Burattinai con il mal di testa

Oasis Games è una nuova società cinese che sta cercando di entrare nell’industria videoludica con i primi prodotti. Uno di questi progetti è dedicato a PlayStation VR e si chiama Light Tracer.

Light Tracer è un gioco piuttosto originale per essere un gioco in realtà virtuale, si tratta infatti di un platform dal gameplay più o meno canonico, che però viene totalmente stravolto nella sua “esecuzione” dalla prospettiva del VR. La prima cosa da sottolineare è che non abbiamo il controllo diretto della simpatica protagonista del gioco (il cui background narrativo è così aleatorio e banale da non richiedere secondo me alcuna menzione), ma di una misteriosa entità, di cui vestiremo i panni in prima persona. Lo scenario di gioco, sospeso a mezz’aria e circoscritto in un’area molto piccola, sarà infatti completamente sotto il nostro controllo. Grazie ai Move, che vi serviranno necessariamente, potremmo con la mano sinistra “manovrare l’area di gioco”, ruotarla a destra e sinistra, allontanarla, avvicinarla, guardarla da sopra o da sotto, insomma, potremmo gestire il punto di vista come preferiamo. Questo sarà fondamentale visto che la sfida si sviluppa con una spirale di piattaforme che naturalmente celano ostacoli ad ogni angolo. Nella mano destra invece stringiamo uno scettro da cui parte un raggio. Molto semplicemente, dove puntiamo il raggio, li si dirigerà la piccola avventuriera. Il tasto del salto completa sostanzialmente quelli che sono i controlli di un platform estremamente semplice, ma ben strutturato.

Come detto, il gioco si sviluppa in verticale, ma il percorso da seguire è spesso molto stretto, e anche nella semplice deambulazione dal punto A al punto B è inserito quindi un fattore sfida inedito per il genere, che costringe a stare sempre sull’attenti. Un passo falso infatti, e si cade nel vuoto, dovendo ricominciare dall’ultimo checkpoint. Ecco, proprio sul discorso dei passi falsi, vengono al pettine tutti i problemi di Light Tracer. La questione è duplice: sulla carta, tutto funziona a meraviglia. I percorsi sono veloci, senza punti morti, ci sono salti, cambi di rotta, piattaforme da sollevare, spostare a destra e sinistra, monete da recuperare per aumentare il proprio punteggio. Non solo, ci sono percorsi ad ostacoli, semplici ma efficaci enigmi ambientali, e addirittura boss battle dalle meccaniche semplici ma divertenti. Non c’è davvero nulla da recriminare al level design di Light Tracer, che sicuramente si tratta di un gioco senza pretese, ma offre dei contenuti ludici francamente adeguati ad un sano e divertito intrattenimento di circa 4 o 5 ore (il gioco è diviso in 8 capitoli che corrispondono ai vari piani della torre). Anche sul piano grafico e sonoro, a dirla tutta, vige la legge: semplice ma non raffazzonato. Un prodotto più che dignitoso sotto tutti i punti di vista quindi. Eppure, c’è purtroppo un elemento che fa crollare buona parte del castello,e parliamo paradossalmente di quello che avrebbe dovuto essere il suo punto di forza:il sistema di controllo. 

Purtroppo tutto funziona in maniera sporca ed abbastanza imprecisa. Girare virtualmente lo scenario con la mano vi farà spesso innervosire, perché la telecamera si incastrerà spesso in visuali poco chiare, allo stesso modo, e di conseguenza, il sistema di controllo tramite puntatore fa il suo dovere a metà, perché dovrete spesso talmente lavorare sull’aggiustamento della camera per vedere bene il percorso da far fare alla piccola amica, che quando riuscirete a completarne  un pezzo, non vi sentirete cosi divertiti dall’azione effettuata. E quando cadrete per sbaglio per un salto non riuscito (non precisissimi nemmeno quelli) o per qualsiasi altro problema di visuale, sarà veramente frustrante dover rifare quel pezzo.

Verdetto

Light Tracer è un gioco che mi lascia molto combattuto. Non c’è dubbio che l’idea alla base sia buona e la realizzazione della stessa in termini di game design funzioni. Purtroppo però interfacciarsi con tale concept è stato reso più ostico del dovuto. Ed è un collo di bottiglia che finisce per svilire un titolo altrimenti veramente convincente. Controlli cosi lacunosi soprattutto per quel che riguarda l’interazione con lo scenario, cozzano estremamente con la precisione richiesta dal gioco. E quando la sfida consiste nel barcamenarsi e abituarsi ad un sistema di gioco non così esaltante, allora parliamo di una sfida deleteria. Fortunatamente, tutto sommato, ad un certo punto ci si abitua davvero e bene o male si comincia ad apprezzare di più il lavoro fatto sui livelli. Ma a quel punto il gioco probabilmente avrà poco ancora da offrirvi per sentirvi completamente appagati dell’esperienza fatta. Un titolo dall’ottimo potenziale e sicuramente in qualche modo apprezzabile, ma solo a patto di scendere a qualche compromesso e di trovare realmente intrigante il gameplay.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!