Invitati in quel di Milano per un evento stampa esclusivo, Parrot (già artefici di una linea di “mini droni” di successo, tra cui il divertentissimo Jumping Sumo) ci ha dato la possibilità di provare il suo prossimo drone “testa di serie”, il Parrot Bebop, un drone progettato per il divertimento ma dalle performance di altissima qualità. Ci siamo divertiti per qualche ora in compagnia della nuova “creatura” volante del costruttore d’oltralpe e questo è il resoconto delle nostre spensierate ore di volo!

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Una delle qualità più apprezzabili del Bebop Drone è certamente la sua anima user friendly che lo colloca esattamente a metà sulla strada che va dal giocattolo al drone professionale. Bebop Drone, infatti, non è nessuno dei due, ma piuttosto una sorta di ibridazione che permetterà a chiunque di potersi divertire con un drone decisamente solido e performante.

Parrot Bebop Drone_Blue_3Ancora una volta, infatti, Parrot ha mescolato in tavola le carte del design e della costruzione creando un prodotto che, pur non essendo economicamente alla portata di tutti, si classifica comunque ad alti livelli di robustezza e prestazioni il che, per noi, è stato evidente grazie ai vari schianti che i poveri droni a disposizione dei giornalisti hanno subito impunemente. Bebop ha risposto con una solidità sinceramente inattesa, data soprattutto la quasi totalità di plastica nel corpo e nelle eliche di movimento. Ma Parrot, che con quelle plastiche aveva già costruito quel mostro di resistenza che era il Jumping Sumo, ha fatto di più, inserendo inserti in gomma morbida a supporto delle parti più sensibili agli urti, cosicché anche schiantandosi a tutta velocità in un muro (ed è una situazione realmente verificata), Bebop si arresta ma non si rompe, e si può tornare subito in volo senza problemi. Tale resistenza e stabilità è fondamentalmente dovuta al binomio offerto da una telecamera integrata a stabilizzazione verticale (il cui compito è monitorare la velocità e la posizione del drone) e le quattro eliche a tre pale che, spinte da altrettanti motori, rendono il drone capace anche di restare sospeso nell’aria immobile.

Marketing Brand Studio - damien.beuvin@parrot.com

Dal peso approssimativo di 400 grammi, il quadricottero Parrot è dunque, su tutto, incredibilmente stabile e può, inoltre, raggiungere un massimo di 13 m/s (70 mk/h) con una buona stabilità persino in condizioni di turbolenza (anche se, ovviamente, quest’ultima caratteristica non è stata da noi confermata in sede di test).

Parrot Bebop Drone_Red_3Anche tecnologicamente, Bebop si pone una spanna rispetto ai prodotti entry level seppur – ovviamente – senza competere direttamente con i droni di stampo più squisitamente professionale. Il Drone è infatti equipaggiato con una telecamera frontale da 14 megapixel con un fisheye gestito non meccanicamente ma via software e capace ci registrare in Full HD. Come tipico di questo genere di prodotti, la telecamera ha sia la funzione di registrazione che di “occhio” per il pilota, che può comodamente vedere ciò che vede il drone dallo schermo del proprio tablet. Il Fisheye digitale serve poi a ruotare la telecamera, cosicché la visione è possibile sino ad un angolo di 180° in orizzontale e verticale. La qualità è decisamente buona rispetto alla media della concorrenza. Onde evitare, infatti, qualsiasi effetto di movimento involontario (effetto che, generalmente, è dato dal motore montato sotto o nei pressi dell’occhio del Drone), Parrot ha ben pensato di inserire ben 4 ammortizzatori che stabilizzano la posizione dell’occhio, mentre un software interno di stabilizzazione completa il lavoro di pulizia dell’immagine ripresa. Il tutto è internamente processato dal velivolo che, grazie ad un software proprietario e ad un processore Dual Core (il Parrot P7), riesce a gestire più che bene la qualità dell’immagine a cui si aggiungono, ovviamente, alcune impostazioni manuali tra cui settaggio e bilanciamento del bianco.

[hero heading=”Caratteristiche Tecniche”]

Connettività Wi-Fi 802.11a/b/g/n/ac

  • Antenne Wi-Fi: dual-band MIMO con 2 set di antenne a dipolo accordate alle bande 2.4 e 5 GHz (fig.7)
  • Potenza di emissione: fino a 21 dBm
  • Portata del segnale: fino a 250 metri

Struttura Elevata resistenza

  • 4 motori brushless Outrunner
  • Struttura in ABS rinforzata con fibra di vetro (15%)
  • Carena esterna in PPE ad alta resistenza: si aggancia e sgancia molto semplicemente per adattarsi al volo indoor e outdoor, protegge le eliche da eventuali urti, può essere rimossa per ridurre la resistenza al vento
  • Eliche autobloccanti a tre pale in policarbonato con sistema di smontaggio rapido(
  • Ammortizzatori antivibrazioni

Velocità

  • 13 m/s

Fotocamera CMOS 14Mpx

  • Fotocamera con obiettivo “Fisheye” 180° 1/2,2″: 6 elementi ottici e sensori 14 Mega pixel
  • Stabilizzazione video: digitale su 3 assi
  • Risoluzione video: 1920x1080p (30fps)
  • Risoluzione foto: 4096×3072 px
  • Codifica video: H264 Formato immagine: JPEG, RAW, DNG
  • Memoria interna: Flash 8 GB

Batteria a Polimeri di litio

  • Autonomia: 11 min
  • Tipo di batteria: LiPo 1200 mAh

Processor CPU: Dual-Core

  • Scheda madre: Processore Parrot P7 dual-core CPU Cortex 9
  • GPU Quad-core
  • Memoria flash di 8 GB
  • Il gruppo è montato su un supporto in magnesio che fornisce la schermatura elettromagnetica e funge da radiatore
  • Sistema operativo: Linux
  • Sviluppo: SDK open-source

Sensori a 3 assi

  • Magnetometro a 3 assi Giroscopio a 3 assi
  • Accelerometro a 3 assi
  • Fotocamera di stabilizzazione verticale: Ogni 16 millisecondi, viene scattata un’immagine del terreno e confrontata alla precedente per identificare la velocità del drone BeBop
  • Sensore ad ultrasuoni: Analisi, fino a 8 metri, la quota di volo
  • Barometro

Geolocalizzazione GNSS

  • GNSS (GPS + GLONASS)

Dimensioni 28x32x3,6cm

  • Senza Carena: 28x32x3,6 cm
  • Con carena indoor: 33x38x3,6 cm

Peso 390 g

  • Con batteria, 390g senza carena e 410g con carena interna[/hero]

Parrot-BeBop-Drone-avec-Sky-Controller-Rouge-pour-SmartphoneTablette-0-4Per quanto riguarda i controlli, il Bebop è gestito in maniera decisamente buona dall’applicazione gratuita Parrot Freeflight 3, la medesima utilizzata anche per la categoria “mini drones” e come sempre responsabile sia della connessione che del movimento e della registrazione di immagini da parte del drone. Il Freeflight (disponibile sia per iOS che per Android) svolge come sempre il suo dovere, mettendo a portata di mano, e con controlli touch (ovviamente) sul nostro dispositivo smart un’interfaccia sempre chiara e definita, nonché la gestione di tutte le funzioni e le impostazioni di cui il Bebop è capace. Al test con l’applicazione, il drone è risultato responsivo come ci si aspetterebbe anche se, a dire il vero, la gestione corretta di tutte le funzioni per mezzo di un tablet non è sempre comoda e l’avere tutto a portata di tasti touch, rende anche l’interfaccia non troppo pulita seppur ordinata. Tuttavia, al di là di qualsiasi cruccio estetico/stilistico, il vero problema del controllo via tablet è certamente la virata del velivolo. Se con droni terresti l’applicazione si comportava decisamente bene (previa la pratica), con Bebop la storia è diversa. L’attrito dell’aria non è difatti sufficiente perché l’impreciso controllo di sterzata sia efficiente come dovrebbe. La combinazione velocità+tasti touch rende il controllo in virata macchinoso e imprevisto. Jumping Sumo, in tal senso, si comportava decisamente meglio, complice l’attrito terrestre che in qualche modo “stemperava” l’effetto saponetta dei controlli. E questo è male.

[hero heading=”Caratteristiche Tecniche”]

Geolocalizzazione
  • Antenna GPS integrata
  • Compatibile Glonass
Connettività
  • Estensione HDMI (per gli occhiali FPV)
  • USB: più utilizzi (sensori)
  • Micro-USB: per gli aggiornamenti
  • MCX: connettori radio-frequenza coassiali
Wi-Fi e trasmissione
  • Breve distanza: punto di accesso rete per una facile connessione a uno smartphone compatibile
    Lunga distanza:
  •  Portata del segnale video fino a 2 km in campo aperto
  • – Wi-Fi 802.11n 2,4 e 5 GHz fino a 36dBm
  • – 2 antenne dual-band ad alte prestazioni MIMO
  • Canali: da 11 a 13 in 2,4 GHz / da 4 a 8 in 5 GHz
Batteria
  • Stessa batteria rimovibile del Parrot Bebop Drone
  • 1200mAh / Batteria 20C Li-Po 3 celle
  • Autonomia: 100 min
  • Tempo di ricarica: tra 60 e 90 min
Hardware & Software
  • Processore Parrot P7 – Android 4.2.1
  • Linux – Cortex A9 con clock a 800MHz
Dimensioni
  • 370 x 230 x 190mm
Peso
  • 1550 g, parasole incluso
Contenuto della confezione
  • 1 Parrot SkyController
  • 1 Parrot BeBop Drone
  • 3 batterie
  • 1 caricatore con spine US/ JP / UK / EU / ANZ
  • 1 cavo micro-USB
  • 2 carene per interni
  • 4 eliche aggiuntive
  • 1 strumento di montaggio delle eliche
  • 1 tracolla
  • 1 parasole (con adattatore per iPad mini)
  • 1 adattatore per tablet 7’’
  • 1 guida di avvio rapido [/hero]

    Ma evidentemente Parrot non era del tutto all’oscuro di questa faccenda. Data la potenza dei motori, la leggerezza del drone e soprattutto i poco comodi controlli touch, la società francese ha infatti pensato di vendere (in versione bundle) anche un comodissimo radiocontrollo con tasti e stick analogici. Lo Skycontroller è infatti un vero e proprio radiocomando che, oltre ad amplificare sensibilmente il raggio d’azione del drone (di fatto il segnale arriva sino a 2 km!), si caratterizza per essere un controller di pilotaggio a tutto tondo.

    61tGgBvYMXL._SL1500_ Pesante circa un chilo e mezzo, e saldo al collo grazie ad un laccio regolabile, lo Skycontroller rimette nelle nostre mani praticamente tutti i controlli principali del drone, demandando al nostro tablet solo comandi minori come i trick pre-impostati tipici dei droni Parrot. Il tablet, infatti, viene comodamente alloggiato in una apposita plancia sullo stesso Skycontroller, grazie anche ad una serie di supporti in dotazione, e di diverse dimensioni, che impediscono qualsivoglia caduta accidentale del tablet. Così, mentre ai controlli analogici è demandato ogni movimento, al tablet il compito di fare, ancora una volta, da schermo per le riprese configurando così un’esperienza di volo non solo eccezionalmente comoda, ma anche precisa, poiché ogni problematica di controllo è azzerata dagli ottimi stick. Come se non bastasse, lo Skycontroller dispone di una porta HDMI con cui, previo possesso, si possono collegare occhiali per la realtà virtuale e aumentata. Il nostro test è stato effettuato con i Cinemizer Oled Zeiss, un set FPV non propriamente dignitoso in termini di immersività ma comunque performante dal punto di vista tecnico.

    parrot-bebop-drone-new-10La guida con lenti FPV è quanto di più figo si possa provare nel campo del volo con i droni. Mentre allo Skycontroller è demandato il controllo, alle lenti il compito di mostrarci cosa il drone vede, configurando un’esperienza di volo veramente impareggiabile ed in prima persona, seppur decisamente non alla portata di tutti. Al di là del costo delle lenti (che ogni pilota dovrà fare da solo, perché nessun bundle è in programma) c’è infatti la difficoltà del controllo del drone senza la possibilità di poter vedere dove esso si trovi la qual cosa, soprattutto in ambienti chiusi, è un tantinello difficile e pericolosa. Inoltre, se il controllo in remoto via tablet, pur soffrendo di un leggero lag, non deficita in alcun modo le sessioni di volo, quello con gli occhiali, per quanto immersivo, soffre di un lag cospicuo che non permette, in virtù di spazi piccoli, un controllo sicuro. Parrot promette un aggiornamento software che migliori questo tipo di interazione complice, dicono, lo sviluppo di un software compatibile con tutti i visori di ultima generazione. Nelle mire della società ci sono infatti anche HMD come la nuova versione di Oculus, il prossimo visore Valve e quello Sony. Tuttavia, già con il precedente modello di Oculus Rift, Parrot dice di aver ottenuto ottimi risultati con tanto di controllo dell’angolo di inquadratura del drone per mezzo di giroscopi presenti nel visore. L’effetto che si otterrà in futuro? Una guida con visore, il cui controllo delle statistiche di volo sarà visibile tramite HMD, ed il cui movimento di telecamera sarà rimandato al nostro diretto movimento cranico.

    Parrot Bebop Drone è insomma un ottimo prodotto le cui caratteristiche costruttive e tecniche sono in grado di soddisfare gran parte degli acquirenti interessati ad un prodotto di buon livello e che sia superiore a qualsiasi entry level. Tuttavia ci sono certamente alcuni aspetti da tenere in considerazione. Il primo e fondamentale è quello della batteria che, purtroppo, non superano i 10 minuti di autonomia. Disattivare il flusso video può in qualche modo aumentare di qualche minuto l’autonomia, ma spingendo il drone ad alte velocità la batteria si esaurisce comunque troppo presto per un velivolo che punta addirittura ad allontanasi, potenzialmente, di ben 2 km. In versione stand alone le batterie in dotazione sono 2 (3 se si acquista il bundle comprensivo di Skycontroller) ma parliamo comunque di un tempo troppo risicato per qualsivoglia sessione di volo all’aperto. Un secondo problema e poi il supporto di registrazione che, ancora una volta, non è incluso ed è compatibile con un formato non propriamente facile da reperire: memorie flash mini-usb, in virtù di qualsiasi altra scelta comoda come – magari – una mini sd certamente reperibile con maggiore facilità. Vero è che la memoria interna del drone permette un immagazzinamento dati di 8Gb, ma considerando le foto e i video ad alta risoluzione, la memoria finisce presto per esaurirsi. Infine, il prezzo, anche se questa è una problematica legata prettamente alla dronistica: è esosa. Parrot Bebop non è da meno e si presenta con due soluzioni di vendita: 475 Euro in formula liscia, e ben 841 in bundle con lo Skycontroller. Come a dire che la qualità non accetta compromessi.