I tuoi amichevoli blocchetti di quartiere

Dopo lo straordinario successo di Lego Marvel Super Heroes, Traveller’s Tale torna a deliziarci con i popolari eroi Marvel in salsa Lego, complice la recente uscita di Thor Ragnarok, e l’hype annesso all’universo cinematografico che ormai è raffigurabile come una scimmia di considerevoli dimensioni su più o meno buona parte dell’umanità. Ormai paladini del videogame in salsa Lego ( o dei Lego in salsa videogame se preferite), TT ci riconsegna quindi Lego Marvel Super Heroes 2 (da ora in poi lo semplificheremo in LMSH2), che partendo dagli spunti free roaming del primo, delizioso, episodio, ci propone uno dei pacchetti Marvel più affollati di sempre con oltre 230 tra eroi e villain da poter liberamente utilizzare nel gioco!

Consci di avere per la mani due brand dal fortissimo impatto culturale, capaci di calamitare tanto l’attenzione dei grandi quanto dei più piccoli, i ragazzi di TT Games confezionano, come da tradizione, un titolo carico di riferimenti e nostalgia, ma sorretto da uno spirito leggero e caciarone, praticamente incapaci di prendersi sul serio qualunque sia la situazione. Questo piccolo pregio narrativo e citazionistico è un po’ il punto di forza della linea Lego di Traveller’s Tale che incede su questi passi praticamente fin dalle origini, e che da Lego Harry Potter in avanti non ha fatto altro che trovare i giusti pretesti (tra citazioni e strizzate d’occhio) per convincere anche i più stagionati a mettere le mani su quello che è un titolo fondamentalmente per giovanissimi, senza sfide particolarmente gravose ma non per questo privo di un certo mordente. E così sulla falsariga di un incipit preso di peso da Guardiani della Galassia 2, LMSH2 ci offre una lunga avventura nei panni di alcuni dei più disparati personaggi Marvel, con grande attenzione per i beniamini cinematografici e con un certo gusto per alcune delle più popolari versione alternative (come l’universo futuristico 2099 o il più recente Universo Noir). Il pretesto per questa royal rumble a base di mattoncini è l’arrivo nel nostro universo di Kang il Conquistatore, machiavellico e malvagio villain del futuro che a bordo della sua nave spaziale a forma di titanica spada, mette prima scompiglio nello spazio e poi sulla Terra, obbligando gli Avengers in primis a fronteggiarne la minaccia.

La potenza di Kang è però enorme, e dalla sua ha anche la capacità di controllare il tempo tanto che questi non decide di mettere in scacco il solo pianeta Terra, ma addirittura diverse epoche passate e future, fondendo il tutto in un unico mondo che prenderà il nome di Chronopolis. Mescolando la Manhattan degli Avengers al far West e al Wakanda, riprendendo la cittadella Kree di Hala ma anche la sabbiosa Sakaar, Chronopolis ci permetterà di visitare ben 18 aree diverse, che tra grandi e piccole si mescoleranno in un’unica enorme mappa, con tanto si paesaggi sottomarini, sotterranei e spaziali. A noi giocatori, ed agli eroi Marvel, ora tutti assieme nello stesso universo/linea temporale/città, lo scopo quindi di sconfiggere Kang, riportando l’ordine e la pace nelle varie linee temporali al fine di riportare le singoli parti di Chronopolis nelle rispettive realtà originali. La qual cosa si potrà risolvere in circa una decina di ore ad esser svelti, con l’ovvia possibilità di condividere questa, come le tante altre attività in game, assieme ad un amico nella mai troppo amata cooperativa locale.

Nonostante il pretesto sia assolutamente Marvelliano, e faccia persino il verso ad una delle più recenti reiterazioni fumettistiche della casa delle Idee (le ultime Secret Wars per inciso), MLSH2 non fa nulla per prendersi sul serio, ed anzi mantiene i toni sempre scanzonati e leggeri anche in quelle scene che richiamano ad un minimo insindacabile di epicità. Si tratta del resto di un titolo fortemente dedicato ad un pubblico molto giovane, il cui appeal sul pubblico adulto sta, come detto, nella fusione dei due brand e nei richiami ricchissimi al mondo Marvel a fumetti. Ciononostante è evidente la volontà di strizzare l’occhio al mondo del cinema, la qual cosa significa in primis mettere al centro del’attenzione personaggi ormai imprescindibile per la pellicola, come Iron Man, i Guardiani della Galassia o Thor, rappresentati taluni proprio nel loro aspetto cinematografico, con tanto di movenze atte a ricordare certe scene dei rispettivi film. D’altro canto questa scelta ha significato anche lasciare da parte un set immenso di personaggi, a nostro dire immancabili in un gioco del genere. E se dunque possiamo giocare con Spider-Man (ma solo perché il personaggio è attualmente condiviso, in termini di licenza, con Sony), dall’altro scordatevi di vedere Wolverine o i Fab 4, personaggi centrali del primo capitolo, e qui completamente glissati senza alcuna scusa. Certo fa piacere ritrovare Howard il Papero, Man Thing o Freccia Nera, e l’animo più nerd sobillerà quando si vedrà davanti personaggi come Eson, Modok, Throg o Korvac, ma la mancanza di certi beniamini, visto il roster offerto, è quasi imperdonabile.

Detto ciò, la campagna offre una storia molto corale, divisa in 20 missioni principali in cui ci troveremo a combattere i cattivoni con squadre di 3 o 4 elementi, selezionati per motivi di trama dal gioco. Lo scopo è prettamente quello di darci modo di utilizzare molti dei beniamini succitati, il cui vezzo è quello di offrire un buon numero di abilità attive e passive, diversificate quel tanto che basta da dare un senso alle numerosissime minifig presenti il che, considerato il passato della serie, era un qualcosa di più che auspicabile. Non di rado i giochi Lego del passato avevano infatti offerto pochissime diversificazioni in termini di personaggi. Qui invece il roster, pur avendo moltissimi cloni, copie e versioni alternative, riesce comunque a farsi apprezzare, sebbene è ovvio che rintracciare oltre 200 personaggi è più un vezzo collezionistico che una reale necessità. C’è da dire che se la diversità offerta in termini di personaggi e situazioni cerca di appianare il più possibile la noia, è altrettanto scontato che la semplicità di sottofondo e lo spirito assolutamente user friendly dell’opera finiranno comunque per annoiare i più vecchiotti di voi, complice anche l’umorismo Lego che, per quanto piacevole all’inizio, come da tradizione finisce per stancare un po’. E questo è, a nostro giudizio, una pecca del brand tanto nei videogame quanto al cinema. Le attività extra narrative, per altro, non riescono a fare molto di meglio, anche se segnaliamo anche qui un numero esagerato di diversificazioni ed interazioni, tale che raramente finirete per fare due missioni secondarie simili e di fila, il che rende anche una chiara idea di quanto il gioco possa essere stimolante e, per certi versi, appagante alla fine dei titoli di cosa, quando Chronopolis si lascerà ancora esplorare per il completamento di tutto ciò che vi sarete lasciati alle spalle.

In chiusura un apprezzamento d’obbligo alle boss fight, per altro numerosissime, e tutte caratterizzate da sfumature e situazioni molto diverse, palesemente architettate per dare il meglio in coop, ma comunque godibilissime anche in sigle player. I Boss, tanto per la scelta dei villain quanto per le situazioni messe in piedi per sconfiggerli nelle diverse fasi dello scontro, sono forse il punto più alto della produzione. Complice una caratterizzazione certosina, ma anche l’intelligenza di non puntare pedissequamente ai più ovvi e scontati volti del cinema o dei fumetti.

Messa da parte, quindi, la campagna principale, ci troveremo dinanzi ad un nugolo di attività extra, nonché ad una mole di collezionabili veramente notevole che, come da tradizione, impiegherà buona parte delle vostre partite. Dai fumetti da collezionare a colpo di “minikit”, alle gare automobiliste o in volo, passando per Stan Lee, sempre bisognoso di essere salvato da qualche buffa disavventura, arrivando infine proprio agli eroi in versioni minifig. LMSH 2 è un open world piccolo ma massiccio, in cui il backtracking è diretto discendente di un certo modo di fare platform game che ormai sembra essersi perso nel tempo. Pregio fondamentale è la costruzione dei livelli, non solo per la continuità data dalla fusione dei mondi di Chronopolis, veramente azzeccata ed esteticamente appagante, ma anche per le scelte di level design attuate tanto alla mappa in sé quanto ai livelli dello story mode, arzigogolati e costruiti di fino, fantastici nel trovare il giusto compromesso (e i giusti limiti) a quello che è un roster di personaggi difficilissimo da gestire considerati eroi volanti e simili. Il risultato è un enorme mondo di lego da esplorare in lungo e in largo, ricchissimo di attività e segreti, ed anche capace di creare un certo fascino per l’esplorazione, che può essere quindi goduta come si vuole, tanto in piccolo gironzolando per i diversi quartieri della città, tanto in grande divertendosi a volare da un capo all’altro di Chronopolis, in quella che è una summa riuscitissima ed efficace, sorretta da una direzione artistica che, nonostante i limiti imposti dal marchio Lego, riesce comunque a farsi apprezzare, finanche a sperimentare un po’.

Dal punto di vista tecnico, se da un lato abbiamo la più bella ricostruzione Lego mai vista in veste videoludica, nonché una cura quasi maniacale per la riproduzione dei materiali (certe cose sono davvero esagerate in termini di qualità), dall’altra abbiamo una serie di passi falsi che crucceranno per lo più la fetta adulta dei giocatori, più che quella dei piccini. Il gioco, ad esempio, è sorretto da un puntualissimo doppiaggio in italiano, ottimo per far godere a tutti delle diverse scenette a base di blocchetti, ma a fronte dei tanti personaggi messi in campo, ci renderemo ben presto conto di aver a che fare con meno di una decina di doppiatori, creando spesso un effetto quasi confusionario in molti, moltissimi frangenti. Gli stessi doppiatori sono, per altro, impegnati anche come voci dei numerosi NPG in giro per la Chronopolis, e ben presto avrete veramente l’impressione di sentire sempre la stessa voce, con un effetto che spezza notevolmente il coinvolgimento dello spettatore. Se questa grana è, tutto sommato, molto minore, ad aver gravato sulla nostra partita sono stati una serie di bug veramente imbarazzanti. Compenetrazioni ingestibili che ci hanno obbligato al reset, ma anche alcuni scontri irrisolvibili a causa di diversi bug hanno minato il nostro divertimento, obbligandoci almeno 3 o 4 volte a ricominciare da capo il che, considerata l’assenza di un checkpoint efficiente durante la missione principale ci ha irretiti non poco. Un peccato, perché il lavoro di luci, filtri e persino di particellari è notevole considerato il titolo, e sarebbe stato ulteriormente avvalorato da un lavoro di pulizia che, comunque, si fa ancora in tempo a patchare.

Verdetto

Lego Marvel Super Heroes 2 è un gioco enorme e divertente, forse la sintesi migliore creata ad oggi da TT Games per ciò che concerne il mondo Lego e qualunque altro universo narrativo. Il titolo avrebbe potuto brillare ben oltre la sufficienza se non fosse per una serie di leggerezze atte, più che altro, a renderlo digeribile ad un pubblico di giovanissimi. Una difficoltà ridicola ed un humorismo ormai un po’ forzato sono i vincoli da cui Traveller’s Tale dovrebbe liberarsi per rendere la sua linea di produzioni Lego davvero alla portata di tutti. Il che sarebbe auspicabile considerata la qualità ormai raggiunta dalla produzione che, al netto di qualche incertezza di programmazione, regala mondi sempre più vasti e articolati, impreziositi da una costruzione tecnica e da una direzione artistica sempre ispirata e coinvolgente. TT Games è, a nostro giudizio, ormai l’ultimo sparuto team di sviluppo a portare alta la bandiera del platform tridimensionale, non tanto per la capacità di competere con robe come Mario Odyssey, ma per l’abilità di produrre serratamente titoli che, nonostante i freni astringenti di più licenze, restano capaci di divertire e intrattenere senza mettere da parte la qualità. A questo punto ci vorrebbe un bel colpo di spugna per mettere da parte le meccaniche più vecchie e stantie e fare largo ad un nuovo e più appagante mordente.