I migliori fumetti a tema LGQBT+, che raccontano le relazioni da una prospettiva plurale: non solo graphic novel, ma anche comics e interventi underground

Il mondo del fumetto è un mondo strano. Da un lato pioniere per molti temi, idee, rappresentazioni, dall’altro ancorato a un’affezione a tratti reazionaria verso i suoi protagonisti. Si tratta di un braccio di ferro tra artisti e lettori, e più in generale tra i vari attori in campo, sul proporre novità e restare fedeli allo spirito delle origini. Non a caso, ogni introduzione in senso plurale e rappresentativo delle peculiarità umane è spesso accolta con un’ondata di polemiche. Nel mese di giugno 2021 Marvel pubblica il volume Marvel’s Voice: Pride, uno one-shot dedicato ai personaggi LGQBT+ che hanno popolato la Casa delle Idee, dando un segnale chiaro in questo senso.

Innegabile, d’altro canto, che il fumetto autoconclusivo, o le strisce di costume, hanno affrontato le tematiche LGQBT+ con un agio maggiore, e una velocità diversa. Diversi autori e autrici, infatti, hanno raccontato le questioni legate all’orientamento o all’identità in maniera meno mediata da quella imposta dalle major: ma è il mercato che lo permette, e ogni ambiente ha le sue caratteristiche, i suoi pro e i suoi contro. Spesso queste operazioni sono accolte come ossigeno dalla critica, tant’è che l’antologia IDW Be gay, do comics ha ricevuto diversi importanti riconoscimenti. Detto ciò, la produzione di fumetti con temi e situazioni LGQBT+ non è una novità e sta diventando via via anche sempre meno rara. Si tratta di un’ottima cosa per quel che riguarda la complessità dell’immaginario dei lettori, e lo scompiglio di una visione monolitica (e monotona) dell’esistenza. Ecco, allora, qualche consiglio di lettura per il mese del Pride.

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Il blu è un colore caldo

Il fumetto di esordio di Jul Maroh è stato estremamente rappresentativo per un’intera generazione di lettori e lettrici. Anche se il suo successo per il grande pubblico è in parte derivato dalla trasposizione cinematografica di Abdellatif Kechiche (La vita di Adele), il graphic novel che ne è alla base è amatissimo per i suoi toni intimi, confidenziali, estremamente reali. Si racconta di una storia d’amore tra due ragazze, sofferta, desiderata, appassionata e – infine – interrotta. Un finale struggente (diverso da quello del film!). L’autore successivamente ha regalato ai lettori e alle lettrici un altro bellissimo fumetto, Corpi sonori – anche questo da citare assolutamente se si parla di fumetti LGQBT+.

I migliori fumetti LGQBT+: In Italia sono tutti maschi

Questo volume Kappa Edizioni è stato un vero e proprio caso, alla sua uscita nel 2008. Scritto da Luca De Santis e disegnato da Sara Colaone, racconta la storia vera di alcuni uomini mandati al confino alle Tremiti durante il Fascismo. La loro colpa: essere omosessuali. La vicenda storica si intreccia poi alla fiction, con la figura del documentarista Rocco ambientata negli anni Ottanta. In Italia sono tutti maschi è uno degli esempi di fumetto storico meglio riuscito, vuoi per la forma ineccepibile, vuoi per l’importanza del tema trattato. Vincitore di un Micheluzzi come Miglior Fumetto, il graphic novel di De Santis e Colaone è stato pubblicato in diversi Paesi europei, tra cui Francia e Polonia.

Fun Home – Una tragicommedia familiare

Anche questo graphic novel di Alison Bechdel è stato accolto in maniera molto positiva dalla critica. E, anche in questo caso, le ragioni ci sono tutte. In questo racconto intimo e sofferente – ma anche a tratti arrabbiato, a tratti sottilmente (molto sottilmente) ironico – il tema LGQBT+ si intreccia alla storia personale e familiare dell’autrice. E, soprattutto, con l’elaborazione del lutto del padre, attraverso cui si racconta il dramma del viversi in clandestinità, per rispetto delle convenzioni. Bechdel che è invece apertamente lesbica interiorizza questo rifiuto che ha portato il padre al suicidio e si interroga retroattivamente sul loro rapporto e, in generale, sull’enigmatica figura scomparsa. Una narrazione raffinata conduce Fun Home nell’olimpo dei grandi romanzi grafici americani, primato sancito anche da un premio Eisner e dalla consacrazione come “miglior libro dell’anno” da parte di numerosi periodici. In Italia Fun Home è pubblicato da Rizzoli.

Non facciamone un lesbodramma

Frad è una fumettista romana che ama parlare di sentimenti e relazioni. Chi la conosce lo sa: niente di più lontano da un approccio smielato, anzi un’ironia che riesce – incredibilmente – a essere tenera e caustica allo stesso tempo. Il segreto, forse, è attingere al proprio vissuto con uno sguardo dissacrante, e raccontare quello che conosce meglio. Per questo i suoi interventi (oltre a Non facciamone un lesbodramma, pubblicato da Asterisco Edizioni, anche Creature Maleducate di Edizioni Minoritarie) sono sintetici, graffianti e esaustivi. Frad riesce, insomma, a mostrare in uno scambio di poche battute tutta la complicatezza dell’amore. Inoltre, sentirla parlare è una bella esperienza di consapevolezza di sé e del proprio ambiente.

Il principe e la sarta

Questa graphic novel di Jen Wang (portato in Italia da Bao) affronta il tema dell’identità di genere con una freschezza rara. La storia si colloca in una fase di passaggio tra età moderna e contemporanea, in un momento di fermento culturale e rivoluzione estetica. Frances è una sartina maltrattata, che trova la sua occasione quando il Principe Sebastian la assume come stilista personale. Le esigenze del principe sono tanto chiare quanto innovative: Frances gli deve confezionare degli abiti da donna unici e capaci di lasciare tutti a bocca aperta. Una storia di libertà, quella di essere se stessi e di non accontentarsi dei ruoli, dei limiti, di “ciò che è sempre stato”. Un approccio estetico che connota la frivolezza dell’apparenza – per così dire – col giusto peso. E afferma il valore catartico di una sfilata orgogliosa.

I migliori fumetti LGQBT+: Pelle d’uomo

Acclamatissimo dalla critica francese, Pelle d’uomo di Hubert e Zanzim è diventato un caso anche da noi, in Italia. Chi l’ha apprezzato più, chi meno: noi siamo sereni nel dire che Pelle d’Uomo è un’ottima storia, con temi interessanti e con una resa grafica all’altezza di tanto plauso. Ci troviamo in un Rinascimento vago, dove Bianca sta per sposare Giovanni – alla cieca, come spesso è accaduto nella Storia. Per entrare in confidenza col futuro marito, la ragazza si avvale di una bizzarra tradizione familiare: gli esiti oltrepasseranno decisamente le intenzioni iniziali. Una riflessione sulle relazioni, ma anche – e soprattutto – sul mettersi nei panni dell’altro e nella ricerca della propria identità. Anche in un’ottica trans. Pubblicato in Italia da BaoPublishing.

Laura Dean continua a lasciarmi

Inutile dirlo ma, esattamente come tutte le altre, le relazione lesbiche possono essere molto problematiche. Questo è sicuramente il caso di Freddy Riley e della sua pseudo-fidanzata Laura Dean. La grazia con cui Mariko Tamaki racconta una “normale” storia d’amore tossica rende questo fumetto degno di essere letto, e spiega anche il perché del suo successo. Inoltre – dato da non sottovalutare – parla di relazioni al di là dell’inarrivabile, frustrante standard romantico a cui ci si sente spesso inadeguati. Tra le rivendicazioni del Pride, c’è anche il superamento del Love is Love, slogan solo all’apparenza rassicurante. Insomma, essere noi stessi senza la pressione che tutto debba andare per forza alla grande può essere davvero liberatorio. Il fumetto è pubblicato da BaoPublishing.

World of Wakanda

Il mondo dei comics è sicuramente più lento di quello delle graphic novel a introdurre una visione plurale del mondo, ma ciò non vuol dire che ne sia del tutto estraneo. In effetti, nel corso degli anni diversi personaggi del fumetto mainstream hanno fatto coming out, dando un notevole contributo a superare il rigido e monodimensionale schema del “maschio etero bianco” come unica identità supereroistica. In tale senso è degno di nota World of Wakanda uno spin-off di Black Panther scritto (principalmente) da Roxane Gay e disegnato da Alitha Martinez. Oltre a uno studio decisamente meno feticista dei costumi delle leggendarie Dora Milaje (un bel passo contro l’ipersessualizzazione dei personaggi femminili), la storia racconta l’amore tra Ayo e Aneka, allieva e maestra. Tra loro nulla è semplice, perché non è semplice il mondo che le circonda. E neanche il lieto fine sarà così scontato. In Italia, il fumetto è stato pubblicato da Panini Comics.

Alters

Un altro fumetto ambientato in un universo supereroistico, che affronta anche tematiche LGQBT+ è Alters, scritto da Paul Jenkins e disegnato da Leila Leiz, pubblicato in America da Aftershock e in Italia da Saldapress. Sin dal primo numero seguiamo la vicenda del personaggio principale, Chalene – alle prese con il delicatissimo momento del coming out con la famiglia, per rivelare la propria identità trans. Questa sua fase di passaggio si concretizza anche nella presa di consapevolezza dei propri superpoteri, che collocano Chalene tra gli Alters, una classe di esseri con straordinarie capacità. E, si sa, da grandi poteri…

Per una volta la questione legata all’identità di genere non è accessoria ma piuttosto preponderante nella biografia della protagonista, dando spazio agli artisti di porre interrogativi e mostrare nuovi punti di vista.

Bonus fumetti LGQBT+: Sandy Comes Out

Il primo, in assoluto. Era il 1972 quando Trina Robbins, Lee Mars e altre valorose artiste misero in piedi il primo numero di Wimmen’s Comix – una rivista di fumetto femminista scritta, redatta e disegnata da sole donne. Era una risposta forte a un ambiente che escludeva la maggior parte di loro o che le relegava a ruoli minori. L’impulso che hanno dato alla Storia del fumetto e alla rappresentazione plurale di artiste e personaggi scuote ancora le fondamenta della Nona arte. In questo storico primo numero appare Sandy Comes Out, di Trina Robbins (appunto), riconosciuto come il primo racconto lesbo della storia del fumetto. Sono poche tavole: Trina parla della sua amica Sandy, nel momento in cui decide di vivere serenamente il suo essere lesbica nella San Francisco degli anni 70. Che dire, a volte la semplicità può essere rivoluzionaria.

Francesca Torre
Storica dell'arte, giornalista e appassionata di film e fumetti. Si forma come critica tra Bari, Bologna, Parigi e Roma e - soprattutto - al cinema, dove cerca di passare quanto più tempo possibile. Grande sostenitrice della cultura pop, segue con interesse ogni forma d'arte, nella speranza di individuare nuovi capolavori.