Un vecchio amico

Quella di Ratchet & Clank è una saga a cui voglio veramente un gran bene. Ho giocato tutti gli episodi, compreso quelli per PSP, il primo dei quali ha vinto il titolo mondiale di “Gioco con i checkpoint peggio piazzati della storia”, riuscendo ad apprezzarli più o meno tutti.

Poi togliendomi il prosciutto da fanboy dagli occhi riuscivo anche a guardarne i difetti, che in realtà erano più che evidenti e anche fisiologici, visto che si tratta, dati alla mano, di una saga che dal 2002 ha sfornato tra capitoli “normali”, spin-off, remake e perfino un gioco mobile, quattordici uscite.

Quando dunque fu annunciato questo Ratchet & Clank, a distanza di quasi tre anni dall’ultimo titolo, e dal nome puro e semplice, come a dire “Ok, ci siamo divertiti, adesso torniamo a fare le cose per bene”, accompagnato per giunta da un film, vuoi per affetto verso la serie, vuoi perché mi sembrava davvero la volta buona per rilanciare un progetto che sembra ambizioso, non ho mai avuto il minimo dubbio sulla qualità del gioco.

E per fortuna avevo ragione.

Dov’eravamo rimasti?

L’idea di base è quella di riproporre il primo capitolo del gioco utilizzando il Capitano Qwark come voce narrante. Esperimento riuscito.

Il Capitano si conferma uno dei personaggi più divertenti della serie, e strapperà più di un sorriso durante il gioco, sottolineando le azioni salienti che Ratchet compie o che non può compiere perché il gioco ancora non lo consente (“…Ratchet non poteva raggiungere la cima del monte perché non possedeva i magnescarponi!”).

La sensazione è che si poteva esplorare ed approfondire un po’ il tutto, ma probabilmente sono cose che Insomniac si è voluta riservare per il film. In ogni caso la storia resta godibilissima sia per gli aficionados, sia per chi si stesse avvicinando per la prima volta alla serie.

ratchet e clank recensione

Se menamo?

Il gioco infatti ti mette da subito a tuo agio, con un gameplay abbastanza frenetico, ma semplice ed efficace. Il giocatore è da subito immerso in un mondo coloratissimo e cartoonesco, eppure popolato da feroci creature da sterminare a colpi di armi bizzarre.

Il tutto per la verità non sembra molto innovativo, ma funziona alla grande. In un’epoca in cui il videogioco sembra cercare solamente la graficona o l’effetto speciale spaccamascella, spesso ci si dimentica di quanto sia divertente semplicemente correre, saltare e sparare all’impazzata.

Un po’ di varietà al gioco la danno i vari enigmi disseminati all’interno del gioco, dal Trapassatore di Ratchet (un aggeggio che si usa per scassinare le porte, che può mettere in difficoltà i “novellini”) alle sezioni platform nelle quali prenderete il controllo di Clank e dovrete interagire con altri robottini per aprire le varie porte che vi consentiranno di terminare il livello.

Ma soprattutto, ed è un gran vantaggio per un gioco che fa dello sparare a qualsiasi cosa si muova il suo punto di forza, la varietà delle armi è veramente ottima.

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Quando l’uomo con il Pecorator incontra l’uomo con il guanto-palla da discoteca…

Le armi che popolano il gioco sono quanto di più delirante si sia mai visto in uno sparatutto.

Un’arma che renda i nemici degli ammassi di pixel? C’è.
Una che trasformi gli avversari in pecore? Pure.
Lanciare una palla da discoteca che faccia ballare i nemici? Anche.

Per non parlare del grande ritorno di Mr. Zurkon, che non ha bisogno di soldi perché “la sua valuta è il dolore”. Insomma, ogni arma del gioco ha quel grado di follia che rende l’azione più divertente.

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Money in the bank

Più uccidi, più soldi guadagni. Più soldi guadagni più puoi migliorare e personalizzare le armi. Più migliori le armi, più ti diverti a sparare, e si ricomincia. Entrerete ben presto nel circolo vizioso, che ci fa introdurre perfettamente il capitolo longevità.

Il level design, per quanto bello e colorato, è abbastanza semplicistico e non lascia grande spazio all’esplorazione. Ciò nonostante il gioco è disseminato di extra da trovare, dai pacchetti di figurine (l’“album” sarà diviso in sezioni tematiche da tre figurine. Ogni volta che completate una sezione, riceverete un bonus ingame) ai pezzi del RYNO da trovare, dai bolt d’oro al raritanium, utile per potenziare le armi, per cui la longevità del gioco dipenderà anche da quanto siate disposti a cercarli.

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Se siete dei fanatici del completamento, o se vi piace potenziare tutte le armi al massimo, allora ne avrete per un bel po’. Se una volta terminato il gioco volete mettervi alla prova con la modalità sfida, la cosa aggiunge ulteriori punti al fattore rigiocabilità. Se non avete voglia di fare nessuna di queste cose, ma semplicemente godervi il gioco, la longevità resta comunque nella norma per un gioco del genere.

Farne semplicemente una questione di ore di gioco è però riduttivo. Ratchet & Clank è infatti un gioco che saprà tenervi compagnia ed intrattenervi, e che vi farà ridere, ma con in più anche quella giusta quantità di feels, e che se avete amato la saga come me, vi conquisterà al primo colpo sparato. Signori, Ratchet & Clank sono tornati.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.