Il Male trionferà.

Che cos’è Nimona? Eh, Nimona è tante cose. Il fumetto, il personaggio. Ma cominciamo dall’inizio.

Nimona nasce come Web Comic prodotto dalla testa e dalla mano di Noelle Stevenson, mentre quest’ultima frequentava ancora l’università d’arte. Poi viene pubblicato. Poi diventa la tesi della Stevenson, poi viene (più recentemente, nel 2015) ri-pubblicato, apprezzato e persino acquistato dalla Fox per un futuro film d’animazione.

Concluso il momento puramente “Wiki”, parliamo pure un po’ del personaggio: Nimona è una giovane spalla, la spalla-apprendista dell’oscuro Lord Ballister Cuorenero, che poi tanto oscuro non è, impegnata insieme al citato ‘Boss’ nella lotta contro l’Ente, la società del bene che gestisce la pace e l’ordine cittadino, in un mondo decisamente fantasy con fortissime influenze sci-fi e d’attualità.

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“Boom! Ma quindi Nimona è un sacco di cose!” Esattamente. Come spesso capita alle opere d’esordio, l’autore, in questo caso autrice, non sembra disposto neanche lontanamente a rinunciare a qualche spunto, e solitamente l’operazione tende a sovraccaricare il prodotto finale (sia che sia un primo film, un primo romanzo o un primo fumetto), sbilanciandone equilibrio, ritmo e chiarezza.

Ma ci sono le volte, rare e assai preziose, in cui questo non accade. E Nimona è anche una di queste volte. Noelle Stevenson confeziona (insieme a Bao, qui da noi, che come al solito traduce e pubblica in edizioni di lusso editoriale) un romanzo grafico assolutamente leggero e soddisfacente, bello senza essere narciso, equilibrato eppure corposo. Praticamente la versione a fumetti di una patatina fritta.

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Lo stile dei disegni? Leggero, molto molto “sketchoso”, eppure non privo di ispirazione. Sposa benissimo il tono delle avventure di Ballister e Nimona, che sono sì difficili e dalle gravi conseguenze (in fondo sono pur sempre dei super-villain), ma strappano più di qualche risata, qua e là. Tranne quando la narrazione si fa volutamente più cupa, e allora l’accennato del disegno diventa inquietante, evocando dolore e oscurità. Mi sto lasciando un po’ prendere, ma i disegni della Stevenson, qui, sono un perfetto esempio del semplice con grande personalità.

La storia? Inizia casualmente, senza pretese, e si allarga, o meglio si approfondisce, senza più fermarsi fino alla fine. è bella, è molto più profonda di quello che pensate e ci regala uno spiraglio nella mente di un’autrice agli esordi, solo apparentemente ingenua e che inorgoglisce la creatività fumante di tutti i giovani creativi. Ballister Cuorenero è un cattivo, anzi è IL cattivo, ma perché lo è diventato? E qual è la natura del suo rapporto con il rivale, il buono Sir Ambrosius Lombidoro?

Nimona.

Non sbagliatevi: è Cuorenero il protagonista della storia, perché è lui che sarà più cambiato, alla fine di essa (lo sapevate che il protagonista di Titanic non è Jack, bensì Kate?). Nimona, da giovane apprendista venuta da chissà dove, le proverà tutte per far breccia nel suo animo solitario, indurito dal dolore della sconfitta e dell’inganno. In ogni caso i due rimarranno uno accanto all’altra, invischiati in una trama più grande di loro, o almeno di uno di loro…

La narrazione è fluida, limpida e, ancora una volta, semplice nel senso più positivo del termine. L’ambientazione è varia quanto il fumetto stesso: principalmente fantasy, ma anche un po’ sci-fi (scienza e magia si incontrano), con un condimento invisibile ma nettamente percettibile di attualità e giusto una spruzzata di distopia (l’Ente, con i suoi paladini, ricalca un qualsiasi governo autoritario sotto mentite spoglie, come in ogni distopia che si rispetti). D’altronde Nimona è un Graphic Novel del genere Young Adult, e lo incarna perfettamente.

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Veniamo ai difetti. Eh sì, arriva sempre l’ingrato momento di dover elencare i difetti di qualcosa che ti ha stupito tanto positivamente. Probabilmente il primo è che l’edizione Bao, pur pregiatissima, costicchia un po’ (24€). Ma a difesa di questo si può argomentare che il fumetto è bello lungo: 272 pagine (ho dovuto ricontrollare perché, data la “velocità di divorazione”, ero convinto che 272 pagine fossero troppe). Secondo difetto: il fumetto tende, secondo una tendenza sempre tipica degli autori esordienti, ad accennare alcune spiegazioni salienti della trama. Niente che non si possa dedurre e/o interpretare da sé, e si capisce che è questa la volontà dell’autrice, di lasciar intendere o interpretare, ma a volte Nimona potrebbe essere un po’ più esplicativo, se non altro perché la curiosità che provoca nel lettore è parecchio alta.

Terzo e ultimo difetto, ma qui stiamo proprio sfiorando il perfezionismo snob, è che si vede come la struttura dell’opera rifletta la sua natura inizialmente incerta. Nimona è nato spontaneamente, presumibilmente non subito pensato per diventare ciò che poi è diventato. Quindi inizia con maglie narrative più larghe, da web comic più puro, fino a trasformarsi verso la fine in un vero romanzo grafico a ritmo serrato. La maturità che dimostra di padroneggiare è ineccepibile, ma il ritmo non è, dall’inizio alla fine, perfettamente uniforme. Come dicevo, perfezionismo. Nimona è bello.

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Insomma, che cos’è Nimona? Nimona è tante, tante cose, con tanti pregi, qualche minuscolo difetto e una storia capace di toccare tutti. Il rapporto tra Nimona e Ballister, e persino quello tra Ballister e Lombidoro attinge da emozioni che tutti conosciamo o possiamo conoscere facilmente. Nimona è capace di mischiare più generi, più toni, si potrebbe dire che è un fumetto mutaforma…

E in effetti, a comporre una simmetria sorprendente quanto il fumetto di cui parliamo, il personaggio di Nimona è un mutaforma, nel senso fantasy e letterale, ha la capacità di trasformarsi in qualsiasi cosa. Non ve l’avevamo detto? Oh, beh, sorpresa!