Alla Gamescom 2022 il game director di Metal Hellsinger, David Goldfarb, ci ha parlato del gioco

metal hellsinger gamescom 2022

Era più o meno il 2016. Stavo giocando a Doom mentre ascoltavo la musica, e per qualche motivo ho iniziato a sincronizzare i colpi delle armi con il ritmo della canzone. Poi per un po’ me ne sono dimenticato, finché un giorno uscì l’argomento con un mio amico, che mi disse ’Sai, sarebbe divertente fare un gioco in cui combatti e la musica fa parte del gameplay’. All’epoca stavamo lavorando su Darkborn, e quando mi è stato chiesto cosa avessi voluto fare dopo mi sono ricordato di quell’idea, e così abbiamo iniziato”.

È da qui che è nata l’idea di Metal Hellsinger; da qui è nata l’idea di mescolare un rhythm game a un FPS. Ce lo ha raccontato il game director David Goldfarb, con cui abbiamo avuto occasione di fermarci a parlare un po’ durante la Gamescom 2022.

Ma oltre a Doom, ci dice anche che l’ispirazione è arrivata da tanti altri giochi: Guitar Hero, Crypt of the Necrodancer. David Goldfarb ci ha confessato di essere un amante delle serie di Guitar Hero e Rock Band, oltre che di Doom, e ha voluto capire se potessero funzionare insieme in qualche modo.

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Il discorso riguardo la musica è assai complesso. Inserirla nel gameplay, specialmente in uno shooter con grandi arene, in cui giocatore e nemici su muovono è di certo molto difficile. “Tuttavia – sottolinea Goldfarb – dipende da come lo fai”.
Ci dice che nel suo team praticamente nessuno aveva mai sviluppato un rhythm game, ma avevano lavorato a degli sparatutto, quindi hanno optato per un approccio meno complicato per quanto riguarda la parte ritmica.
“Nei rhythm game puoi aumentare la difficoltà, far suonare più note, perché il giocatore deve fare solo quello. Ma non lo puoi fare in uno sparatutto, perché bisogna anche muoversi e sparare, e diventa complicato. Per cui abbiamo dovuto trovare il giusto bilanciamento tra le due cose”.

In Metal Hellsinger ci sono stati anche grandi musicisti come ospiti, e la musica è davvero heavy metal, ci è parso quindi interessante sapere il perché di questa scelta.
Le motivazioni, in particolare, sono due. Innanzitutto, ci dice Goldfarb, è perché aveva chiara l’idea di realizzare un gioco… Metal. Tant’è che il titolo iniziale era proprio Metal. Di conseguenza voleva una soundtrack con pezzi di artisti che ama, e oltretutto un gioco in cui si combattono demoni è a suo modo già parecchio metal di per sé, quindi era la cosa più sensata.
Per contattare questi artisti si sono rivolti al loro compositore, che a sua volta ha contattato alcuni musicisti. Ma, come spesso accade, più cresceva il progetto più si riuscivano a coinvolgere altri artisti. “Alla fine abbiamo fatto una lista dei nomi che volevamo e siamo riusciti a ottenere un mare di artisti fantastici. Ma ci è voluto un po’”, chiude Goldfarb.

A proposito di metal, il discorso è poi virato su un tema pop come l’ultima stagione di Stranger Things, in cui questo genere è molto presente e la gente sta iniziando a parlarne e ad apprezzarlo molto maggiormente. Un motivo in più, spera Goldfarb, per fare avvicinare le persone al gioco.

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Il fatto, come sottolinea il game director, è che parliamo di un genere molto vasto; ci sono diversi tipi di musica metal, e si è cercato di includerli nel gioco in modo da raggiungere più pubblico possibile. Magari a qualcuno può piacere qualcosa di più melodico, ad altri qualcosa di più pesante, e questo dà anche molta più varietà al gioco, che è quindi parecchio eterogeneo. Anche chi non è un puro fan del metal, insomma, potrà trovare comunque nel gioco qualche traccia di suo gradimento.

Chiudendo sull’aspetto narrativo, Metal Hellsinger chiaramente non è soltanto musica. La storia principale racconta il viaggio del protagonista, e sebbene non sarà certo The Last of Us, il racconto fornisce comunque il contesto di quello che è il gioco.
“Secondo me è figo – conclude Goldfarb – e spero che alla gente piaccia. Come dicevamo, abbiamo amato Doom, e per quanto sia uno sparatutto frenetico, c’è una storia dietro ed è bella. Deve esserci un motivo per farti continuare a sparare”.