Prima dell’avvento di Monster Hunter: World sulle fertili lande di Xbox One e – soprattutto – PlaySation 4, il destino della saga targata Capcom era ben diverso da quello odierno.

L’approdo, o per meglio dire il “ritorno” sulle console “home” di questo nuovo capitolo ha esteso a macchia d’olio il bacino di utenza di un brand, invero, forse fin troppo di nicchia e riservato a quella schiera di giocatori hardcore che fanno della sfida continua il loro pane videoludico. Si può affermare, senza mezzi termini, che Monster Hunter: World, approdato di recente (con un successo clamoroso) anche su PC, abbia cambiato per sempre le sorti di un’intera saga, longeva e spettacolare più che mai, a patto di saper tenere sotto controllo alcuni importanti aspetti del proprio essere: la pazienza, la dedizione e l’umiltà.

A restare in disparte però, sono stati gli utenti Nintendo (di cui in verità il brand è da sempre, o quasi, uno dei punti cardine, specie su 3DS), tagliati fuori a causa delle ovvie limitazioni tecniche da cui l’ibrida della compagnia di Kyoto è afflitta. Niente Monster Hunter: World su Switch, quindi, ma per fortuna le cose stanno finalmente per cambiare in modo radicale. Sulle ali dell’entusiasmo di un successo fuori da ogni più rosea aspettativa, gli alti piani di Capcom hanno finalmente deciso di portare tutti a caccia anche sull’ibrida Nintendo, seppur con modalità differenti.

Non sarà, infatti, l’innovativo “World” a sancire l’arrivo della saga Monster Hunter su Switch, bensì Monster Hunter Generations Ultimate, versione riveduta e migliorata del già ottimo Generations, giunto sul mercato nipponico lo scorso anno su Switch e 3DS e pronto ad approdare anche nel nostro continente.

Per chi non lo sapesse, ci troviamo di fronte all’ultimo capitolo della saga ancora legato alla formula “originaria” del brand, uscito, in verità, cronologicamente prima di “World” e che, per tal motivo, non fruisce delle stesse innovazioni – apprezzate o meno che siano – che il nuovo capitolo ha portato in dote. Monster Hunter Generations è un capitolo iconico, quindi se siete interessati a domarlo non potete fare altro che iniziare ad affilare le vostre armi e preparare la vostra strategia di guerra più adeguata.

Noi di Stay Nerd abbiamo provato per voi (ma anche per noi) la demo di gioco, disponibile dallo scorso 16 agosto sull’eShop di Nintendo, in vista del rilascio ufficiale previsto per il prossimo 28 agosto. Siete pronti? Che la caccia abbia inizio!

Andare a caccia non è mai stato così piacevole

Pad – ma anche Switch – alla mano, l’impressione che si ha fin da subito è proprio quella che Generations Ultimate sia molto distante dalle nuove interazioni a cui World ci ha abituati.

Occupiamoci subito dell’elefante nella stanza: per svariate ragioni, ci troviamo di fronte ad un capitolo “classico” in cui, quindi, i veterani del brand si sentiranno subito a casa. La prima grande differenza risiede nel fattore esplorativo, che World ha decisamente elevato ad uno status quasi aureo, grazie alla possibilità di esplorare davvero liberamente e senza – o quasi – limitazioni di sorta le enormi mappe di gioco di cui il titolo gode. Qui, tutto questo fa un bel passo indietro, considerando anche la natura “portatile” del titolo, cosa che, però, non rappresenta per forza di cose un punto a sfavore, anzi.

L’esplorazione è quindi castrata da un sistema di “microaree” interconnesse tra loro, in cui sarà possibile spostarsi per raggiungere le varie prede, ed appesantita da un caricamento (seppur breve) per ogni cambio area. Questo, però, non va a penalizzare più di tanto la giocabilità nuda e cruda del titolo, impreziosito da un sistema di combattimento semplicemente sublime ed a cui chiunque dovrebbe dare una chance.

Grazie alla versione dimostrativa che Capcom ha distribuito, abbiamo potuto provare con mano la qualità di esso e non soltanto. Diciamolo subito: Monter Hunter World Generations è un prodotto ambizioso, sorretto non soltanto da un gameplay peculiare ed ottimamente congegnato, ma anche – e soprattutto – da una vastità impressionante di contenuti. Basti pensare che il numero di mostri che popolano le numerose aree di gioco supera tranquillamente la tripla cifra ed ognuno – o quasi – di essi richiede un approccio particolare ed una modalità diversa per essere affrontato al meglio. Anche sotto questo aspetto Generations offre un’ampia gamma di possibilità al videogiocatore: le armi disponibili sono di ben 14 tipi diversi, ed ognuna di esse richiede tempo, dedizione e fatica per diventare quella giusta per voi. L’unica possibilità è quella di sperimentarle veramente tutte, per poi decidere quale sia la più adatta al vostro stile di gioco.

Non solo: in Generations Ultimate sono presenti anche gli stili di combattimento, ben sei, quindi con due nuove aggiunte rispetto ai quattro dell’originale Generations, che vanno ad influire pesantemente sul peso degli scontri. Oltre a quelli “classici” (Gilda, Offensivo, Ombra ed Areo), sono stati aggiunti quello Alchemico e quello Valoroso. I due nuovi stili sono praticamente l’uno l’opposto dell’altro: mentre il primo rappresenta l’apoteosi di un approccio tattico votato al supporto, il secondo è dedicato a tutti i temerari che fanno dell’attacco la miglior difesa.

La demo di gioco ci offre la possibilità di affrontare tre diverse missioni con un livello di difficoltà crescente

Venendo al nocciolo della questione, la demo di gioco offre la possibilità di cimentarsi con tre diverse missioni con annesse tre differenti creature da sconfiggere. Inutile dirvi che, così com’è stato per Monster Hunter: World, le tre missioni sono differenziate da tre livelli di difficoltà differenti e crescenti.

La prima missione, quella di livello facile, ci metterà di fronte al modesto, ma comunque da non sottovalutare, Gran Maccao; la seconda, di livello intermedio (ma in verità già in grado di creare parecchi grattacapi), ci vedrà fronteggiare il minaccioso Barioth per poi passare all’ardua impresa della caccia al temibile Valstrax. Ogni missione, in pieno stile della serie, è completamente affrontabile sia in solitaria, con l’aiuto di due felini, anch’essi habituè della saga, anche e soprattutto in multiplayer (locale ed online), vero e proprio punto di forza della produzione. La bellezza impagabile di andare a caccia in compagnia dei propri amici o di altri temerari cacciatori sparsi per il mondo è poi sorretta da una struttura online solida e di pregevole livello. Durante le varie battute di caccia effettuate in compagnia di cacciatori di tutto il mondo, trovati grazie all’apposita ricerca delle sessioni di gioco, non ci è mai capitato di imbatterci in rallentamenti o problemi di sorta, anzi. Online o in locale, il titolo si dimostra in splendida forma, nonostante non faccia gridare al miracolo sotto questo aspetto.

Un’esplosione di colori

Tutto il comparto tecnico, in realtà, rappresenta – com’era ampiamente prevedibile – il vero e proprio tallone d’Achille di una produzione mastodontica. Figlio di una “generazione” palesemente portatile, il titolo soffre parecchio di diversi problemi di natura tecnica, chiaramente legati alla sua genesi, originariamente di Nintendo 3DS. La conversione su Nintendo Switch, in verità non particolarmente esaltante da questo punto di vista, non riesce a nascondere una modellazione poligonale obsoleta ed a tratti fastidiosa, se paragonata agli standard odierni.

Sia chiaro, i passi avanti sul piano della pulizia generale, della risoluzione, della modellazione poligonale di personaggi giocanti e creature da affrontare sono lampanti come il raggio dello Tzi Tzi – Ya Ku, ma la povertà generale delle texture degli ambienti e di tutti gli elementi di contorno non riesce in alcun modo a nascondere gli ovvi limiti di un titolo pensato principalmente per il mercato delle console portatili.

Inutile dirvi che questi problemi si palesano principalmente quando la console è collegata al televisore, cosa che fa notare diverse sbavature più o meno evidenti. Niente da dire, invece, per quanto riguarda il comparto artistico: le – poche – mappe intraviste grazie a questa demo sono molto piacevoli da vedere ed abbastanza diversificate tra loro, e la fauna che ne popola il territorio è splendidamente realizzata.

Plauso finale anche alle animazioni, che risultano molto fluide e sostanzialmente adeguate al nuovo che avanza, ed al frame-rate, granitico e costante sui 30fps. Nota finale sulla telecamera: se pensate di dover affrontare due grossi ostacoli, e vale a dire l’obiettivo della caccia ed il tempo, contate pure un terzo, enorme problema. La telecamera, infatti, spesso e volentieri sarà l’ago della bilancia degli scontri, chiaramente in modo negativo, specie contro creature più veloci e che tendono spesso a saltare da una parte all’altra dello schermo per avere la meglio su di voi.

monster hunter

Il fuoco è acceso, le bistecche sono ben cotte: andiamo tutti a caccia?

Se dovessimo fare un paragone culinario probabilmente paragoneremmo questo Monster Hunter Generations Ultimate ad un Calzone: bello grosso, pieno (di cose da fare), capace di saziare come pochi, ma che ne vorresti sempre di più. Generations Ultimate sembra un prodotto che non ha nulla da invidiare a Monster Hunter: World, grazie ad una quantità di contenuti incredibile, uno stile unico, in verità ancor più familiare per tutti i veterani della serie, e sorretto dall’incredibile gusto di poter fare tutte queste cose in portabilità, sfruttando la natura ibrida dell’ammiraglia Nintendo.

Al netto di un porting non esaltante sul fronte esclusivamente tecnico, i possessori di Switch possono iniziare a sfregarsi le mani in vista della prossima uscita, prevista entro una manciata di giorni, di questo splendido esponente di una delle saghe più affezionate all’universo della “Grande N”. Se siete amanti del brand, non potete in alcun modo mancare all’appuntamento. Se, invece, siete possessori di Nintendo Switch il nostro consiglio è senza dubbio alcuno quello di scaricare la demo e di provare con mano questa gemma, grezza sì, ma dotata di una luce abbagliante ed inebriante, se guardata dalla giusta prospettiva.

Salvatore Cardone
Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.