Quattro ninja all’orizzonte

Nintendo Switch continua a svettare rispetto alla concorrenza nel modo più logico che esista: offrendo cose che non offre nessun altro. Non parliamo solamente di titoli esclusivi ma anche di giochi che sulla console della grande N riescono a ritagliarsi il loro spazio grazie a determinate caratteristiche, in particolare per quanto riguarda il multiplayer locale.

Ninja Shodown rappresenta un esempio perfetto di questa filosofia: il titolo dei Bitmap Bureau è infatti un gioco che offre sessioni cooperative e competitive da divano esaltanti e frenetiche, seppur con alcuni errori e un livello di contenuti non proprio esaltante.

La trama del gioco è quanto mai semplice e trascurabile: il Clan della Vipera si trova a fronteggiare una nuova minaccia, un gruppo di supercattivi intenti a rubare la Katana di Giada, arma dal potere infinito che il clan ha il dovere di proteggere fino alla morte. Il nostro ruolo sarà ovviamente quello di un ninja del Clan, pronto a tutto per sterminare ogni minaccia. Una storia a dir poco canonica, tanto quanto la schermata di avvio del gioco che mostra sin da subito le tre modalità disponibili: Arcade, Contro (traduzione discutibilissima di Versus) e Infinito, le cui caratteristiche sono lampanti.
E questo è quanto: un’offerta ludica molto semplice, ma che nonostante tutto soddisfa in modo basico i desideri degli utenti, anche se siamo certi che si potesse fare di meglio.

Sul piano ludico Ninja Shodown è un action di stampo arcade, dove il nostro obiettivo è quello di eliminare qualunque nemico su schermo in aree ben delimitate e sviluppate spesso su più piani. Il nostro attacco base è ovviamente legato all’uso della nostra katana, tuttavia sono presenti anche i classici shuriken nonché diverse armi da fuoco aggiuntive da raccogliere nelle casse che spawneranno nel livello e che ci permetteranno anche di accumulare stelle ninja extra. I nemici, invece, appariranno dalle varie porte disseminate nell’area e, man mano che la difficoltà aumenterà, saranno sempre più difficili da eliminare. Questa frase ci permette di analizzare il primo problema del titolo cioè la difficoltà che, badate bene, è legata a doppio filo a tutta una serie di problemi del gioco, i quali – al netto delle nostre abilità – portano a game over spesso ingiusti. La curva della difficoltà è infatti molto alta sin dal principio, il che in un gioco estremamente frenetico può rappresentare un neo non da sottovalutare. A creare ulteriore fastidio ci pensano alcune armi capaci di danneggiare anche noi stessi, rendendo il loro utilizzo in fasi concitate assai rischioso, fino ad arrivare ad un sistema di respawn incomprensibile, tale da essere in grado di farci apparire in mezzo a dei nemici e senza mai evidenziare il personaggio in modo netto, costringendoci a fare piroette oculari in cerca del nostro ninja, ammesso e non concesso che sia già stato ucciso. Inoltre, segnaliamo una sensibilità dell’analogico sinistro davvero eccessiva che, all’atto pratico, rende l’utilizzo della levetta ancor più sconsigliato di quanto non lo sia già di base, visto che parliamo di titoli 2D. La pratica, come sempre, permette di affinarsi, tuttavia capita altrettanto spesso che il gioco si rivolti contro di noi insensatamente, lasciando un amaro in bocca persistente specie dopo aver superato settori molto gremiti ed ostici.

La parte più interessante dell’offerta risiede tuttavia nel multiplayer: fino a 4 giocatori possono affrontare ogni modalità di gioco disponibile e, nel caso della Versus, le cose si fanno molto interessanti e piacevoli. Sono presenti quattro modalità di gioco differenti, associabili a 5 setting con altrettante tipologie di aree, tra livelli di piccole dimensioni o aree spaziose o dotate di un pozzo senza fondo. Tra le modalità troviamo Ultimo Ninja, sostanzialmente un deathmatch con vite limitate al contrario di Battaglia che, invece, fissa un timer da tre minuti entro i quali dovremo accumulare il maggior numero di kill. Sono poi presenti la modalità Moneta, in cui dovremo distruggere dei maneki neko (i classici gatti portafortuna orientali con la zampina che si muove) sparsi nella mappa che lasceranno cadere delle monete e, alla fine del tempo, chi ha collezionato più monete vince. Infine c’è la modalità Corona, dove un giocatore verrà proclamato re e dovrà cercare di indossare la corona per più tempo possibile per vincere, diventando ovviamente un bersaglio per ogni avversario.

Ecco dunque che Ninja Shodown offre la sua parte migliore, coadiuvata dalla presenza di amici più o meno abili che daranno il là a scene di vita vissuta, magari non indelebili ma sicuramente divertenti. Il modo migliore per sfruttare queste modalità resta comunque quella fissa, giacché in portatile riconoscere gli sprites su schermo sarà molto difficile, visto che l’unico movimento di camera concesso renderà spesso l’arena talmente grande da costringere l’occhio a messe a fuoco oltre ogni capacità umana. A chiudere il cerchio c’è poi la Infinito, semplicemente un’ondata di nemici a oltranza dove toccherà sopravvivere per più tempo possibile, senza stravolgere più di tanto il gameplay.

Il quadro tecnico è un’ulteriore conferma del lavoro degli sviluppatori, ovvero buono ma che non si impegna a mostrare davvero qualcosa di fresco ed originale: gli ambienti di gioco sono estremamente canonici e non c’è nulla di davvero interessante sotto il profilo artistico, se non un character design dei nemici che, pur corredato da diversi personaggi un po’ clonati, si basa su idee molto buone. Probabilmente un miglior lavoro sulla palette di colori avrebbe permesso di migliorare le cose, in particolare quelle dei ninja che non sono mai sgargianti e contribuiscono a spaesare il giocatore nei momenti più concitati, di cui abbiamo parlato sopra. Nulla da dire invece sulle musiche del gioco: niente di trascendentale e nemmeno troppo orientali a dirla tutta, ma reggono più che bene i ritmi elevati che caratterizzano il titolo.

ninja shodown recensione

Verdetto:

Ninja Shodown è un titolo che, con un po’ più di cure, avrebbe saputo vendersi molto bene. Nonostante non sia un prodotto rivoluzionario, offre un gameplay che si presta più che bene alle caratteristiche di Switch. Peccato però per tanti piccoli errori che impattano sul risultato finale in modo fastidioso, soprattutto perché evitabilissimi con qualche attenzione in più.

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.