutto sommato, l’episodio risulta piacevole, ma presenta forse troppi “momenti morti”, che in episodio singolo sarebbero da evitare. La causa potrebbe essere attribuibile proprio alla volontà di portare sullo schermo un racconto marginale ma quel ne risulta è un prodotto ibrido, che tenta di fare tutto riuscendoci soltanto a metà, non aggiungendo né togliendo nulla allo show.

Sicuramente, però, qualche ottimo spunto d’interesse c’è e sviluppare alcune delle situazioni messe in piedi durante l’episodio, come ad esempio il rapporto tra Zelda e la piccola Leticia ed il ruolo che la bambina avrà effettivamente nella storia, potrebbe rappresentare un’intrigante aggiunta al materiale della seconda stagione.

Niente da dire sulla sceneggiatura e sulla direzione artistica, con la qualità complessiva che si allinea senza fatica a quella dello show originale. Tutto è perfettamente al suo posto, l’atmosfera è quella a cui eravamo abituati, lo stile è calzante: nulla farebbe pensare ad un episodio slegato alla storia principale. E, infatti, anche Netflix lo presenta come “Episodio 11” della Stagione 1. Un piccolo dettaglio, certo, ma che in fin dei conti sembra voler dire tante cose.

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Verdetto

Un racconto di mezzo inverno, lo speciale natalizio de “Le Terrificanti Avventure di Sabrina” è un episodio riuscito solo a metà, senza infamia e senza lode, che si pone diversi obiettivi, raggiungendoli tuttavia solo in parte. A far storcere il naso è soprattutto la difficile collocazione cronologica dell’episodio, fin troppo legato agli avvenimenti mostrati nella prima stagione e non proprio comprensibili a chi non ha seguito lo show. Non sarebbe un problema, normalmente, ma ponendosi l’obiettivo di risultare appetibile sia per i fan sia per per i neofiti, questa scelta si rivela alquanto infelice.
Per il resto, comunque, ci troviamo di fronte ad un episodio tutto sommato piacevole da vedere, che mette l’accento ancora una volta sull’importanza della famiglia ma che, alla fin fine, sembra dimenticarsi dello spirito natalizio, distaccandosi forse fin troppo da quel che doveva essere il perno dello show. Sia chiaro, non si tratta di un brutto episodio ma, da una delle serie più eccitanti di questo 2018 ormai avviato alla conclusione, ci saremmo aspettati qualcosina in più.

Salvatore Cardone
Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.