I migliori romanzi distopici che potete avere la fortuna di leggere

Dovremmo parlare dei migliori romanzi distopici, ma prima parliamo di distopia. Quello distopico è un genere che, soprattutto negli ultimi anni, ha riscosso uno strepitoso successo: questo perché è stato trasposto in tutti i media di intrattenimento a oggi conosciuti: libri, musica, fumetti, film, serie tv, videogiochi e chi più ne ha più ne metta.

Di titoli distopici, a oggi, ne siamo veramente saturi e spesso, forse troppo, viene confusa la natura della distopia, le sue origini, il suo significato e la sua controparte: l’utopia.

In questo frangente però vorrei parlare di altro e mi preme condividere con voi tutte quelle opere che si possono veramente categorizzare all’interno del genere distopico e che hanno lasciato un segno nel panorama della letteratura di genere.

Migliori romanzi distopici: Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley

Scritto nel 1932, Il Mondo Nuovo è considerato la pietra miliare della distopia. Aldous Huxley è stato uno dei più grandi visionari del Novecento andando ad anticipare espedienti come la nascita in provetta, l’eugenetica e il controllo mentale.

Il Mondo Nuovo di Huxley si basa su una struttura gerarchica e la verità è che si confonde immediatamente con un’utopia.

D’altronde, l’utopia è sempre la distopia di qualcun altro e viceversa.

Nell’anno di Ford 632, gli uomini vengono prodotti in serie e la società de Il Mondo Nuovo è divisa in caste: le prime due, Alfa e Beta, sono quelle elevate, sono coloro che ricoprono incarichi importanti all’interno della società, come cariche amministrative e tutto ciò che concerne il potere. Le altre tre caste, invece, rappresentano la fascia media e operaia e sono Gamma, Delta ed Epsilon.

Tutti gli individui sono plasmati sin dalla nascita, quelli delle caste superiori ignorano quelli delle inferiori, ma ne riconoscono l’utilità. Quelli delle caste inferiori ammirano quelli delle caste superiori, ma non vorrebbero mai essere come loro perché non potrebbero mai affrontare tutte quelle responsabilità.

Una volta cresciuti, gli esseri umani facenti parte della società de Il Mondo Nuovo, prendono posto all’interno del sistema.

La peculiarità de Il Mondo Nuovo è che si basa sul modello Ford: la catena di montaggio. Ford e il suo modello sono talmente radicati nella società che egli è diventato una sorta di dio. Tant’è che quando le persone devono imprecare, dicono cose del tipo “Oh, per Ford!” e, ancora, il calendario si basa sull’ascesa di Ford.

Il Mondo Nuovo è un classico e un romanzo che non può passare inosservato quando si parla di distopia, anzi, è il primo di questo genere che andrebbe letto.

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Migliori romanzi distopici: 1984 di George Orwell

1984 è il più famoso tra i romanzi distopici contemporanei. Viene considerato la base della distopia odierna perché anche Orwell, come Huxley, fu un visionario: non tanto a livello biologico, quanto a livello sociologico. Di certo il periodo storico in cui ha visto la luce 1984 ha fatto in modo che potesse riscuotere maggior successo rispetto al predecessore Huxley, che, non tutti sanno, fu l’insegnante dello stesso Orwell. In realtà la risposta, nella comparazione delle due opere, è piuttosto semplice. E ve la forniamo citando Geno Pampaloni:

Mentre nel libro di Huxley si parla veramente di un altro mondo, di un’altra civiltà, in 1984 è il nostro mondo che agonizza davanti a noi.

Uscito nel 1948, il famoso romanzo si colloca pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale. La trama del libro è talmente famosa che è quasi inutile ribadirla in questa sede, ma possiamo di certo fare un piccolo riassunto.

Il mondo si divide in tre superstati, quello del nostro protagonista è Oceania, totalitarismo governato da un unico partito e da un dittatore che viene chiamato Il Grande Fratello. Il protagonista, Winston Smith, lavora al Ministero della Verità, all’interno del quale vengono modificati articoli e documenti per fare in modo che la verità del partito risulti sempre coerente.

Winston, nonostante le apparenze, si rivela subito scontento della vita che è obbligato a condurre all’interno della società, tanto che comincia a scrivere un diario, azione assolutamente vietata, dove segna tutti i suoi pensieri contro il partito.

La vita di Winston cambia quando incontra Julia, egli inizialmente la crede della psicopolizia, per poi rendersi conto che si tratta di una normalissima ragazza della quale poi si innamora. Nonostante il partito vieti le relazioni sessuali che non siano a scopo procreativo, i due decidono di rischiare e agire all’oscuro dello stesso. Ma Big Brother is Watching You.

Migliori romanzi distopici: La Fattoria degli Animali di George Orwell

La Fattoria degli Animali è un altro dei capolavori di Orwell: un romanzo geniale e indiscusso, un po’ come 1984.

Una fattoria in cui sono gli animali a comandare, o meglio, i maiali: i più intelligenti e coloro che sanno leggere. Un romanzo assolutamente geniale, una quasi perfetta allegoria dello stalinismo che inizia dalla Rivoluzione Russa fino all’ascesa di Stalin e la dittatura che poi è diventata l’Unione Sovietica.

Quella de La Fattoria degli Animali, è un’altra utopia fasulla, che inizia come tale, si presenta come tale e, infine, si trasforma in distopia. Un po’ come lo stalinismo, per intenderci.

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Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

Tra i migliori romanzi distopici un altro dei pilastri è Fahrenheit 451, pubblicato per la prima volta nel 1953, appena cinque anni dopo 1984. Tutti ricordano il leggendario incipit di questo libro: Era una gioia appiccare il fuoco. Una frase che è entrata a far parte dell’immaginario comune e trasmette già di per sé una forza narrativa straordinaria.

I due romanzi, Fahrenheit 451 e 1984, affrontano lo stesso argomento, ma in maniera differente. Parlando dell’informazione, per l’appunto, se in 1984 le informazioni vengono continuamente manipolate a favore del partito, in Fahrenheit 451 tutto ciò che può essere informazione e cultura viene bandito. I libri, infatti, vengono bruciati dallo stesso protagonista del libro: Guy Montag.

Come Smith, Montag è, inizialmente, integrato in maniera perfetta nella società: ma se Smith comincia a porsi da solo le sue domande, Guy arriva al punto di rottura solo quando vede una vecchia signora bruciare insieme ai suoi libri pur di non lasciare che vengano distrutti.

Fahrenheit 451 mostra come l’assenza di cultura possa influire sulle persone: il romanzo è un po’ una triste allegoria della nostra società dove l’intrattenimento allo stato puro diventa l’unico mezzo di stimolazione intellettuale delle persone. Il che porta quindi allo “sviluppo” di involucri vuoti, privi di personalità, di aspirazioni e quindi privi di futuro. Corpi vuoti che non riescono a trovare una motivazione alla propria esistenza e sfogano l’inconscia frustrazione, nel caso di Fahrenheit, sfrecciando a 250 km all’ora per le strade della città e andando, spesso, incontro a una morte certa.

Se da una parte 1984 analizza il totalitarismo attraverso gli occhi di un protagonista che lavora effettivamente all’interno di un Ministero e quindi vede con i propri occhi tutto ciò che succede e come l’informazione venga manipolata, dall’altro lato Guy Montag è un “vigile del fuoco” o “Milizia del fuoco” e non posa mai gli occhi sui “piani alti” del “totalitarismo” nel quale è costretto. La dittatura è un’entità di cui si percepisce la presenza in tutto il libro, ma che non viene mai esplicitata, non c’è un Grande Fratello e non ci sono i Ministeri. Ci sono, al contrario, le persone e le loro reazioni a un super-stato che ha il totale controllo sulle loro emozioni e sulle loro vite.

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La Strada di Cormac McCarthy

La Strada di Cormac McCarthy non è prettamente un romanzo distopico quanto un’opera post-apocalittica: vincitore del premio Pulitzer è sicuramente una delle opere più significative dello scrittore.

Un padre e un figlio, entrambi senza nome, vagano seguendo la strada, cercando disperatamente di sopravvivere.

Nonostante si tratti di un romanzo dove le società non vengono mai descritte, si può, per tutta la durata della storia, intuire la distopia che circonda i due protagonisti. Le società non vengono mai esplicitate, ma tra le conversazioni che i due hanno si può capire chiaramente che quelle che si sono formate nel mondo post-apocalittico dove i  sono costretti a sopravvivere siano società distopiche che hanno visto il cannibalismo diventare il principale mezzo di sostentamento delle stesse.

La capacità di McCarthy di indurre delle immagini chiare e vivide nel lettore è ciò che più di tutto porta il romanzo a rimanere impresso nella mente. È crudo, a tratti crudele, ma estremamente verosimile. È forse uno dei migliori romanzi post-apocalittici dell’epoca contemporanea e, allo stesso tempo, un’opera distopica, che ci mostra, a modo suo, e in maniera quasi velata, cosa può la fine del mondo fare agli uomini. O cosa gli uomini possano diventare con la fine del mondo.

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Bonus: The Giver di Lois Lowry

The Giver, molti di voi avranno probabilmente visto il film con Meryl Streep, un film carino, niente di eccezionale. Se invece foste interessati a leggere il libro, sappiate che differisce leggermente rispetto alla controparte cinematografica. Differisce l’età del protagonista, innanzitutto: Jonas nel libro ha 12 anni, mentre nel film è chiaramente un adolescente.

The Giver è palesemente ispirato a Il Mondo Nuovo di Huxley, soprattutto se pensiamo al fatto che le persone all’interno della società del romanzo siano costrette a farsi un’iniezione ogni mattina: serve per inibire le emozioni. Il mondo di Jonas, infatti, è privo di colori, di libertà individuale e di sentimenti ed emozioni profondi.

Tutto è perfettamente organizzato, nessuno può scegliere il proprio consorte o i propri figli: l’unità familiare e il lavoro vengono assegnati da un consiglio superiore che si occupa di mantenere l’equilibrio nella società utopica di Jonas.

Il dettaglio più curioso di The Giver è che non esista una storia della società, la storia del mondo è custodita dal donatore, che è poi colui che consiglia gli anziani in merito alla propria esperienza storica in modo che gli errori del passato non vengano ripetuti.

La storia comincia proprio quando il giovane Jonas compie dodici anni e passa quindi all’età in cui viene assegnato Dodici il lavoro che dovranno fare per il resto della loro vita. Jonas viene scelto per essere il nuovo Custode delle Memorie. Sarà così che, grazie al proprio mentore, ovvero il Donatore, il protagonista imparerà la storia del mondo, ne acquisirà le esperienze e tramite quest’ultime capirà finalmente che quella in cui vive non è una società perfetta, ma una distopia mascherata da utopia. O, meglio ancora, comincerà a vedere quella che per tutti è un’utopia, come una terribile distopia.

 

 

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.