Per cose di questo genere, prima si appendeva la gente all’albero maestro

Il genere di avventure piratesche non è mai stato molto celebre nel mondo dei videogiochi. Davvero pochi in ambito videoludico hanno avuto il coraggio di cimentarsi con questo tema così popolare che, se ben sviluppato, avrebbe potuto offrire una grande storia e delle avventure emozionanti, attingendo ad un background pressoché immenso; ci hanno provato anche in Canada con quella storia dei tizi incappucciati, ma non è andato come si sperava.

A volte però qualcuno ha l’ardore di fare un passo avanti e di realizzare un gioco che sfrutta ambientazioni poco utilizzate e che sorprende con elementi freschi ed interessanti. Risen 3: Titan Lords Enhanced signori, NON è assolutamente uno di questi.

Questo titolo altro non è che la riedizione di quel Risen 3: Titan Lords uscito l’anno scorso per PS3 e Xbox 360 e ora disponibile per console di nuova generazione e PC, con esattamente gli stessi contenuti e una ripulita sommaria della grafica, in aggiunta a qualche piccola correzione agli errori che costellavano la prima versione e che ne avevano fatto uno dei giochi più criticati del 2014. Magari però questa versione ha qualche extra in più…No; solo i DLC che erano a pagamento già inclusi e per i pochi interessati una lista di trofei diversi rispetto all’originale, con alcuni Achievement supplementari.

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Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, voglio concentrarmi a parlare su quello che questa Enhanced Edition offre di per sé, senza compararla alla versione originale. Anche perché in nessuno dei due casi potrei fare un gran favore al gioco.

Fin dalle prime fasi dell’avventura, la cosa che salta subito all’occhio sono le movenze del protagonista che a quanto pare ha un brutto rapporto con il terreno su cui cammina. Parlando di animazioni infatti, l’unica parola che mi viene in mente è “squallide”. Quando all’inizio si deve saltare per la prima volta, sono stato testimone di un’animazione vergognosa che però ha solo fatto da antipasto a quello che sarebbe venuto dopo.

Lente, disastrose, legnose, è semplicemente impossibile spiegare quanto siano pessime le animazioni, incluse (purtroppo) quelle dei combattimenti e le numerose combo che si usano per colpire i nemici.

Il protagonista da un colpo, fa una pausa, da un altro colpo, si prende un’altra pausa e poi colpisce ancora. Una fantastica combo di soli tre colpi con pause immense tra ogni attacco distrugge tutta la spettacolarità dell’azione, mettendo in secondo piano anche le sequenze di eliminazione dei nemici che -per carità- sono abbastanza riuscite e ricordano vagamente le movenze dei veri sgherri da strada. La base del sistema di combattimento è così pessima che a confronto offusca ogni altra movenza che si può eseguire nel gioco.

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I modelli poligonali dei personaggi così come le texture sono in egual modo aberranti. Avete presente quel look plasticoso che a volte hanno i personaggi in alcuni giochi? Qui sembra di giocare con dei soldatini fatti interamente di plastica. Non c’è neanche bisogno di zoomare la telecamera per vedere tratti angolosi e spigoli che non erano accettabili già nella scorsa generazione, figurarsi oggi su PlayStation 4.

Avvicinarsi ad un oggetto del fondale e notare i suoi bordi seghettati può capitare in parecchi giochi, ma se questi si vedono anche da lontano, l’unica cosa che mi viene in mente è che o non si sa fare il proprio lavoro, o non se ne ha voglia.

Purtroppo c’è di più

Se ad animazioni imbarazzanti e a una struttura grafica povera si sommano meccaniche di gameplay così generiche che vanno dal: “ciao, sono un manichino d’addestramento, colpiscimi!” al “continuo a colpirti costantemente perché mi hanno programmato male”, la faccenda si complica sempre di più.

Quando si pensa che tutto questo non possa peggiorare, ci si deve ricredere.

Il prologo davvero insensato conduce alla sequenza iniziale su una spiaggia senza troppe spiegazioni. Poco dopo uno spettro ruba apparentemente l’anima del protagonista e si muore, per risorgere poco dopo. Gira e rigira, la trama raggiunge alti picchi di assurdità, senza dimenticarsi però di rimanere banale e scontata.

Gli scenari “esplorabili” sono semplicemente dei corridoi sovraccaricati di elementi al punto tale di risultare caotici e persino complicati da esplorare, semplicemente perché sono stati progettati male.

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Tutti i giocatori di avventure sanno che spesso esiste una tecnica base che è quella di scalare i pendii semplicemente saltando per accorciare il tragitto, anche se non è proprio il modo adeguato per affrontare un sentiero. In Risen 3, questo è il modo standard di procedere per tutto il gioco.

Come se non bastasse, ci si mette anche l’illuminazione a incasinare il sistema di gioco, rendendolo quasi un survival horror anziché un open world, vista la fatica per andare avanti. Se sulla carta si voleva dare una combinazione sofisticata di luci per far risaltare le ambientazioni selvagge, l’unica cosa che si è ottenuta è uno strano miscuglio di luci e ombre che ostacola continuamente la percezione del giocatore.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche non sono moleste, di certo però nessuna di queste rimarrà in testa più del dovuto, dato che svolgono solo il loro sporco lavoro di intrattenere il giocatore per qualche manciata di minuti. Quindi il sonoro almeno si salva? No. Perché tutto viene rovinato quando i personaggi aprono bocca e si ascolta il terribile doppiaggio a cui è stato sottoposto il gioco. Le voci sono sospettosamente tutte molto simili (all’interno di un RPG con decine e decine di NPC ci può anche stare), ma la mancanza di espressività mi fa credere che gli attori abbiano semplicemente letto di fretta un sacco di righe, ignorando completamente il contesto in cui si trovavano.

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Risen 3: Titan Lords non è stato né un successo per la critica né per i giocatori, non si capisce quindi quale diavolo sia stato il motivo tale da fargli meritare una rimasterizzazione in alta definizione. Le meccaniche di combattimento sono povere, manca di fluidità, le animazioni sono atroci e l’esplorazione degli ambienti fa perdere prima la voglia di giocare e in seguito la fiducia sul genere umano.

Dato che ritengo questi dei punti cardine in un gioco d’avventura, si può facilmente immaginare la misera esperienza di gioco che se ne ricava. Nel malaugurato caso che vi regalino questo gioco, sbarazzatevene il prima possibile. In giro c’è di meglio.