Dylan Dog 377 – Non umano

Sangue su Londra

Parte forte il 2018 dylaniato, anno che vedrà tanti, graditi ritorni sulla pagine dell’Indagatore dell’Incubo, a cominciare dal prossimo mese. Ma già questo gennaio non delude, con una storia vampiresca e orrorifica realizzata da Giancarlo Marzano e Giulio Camagni.

Le strade della capitale britannica vengono macchiate dai cadaveri di poveri innocenti, uccisi da un misterioso killer che finora sembra essere riuscito ad eludere la polizia. Scotland Yard brancola nel proverbiale buio, anche perché l’unica cosa che collega gli omicidi sembra essere la nazionalità delle vittime, quasi tutti immigrati o figli di immigrati. Dylan, nel frattempo, frequenta Tracy, una poliziotta costretta a turni di lavoro massacranti proprio a causa dell’emergenza che funesta la città. Una notte, la donna viene aggredita dall’assassino ma, a differenza del suo collega, riesce a cavarsela… L’inquilino di Craven Road deciderà di mettersi sulle tracce dell’aggressore, imbattendosi in qualcosa di “non umano”!

Giancarlo Marzano è un altro dei veterani di lungo corso di Via Buonarroti, un nome conosciuto tra i lettori Bonelli e anche tra quelli di Dylan Dog. Ultimamente aveva raccolto risultati non lusinghieri, ma stavolta torna sulla scena con una storia più che valida dove trova il tempo per realizzare una vicenda intrigante, citare il grande passato dell’Old Boy e portare un po’ di sano splatter, che male non fa. Inoltre, riesce perfino a proiettare una luce inquietante su alcuni aspetti della modernità, mai attuale come adesso. L’unica pecca della sua sceneggiatura risulta essere l’utilizzo forzato e a tratti inutile di un personaggio proveniente direttamente dai tempi d’oro di Sclavi, una buona idea che sicuramente poteva essere gestita meglio. In definitiva quello di Marzano è comunque un ottimo lavoro, un piccolo gioiello di regia del fumetto e dei tempi della narrazione assolutamente godibile. Ad accompagnarlo, troviamo un bravissimo Giulio Camagni, particolarmente adatto a questa storia fatta di atmosfere cupe, fosche, dove non manca l’occasione per spruzzare un po’ di deformità che a tratti sa di grottesco, di assurdo. L’anno comincia nel migliore dei modi e quasi sicuramente proseguirà meglio, con l’albo di febbraio del duo Gigi Simeoni e Giovanni Freghieri.

Voto: 7

Tex 688 – Il messaggero cinese

Intrighi a San Diego

Riprendono i festeggiamenti per questo settantennale texiano, destinato a durare tutto l’anno. Dopo la trasferta poco felice in una perduta città spagnola, ecco che i nostri rangers si tuffano in una storia piena di complotti, assassini e loschi personaggi. In tutto nella misteriosa San Diego del diciannovesimo secolo, dove prospera una delle comunità cinesi più vaste d’America.

Durante una caccia ad un paio di scavezzacollo, Tex e Carson si imbattono in un giovanotto di origini asiatiche: Charlie Xu. Il ragazzo è un corriere ingaggiato per trasportare i soldi onestamente guadagnati dai suoi connazionali a San Diego, da cui partiranno per arrivare alle famiglie rimaste in Cina. I due uomini di legge decidono di scortarlo fin là, ma il ragazzo non gli ha detto tutto. Infatti, si trova in città per cercare le tracce di una sua cugina scomparsa, di nome Sun, che sarebbe dotata di misteriosi poteri. Cercandola per le strade di Chinatown, i nostri eroi si troveranno contro un uomo potente e apparentemente inarrestabile: lo Zio Wu!

Muovere le fila di questa avventura texiana spetta a Pasquale Ruju, che negli ultimi tempi abbiamo visto spesso gestire storie in due tempi dal risultato sicuro. Qui ritorna cambiando ambientazione e propendo un vecchio classico: Tex che incontra una comunità straniera in difficoltà, vessata dal prepotente di turno ovviamente in combutta con le forze di polizia del luogo. E, pur di aiutare gli oppressi, la creatura di Bonelli e Galep non aspetta certo l’invito e prende a pugni tutti quelli che incontra. Dietro questo canovaccio estremamente classico si cela una trama godibilissima, piacevole e scritta con grande maestria da un Ruju in grande forma. Del resto, quando si punta su strade consolidate l’unico sistema per variare un po’ è quello di giocarsela sui dialoghi, qui praticamente perfetti e precisi virgola dopo virgola. Ad illustrare queste 111 tavole troviamo un altro ex dylaniato di razza: Ugolino Cossu, ormai un veterano dalle parti delle praterie del west dopo aver lasciato gli orrori di Craven Road. Un Cossu non eccelso ma sempre affidabile, che porta a casa i disegni nel suo solito stile preciso, un disegnatore di sicura abilità quando si tratta di affidare una sceneggiatura alle sue matite.

Voto: 6.8

Dampyr 215: Chinatown

La donna volpe

Continuano le trasferte in giro per il mondo di Harlan Draka e compagni. Dopo essere stati a Strasburgo nello scontro col temibile Giocattolaio, i nostri cacciatori di vampiri preferiti tornano in America, questa a volta a San Francisco. Ma si immergeranno nell’unica parte della città che sembra provenire direttamente dalla lontana Asia: il quartiere cinese, sulle tracce di un nuovo Maestro della Notte.

Nel diciannovesimo secolo, la Chinatown della neonata San Francisco era controllata da Ah-Toy, una splendida donna che dettava legge con i suoi bordelli e l’astuzia delle sue servitrici. Dopo quasi un secolo, la misteriosa signora ritorna per riprendersi ciò che le appartiene e, per farlo, decide di servirsi di Johnny Lee, un improvvido gangster attaccabrighe. I due mettono a ferro e fuoco i vari covi della Triade, la malavita locale, uccidendone i membri a più riprese. Tuttavia, una nostra vecchia conoscenza, il poliziotto vampiro Jim Fajella, indaga e scopre che dietro la continua strage di mafiosi si cela qualcosa di strano. Allora chiama alcuni suoi amici di lunga data, gli unici capaci di aiutarlo: Harlan, Tesla e Kurjak.

Claudio Falco, saggio veterano della continuity dampyriana, prosegue in questo suo ciclo iniziato diversi mesi fa in cui ha portato il nostro cast in viaggio ai quattro angoli del globo. Purtroppo nel farlo si è sempre adagiato troppo sullo schema classico della serie, ovvero Maestro della Notte di turno, località esotica, uno o più comprimari e inevitabile risoluzione finale. Un canovaccio veramente consueto che più volte rischia di annoiare, soprattutto perché ripetuto a getto continuo. Ci vuole una grande padronanza del mestiere per evitare di incorrere alla noia, cosa che Falco ha dimostrato di fare in alcune occasioni e in altre no. Qua si tiene un po’ a metà tra le due tendenze, così che la storia non risulti particolarmente da amare ma neanche odiare, tuttavia continuare su questa strada può essere un azzardo e la speranza è che presto la testata cambierà corso, perché altrimenti si rischia il vicolo cieco. Niente da dire, invece, sugli splendidi disegni di Luca Raimondo, estremamente dettagliati e dinamici in ogni tratto e vignetta. Alla fine il suo lavoro vale pienamente il prezzo del biglietto.

Voto: 6.3

Dragonero Adventures 4: Oltre il vallo

Trasferta oltre confine

Quarta uscita per lo spin-off dedicato alle avventure del giovane Ian, in compagnia dell’altrettanto adolescenti Gmor e Myrva. Questa volta, dopo aver affrontato misteri e creature mostruose nei dintorni di Silveridhe, i nostri eroi partono per una trasferta nelle Terre dei Draghi, dove dimorano gli Algenti e tanti animali spaventosi!

Oltre il Vallo: Per recuperare il terzo ingranaggio del leggendario libro di Trikketrakke, il mago talpa spedisce i suoi piccoli aiutanti al di là del muro che separa l’Erondàr dai regni degli Algenti. Tra predatori feroci, insetti giganti e servitori meccanici, solo una grande prova di coraggio permetterà ai tre avventurieri di fare ritorno a casa!

Il bruco vorace: Di ritorno dall’impresa, Ian e Myrva scoprono di aver portato con loro un ospite indesiderato. Si tratta di un bruco insaziabile che mangia di tutto e, ogni volta, diventa sempre più grande finché è impossibile nasconderlo! Riusciranno i due fratelli a portarlo nel bosco prima che il loro precettore, l’austero Meyer, se ne accorga?

Dopo tre numeri scritti in solitaria da Stefano Vietti, tocca finalmente anche al co-creatore, Luca Enoch, destreggiarsi con la versione young dei suoi protagonisti. Un primo approccio che si rivela subito vincente, dato che lo sceneggiatore realizza due storie assolutamente divertenti e godibili. Nella prima, porta Ian, Myrva e Gmor nelle lande inospitali degli Algenti, dove spesso sono transitate le loro controparti adulte, mentre nella seconda dà vita ad una bizzarra vicenda grottesca e spassosa. Albo dopo albo, questa testata parallela rivela sempre più la sua stabilità e si conferma come una lettura estremamente soddisfacente. Anche, naturalmente, grazie al comparto grafico che questa volta vede all’opera Luca Claretti e Vincenzo Riccardi, coadiuvati rispettosamente dai colori di Mattia de Iulis e Riccardo Rullo. Plauso finale per la splendida e dinamica copertina di Riccardo Crosa, che ci sta prendendo gusto in questo suo nuovo ruolo, sfornando piccoli capolavori uno dopo l’altro.

Voto: 7

Dragonero 57: Prigioniero!

L’Erondàr in fiamme

Secondo atto per il conflitto destinato a cambiare per sempre lo status quo di Dragonero. Dopo il primo capitolo, magistralmente narrato da Stefano Vietti e straordinariamente illustrato da Giancarlo Olivares, il palcoscenico ora si allarga e arriva a toccare tutte le terre dell’incredibile epopea fantasy targata Sergio Bonelli Editore!

Prosegue la guerra che infiamma l’ecumene! Dopo aver conquistato la capitale, le Regine Nere lanciano un attacco simultaneo a tutte le principali roccaforti dell’Impero, assestando un colpo potenzialmente letale. Le guarnigioni militari vengono assediate, le difese cedono e le mura crollano. La morsa del nemico si fa sempre più forte, giorno dopo giorno. Riusciranno Ian, Gmor, Sera e Myrva a riorganizzare le forze per rispondere alla tremenda offensiva? E, eventualmente, cosa dovranno sacrificare per salvare il loro intero mondo?

Dragonero 56 aveva cominciato col botto la saga più attesa per i fan del Romevarlo, un inizio sorprendente ed inatteso che vedeva i nostri eroi affrontare un’invasione. Ora il conflitto si allarga, il nemico non si ferma neanche un secondo per riposare e sguinzaglia le proprie truppe da un capo all’altro dell’Erondàr. Un momento cruciale, una grande, lunga panoramica raccontata da un Luca Enoch decisamente ispirato che ci riporta in tanti dei luoghi storici della testata, facendoci rivedere affezionati personaggi confrontarsi con la minaccia in arrivo. Sfrutta lo stratagemma del montaggio alternato per restituirci la sensazione globale di una guerra che coinvolge terre diverse, senza sbagliare neanche un colpo e costruendo una sottile tensione che lascia annichiliti dopo ogni pagina. Ad aiutarlo in questa sua “visione d’insieme” troviamo un grande disegnatore che risponde al nome di Giuseppe de Luca, chiamato ad un compito non semplice: portare l’inquadratura da una parte all’altra di un continente. E lo fa gestendo alla perfezione gli stacchi, i raccordi tra una scena e l’altra, unendo il tutto come neanche una telecamera cinematografica avrebbe saputo fare. Soprattutto senza dimenticarsi i collegamenti tra le varie sequenze e i riportando fedelmente i particolari di ciascun luogo, soprattutto quelli già visti in altre storie della serie. Un numero eccellente che conferma l’inizio di una saga straordinaria.

Voto: 7.5

Dylan Dog Color Fest 24 – Strani giorni

Un febbraio di colori

Si rinnova l’appuntamento trimestrale con la pubblicazione più innovativa e sperimentale della creatura di Tiziano Sclavi: il color fest! Dopo Il Convento del vuoto, che ha chiuso degnamente un buon anno dylaniato in multicolor riportando sulle scene Giovanni Freghieri e Giovanni Barbieri in una storia lunga, stavolta si torna alla formula dei racconti brevi, ma con qualche succosa variazione!

Di mostri, incubi e ragazze: Dylan si innamora perdutamente (tanto per cambiare) di una sua cliente, che però rischia di trasformarsi in una tremenda creatura in seguito ad una vicenda poco chiara… Allora, per l’Indagatore dell’Incubo questo avvenimento diventa l’occasione per riflettere su se stesso, sul suo concetto di amore e sugli orrori che quotidianamente gli capita d’incontrare.

Spazio sotto sfratto: L’appartamento di Craven Road 7 è in subbuglio!Qualcuno ha spostato tutto il mobilio ed è quasi impossibile muoversi. Come se non bastasse, un enigmatico messaggio dal padrone di casa porta ad un’insolita ingiunzione di sfratto…

L’isola dei morti: Convocato con urgenza da Madame Trelkovski, il nostro eroe si trova catapultato in un’impresa assurda. Dovrà entrare insieme alla medium in uno dei quadri mai trovati del pittore Arnold Böcklin, intitolato l’isola dei morti, per riportare dal mondo dei morti una giovane anima finita dall’altra parte per errore…

La natura sperimentale del Color Fest è da sempre uno dei suoi tratti distintivi eppure stavolta, se possibile, lo è ancora di più. Infatti presenta tre storie accomunate solo dal fatto di essere tra loro diversissime, sia nell’impostazione che nella lunghezza. Comincia con Di mostri, incubi e ragazze, un racconto di appena 15 pagine che in realtà diventa quasi subito il pretesto per ammirare le bellissime tavole dipinte di Alessandro Baggi. Spazio sotto sfratto ha invece un gusto molto più classico, sia nei disegni (ad opera di Gianluca Acciarino e colorati da Andres Mossa) che nella sceneggiatura di Dennis Casale, che trova un ottimo spunto su cui intrecciare una vicenda godibile e piacevole. La terza, invece, L’isola dei morti si merita un’attenzione particolare perché porta alla ribalta un tandem di sicuro avvenire e di già solido presente: Michele Monteleone e Giulio Rincione. Il connubio tra questi due autori è cosa risaputa così come il loro affiatamento. Non a caso, entrambi tirano fuori un’ottima performance, soprattutto per quanto riguarda i disegni di Rincione, capace di trasportare il suo stile personalissimo su Dylan senza affanno o timore. Del resto ce n’eravamo già accorti nel grouchino di Lucca e speriamo di rivederlo presto.

Voto: 7.5

Le Storie 65 – Il terzo giorno

Orrore da sotto il mare

Dopo averci portato nell’Antica Grecia e averci fatto combattere nella Guerra del Peloponneso, le Storie (come da tradizione) cambia completamente ambientazione per portarci su una lugubre spiaggia dove sta per consumarsi… La fine del mondo! Del resto, ormai ne abbiamo viste talmente tante sulla testata antologica della SBE che non ci stupiamo più di nulla.

Notte. Piove incessantemente da svariate ore e una macchina scorrazza nelle tenebre alla ricerca della salvezza. È guidata da tre gangster, appena tornati da un colpo importante: Carl, Leopold ed Esperanza. Mentre il tempo continua a peggiorare, proseguono nella loro rocambolesca fuga senza sapere a cosa vanno incontro. Lo scoprono presto, quando per sbaglio investono qualcuno, un vagabondo che passava lì per caso. Solo che non è un comune vagabondo e porta i segni di un male antico, potente, che si prepara a fare ritorno per trasformare la terra nel suo regno… Qualcosa di orribile, di tremendo e di oscuro si è risvegliato, una divinità crudele che Carl, Leopold ed Esperanza dovranno combattere con tutte le loro forze, se vogliono sopravvivere.

Questo numero de Le Storie porta con sé tante firme importanti che rischiano di non passare facilmente inosservate. Ai testi, infatti, troviamo le giovani leve Isaak Friedl e Marco Nucci, due promesse che piano piano si stanno conquistando sempre più spazio all’interno della Bonelli. Meritatissimo, tra l’altro, come mostra questa storia che sembra partire da suggestioni prettamente noir e gangster per poi trasformarsi in uno straordinario horror che ricorda tantissimo i survival a tema zombie che, da anni, occupano stabilmente le console di mezzo mondo. Il tutto senza risparmiarsi riferimenti colti, tra cui spiccano i Grandi Antichi di lovecraftiana memoria, realizzando un coacervo di generi per certi versi sorprendente. Ad illustrare questo loro incubo ad occhi aperti troviamo Stevan Subic, un’altra stella bonelliana in attesa che si è fatta notare nella sfortunata esperienza di Adam Wild e che qui mostra un’ulteriore salto di qualità. Infatti, riprendendo diverse influenze artistiche, tratteggia dei grandi contrasti sfruttando il bianco e il nero, alternando il tutto con ombre sfumature e dettagli vividi, che sembrano quasi sforare nell’orrorifico puro. Anche lui, come tutte le menti di questo albo, andrà tenuto d’occhio.

Voto: 7.5

Morgan Lost – Dark novels 3: L’inferno che cammina

Il pipistrello del buio

Continua la svolta in continuity dell’ultima creatura del mastro Claudio Chiaverotti, dopo il cambio di formato e di numerazione della testata. Una rivoluzione che convince, stupisce e costruisce qualcosa d’importante nella storia della serialità bonelliana.

Morgan Lost è malato. Un tumore a forma di pipistrello occupa gran parte del suo cervello e la prima conseguenza è il peggioramento dell’insonnia, della stanchezza e della follia del cacciatore di serial killer. Rifiutando una cura tradizionale, decide di indagare su una pista soprannaturale per scoprire chi è il responsabile della malattia. Infatti è convinto che ci sia qualcuno che lo ha “maledetto” col cancro, forse un altro dei possessori dello “Shining” con cui Morgan ha già avuto a che fare in passato. Nel frattempo Lysbeth progetta di scappare dal Tempio della Burocrazia e fervono i preparativi per l’intervista del secolo al celebre Wallendream…

Ci ha messo poco ad entrare nel vivo questo rilancio, giusto un paio di albi per ingranare, forse, ma già dal primissimo atto si poteva respirare un’aria diversa rispetto al passato. Claudio Chiaverotti è stato di parola e si è lanciato in un progetto di continuità narrativa da subito intrigante, misterioso e capace di soddisfare i palati fini dei fan e non solo. Si procede a ritmo serrato, senza interruzioni o rotture, nel nuovo delirio a tinte rosse che sta sconvolgendo New Heliopolis. Non ci resta che seguire Chiaverotti nel suo percorso e di affidarci a lui senza riserve. Anche dal punto di vista grafico c’è stata un’accelerazione evidente, sia per quanto riguarda il nuovo formato che per il comparto artistico, mai così in forma. Questo mese, a mostrare i progressi fatti da tutto lo staff troviamo Giovanni Talami, anche lui perfettamente a suo agio con le atmosfere di Morgan e del suo cast. Chiosa finale sulla meravigliosa copertina di Fabrizio de Tommaso, il cui apporto è fino ad ora un valore aggiunto di straordinario peso che impreziosisce ulteriormente un albo già di per sé ottimo.

Voto: 7

Orfani, Sam: Numero 8 – Cuore di Drago

Bentornata, Jsana Juric!

Ci mancava, ammettiamolo. Fin da quella tragica dipartita nel finale della terza stagione, la Juric ci aveva abbandonato con quel vuoto incolmabile che solo il grande villain di una grande serie può lasciare. E ora, dopo la quarta stagione dedicata alla sua vita prima dell’inizio della saga, rieccola. Avevamo pregustato il suo ritorno durante tutta questa sesta stagione, e adesso è di nuovo tra noi, pronta a riprendersi il suo regno!

Torniamo indietro ad un mese prima rispetto all’albo numero 7 e scopriamo cos’è successo alla rediviva Juric, trapiantata in un corpo robotico d’eccelsa fattura. L’ex presidentessa di Nuovo Mondo, infatti, fatica a prendere il controllo delle sue attuali fattezze, anche a causa di alcuni sistemi di sicurezza inseriti dal governatore Garland e dal generale Petrov. I due puntano a trasformarla in un fantoccio nelle loro mani per sedare le rivolte e i problemi della colonia, ma la “Madre” non è mai stata la bambola di nessuno. Al massimo, è lei che manipola gli altri per raggiungere i propri scopi. E, per riappropriarsi di se stessa, dovrà compiere un lungo viaggio all’interno della sua memoria, dove rivivrà alcuni dei ricordi più dolorosi del suo passato…

Questa sesta stagione, orchestrata da Roberto Recchioni con l’aiuto di Michele Monteleone, aveva confermato la qualità delle precedenti ma senza i soliti scossoni, in una narrazione molto fluida a cui però sembrava mancare qualcosa. La risposta a questa domanda la dà l’albo del mese, il migliore finora dell’ultimo atto della serie, che vede, non a caso, la nostra Juric protagonista in solitario. Scopriamo finalmente cos’è successo al termine della terza stagione e qual è il piano del villain per raggiungere l’immortalità, per tramutarsi in un dio, ed apprendiamo anche come ha fatto a tornare al potere dopo che era stata spodestata. L’abbiamo creduta morta per molti lunghi mesi, invece rieccola, pronta ad essere ancora l’avversario da sconfiggere in questa saga che si avvicina ormai alla conclusione. Ad illustrare il tutto troviamo il solito variegato team di artisti, comprendenti questa volta nomi dal calibro di: Nicolò Assirelli, Francesca Vartuli, Pierluigi Minotti, Manuel Bracchi, Antonello Becciu e Fernando Proietti, per i colori di Stefania Aquaro, Alessia Pastorello, Adele Matera.

Voto: 8

bonelli febbraio

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!