Anche i Minions risentono della crisi e cercano lavoro

Se c’è una cosa sicura è che con i Minions la Universal Picture ha trovato una vera e propria miniera d’oro, creando dei personaggi originali e irresistibilmente simpatici che ormai  tra giocattoli pubblicità e mille comparse in ogni dove rappresentano un marchio commerciale di gran successo. Il passo da simpatici personaggi di contorno in Cattivissimo me a vere e proprie star di un film tutto loro, è quindi avvenuto con una certa naturalezza. Ma il risultato è degno della loro popolarità?

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I Minions sono un’invenzione particolare: incapaci di esprimersi con frasi di senso compiuto, parlano una strana lingua che è un miscuglio di inglese, francese, italiano, spagnolo e chissà che altro. Questo li rende si buffissimi ma anche molto propensi ad un linguaggio gestuale e marcato. Nella loro anatomia “essenziale” quindi, i Minions sono molto espressivi, diretti e divertenti da vedere data la loro bizzarra natura. Non a caso, il loro comunicare con il corpo, li rende perfetti per una comicità di tipo “slapstick”, adatta a gag dirette semplici ma anche efficaci.  Sono i personaggi ideali insomma per dei corti animati, in quanto vivono in un micro universo spensierato e nonsense cosi surreale da renderli poco gestibili in un impianto narrativo più classico e complesso. E infatti, la prima parte del film, creata per raccontare la vita dei Minions, e il loro disperato tentativo di seguire quello che è il loro scopo di vita, ovvero servire il più cattivo tra i cattivi, dall’era preistorica fino agli anni sessanta, è sicuramente quella più riuscita.

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Il ritmo esilarante con cui ci mostrano come i simpatici cosini gialli riescono maldestramente a mettere i bastoni tra le ruote a tutti i loro padroni malvagi, dal Tyranosaurus Rex a Napoleone Bonaparte, in una rapida sequenza di gag a sfondo storico sempre differente, rende l’incipit perfetto, autosufficiente, un ‘film nel film’ che potrebbe benissimo funzionare da solo. Quando infatti, la sceneggiatura impone che una sorta di storia vera e propria venga imbastita per portare avanti il film, la qualità non cala necessariamente ma di certo la narrazione banalizza un po’ le performance delle piccole star dello show, e non porta a compimento un lungometraggio brillante in ogni sua sequenza. Ad un certo punto infatti i Minions sconfortati dal fatto di non trovare un Boss malvagio al quale dedicare anima e corpo, decidono di intraprendere un viaggio intorno al mondo per trovare chi potrà dare nuovamente un senso alle loro esistenze.

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Kevin, Stuart e il piccolo Bob partono per un viaggio che li porterà fino a New York, dove apprenderanno di un convegno segreto in cui tutti i “cattivissimi” del mondo si riuniscono e luogo in cui incontreranno Scarlett Overkill, la più temuta dei villain, che inizialmente sembrerà prendere i simpatici Minions sotto la sua alla protettrice salvo poi… beh ve lo dovrete vedere il film no? Si, perché alla fine, Minions è un film da vedere, non fosse altro per le trovate stilistiche con cui gli animatori di Illumination Entarteinment hanno riproposto molti cliché e stereotipi degli anni 60 e della terra britannica (tra cui una smaliziata e divertente giovane regina Elisabetta) e per la innegabilmente travolgente simpatia dei piccoli protagonisti. Nonostante un plot non cosi esaltante che in fin dei conti non riserva alcun sottotesto o significato nascosto rispetto ad altre produzioni simili ma più ambizione in termini narrativi, il film mantiene l’attenzione dello spettatore attraverso la pura, semplice e spensierata comicità derivante dall’interazione dei piccoli Minions con un mondo quasi più delirante di loro. Non è molto forse, ma abbastanza per consigliare Minions a tutti e soprattutto ai più giovani, i quali davvero non avvertiranno in alcun modo lacune e piccoli difetti riscontrabili esclusivamente da un pubblico più smaliziato.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!