Camerette e librerie virtuali

Correva l’anno 1988 quando SEGA metteva in commercio in Giappone il Sega Mega Drive, Genesis in America. 30 anni fa, due anni prima della rivale Nintendo, SEGA portava nelle case la sua 16 bit, accompagnata da un tripudio di colori e pulizia impensabile sulle 8bit. Ricordiamo un po’ tutti, più o meno in là con l’età, i pomeriggi e le notti nella nostra stanzetta seduti per terra (ok, forse questo vezzo lo avevo, e lo ho ancora, solo io) passati a inveire contro platform o action estremamente difficili, o magari intenti a decifrare l’allora impossibile inglese in qualche lentissimo JRPG. Proprio da questo punto si muove SEGA con la sua Mega Drive Classics: una stanza con una TV in un angolo, la console sotto, e una libreria ordinata piena di giochi in ordine alfabetico. Il menù principale della raccolta è questo, realizzato in un ottimo 3D.

Si possono scorrere i giochi, con le scatole che spuntano dalla ludoteca. Scegliendo il gioco vediamo la cartuccia entrare nella console, da accendere per iniziare a giocare. Macchinoso, effettivamente, ma allo stesso tempo di impatto, in grado di toccare la corda della nostalgia, della ritualità, di quando i giochi non erano l’oggetto di consumo che possiamo percepire oggi nell’epoca delle offerte su Steam, ma un martirio per i nostri genitori che si sentivano ripetere per mesi che volevamo proprio quel titolo, per poi magari ottenerlo a Natale, dopo tanta fatica, per trattarlo come un feticcio da giocare per poi riporlo rispettosamente nella scatola, da aprire diverse volte al giorno per godere del manuale. Pochi giochi si potevano avere (perché ragazzi, vi è sfuggito che se vi fate due conti con l’inflazione i videogiochi trent’anni fa costavano un botto di più rispetto ad oggi), e come oggetti da venerare li si trattava.Vi ho parlato di ritualità e feticismo, ma anche di nostalgia, e proprio a quel sentimento la Mega Drive Classics si riferisce, ma non solo: i vecchi giochi costano tanto, a volte non si trovano, l’hardware originale poco si abbina con le moderne TV, e di fatto fare retrogaming è spesso una fatica. Conservazione delle vecchie opere e possibilità di un facile accesso, prima di vendite facili sull’onda della nostalgia: in questo senso possiamo vedere operazioni di questo tipo. Ho provato la Mega Drive Classics su Playstation 4, apprezzandola, ma quello che mi ha davvero stupito è la distribuzione Steam, piattaforma sulla quale è possibile comprare singolarmente i giochi per neanche un euro. Bravi, bravi.

Veniamo però all’analisi di questa raccolta in senso più stretto: la Mega Drive Collection racchiude 50 giochi, e quindi il primo punto da vedere è la selezione. Purtroppo, togliamo subito il dente, si tratta di soli giochi SEGA. Il motivo dietro è evidente, e si tratta dei diritti, ma non posso che dispiacermi di non vedere ad esempio un Castlevania o un Castle of Illusion, o magari un Mazin Saga. Inutile stare qui a sciorinare una lista di quello che avrei voluto vedere e che manca, mettiamoci l’anima in pace e accettiamo di trovare solo la roba made in SEGA. Come se poi fosse roba brutta, tra l’altro. Altre mancanze importanti però le troviamo proprio nella produzione della casa madre: dove stanno Sonic The Hedgehog 3 e Sonic & Knucles? Anche cose presenti, come Phantasy Star 2, sono abbastanza discutibili: giocare oggi un JRPG di questo tipo è abbastanza difficile, non si tratta di giochi invecchiati troppo bene. Apprezzo comunque lo spirito di completezza, ed è sempre meglio qualcosa in più che in meno. Ovviamente la qualità del parco titoli non è in discussione, ed entra sempre in ballo il gusto personale.

Complessivamente però ce n’è per tutti i gusti. Oltre ai classici Sonic, per rimanere in ambito platform, troviamo Alex Kidd in the Enchanted Castle, WonderBoy III e Wonderboy in Monster World. Per gli amanti del picchiaduro a scorrimento troviamo tutti e tre gli Street of Rage, o anche Comix Zone e i primi tre Golden Axe, mentre per chi preferisce il beat ‘em up tradizionale c’è Virtua Fighter 2 (anche questo non troppo attuale, al giorno d’oggi). Per chi vuole giochi di ruolo troviamo tre Phantasy Star, ma anche Beyond Oasis, un JRPG che ricorda un po’ lo Zelda di Nintendo. La bandiera dei run ‘n gun la porta invece in alto il primo e bellissimo Gunstar Heroes di Treasure. Per chi ha voglia di qualcosa di strategico, invece, ci sono i primi due Shining Force, che sono decisamente belli. Se invece avete voglia di rail shooter, Space Harrier 2 e Galaxy Force 2 fanno al caso vostro. Insomma, senza perdermi eccessivamente in listoni, l’offerta di SEGA è decisamente variegata anche nei generi, coprendo qualsiasi tipologia di gioco in voga nell’epoca 16bit. Ma, soprattutto, se avevate un Mega Drive a casa avrete certamente avuto alcuni di questi titoli, tra i più importanti della softeca della console.

Passiamo a questioni più tecniche. L’emulazione proposta da SEGA è ottima, e i giochi proposti sono le versioni 60hz, quindi più fluide. La collection mette a disposizione una grande quantità di filtri, di buona qualità, che potrete usare a vostro piacimento o giocare ai giochi in versione liscia. Le diverse modalità accessorie, e di dubbia utilità, sono tante, ma tra queste spicca sicuramente la possibilità di “riavvolgere” il gioco, tornando indietro prima di una morte, ad esempio, così da limitare il senso di frustrazione che solo i giochi dei primi ’90 sapevano regalare.

A questo dobbiamo sommare la possibilità di giocare in coop, laddove previsto, sia in locale che online, con la prima scelta preferibile per via di un impianto online decisamente poco funzionale, dove il lag è all’ordine del giorno.

Verdetto

SEGA impacchetta un’ottima collection, con solo quale limite dovuto ai diritti per quanto riguarda la selezione dei titoli e per un impianto online non all’altezza. Dall’altra parte della bilancia c’è però il meglio della libreria SEGA con pochissime mancanze, una selezione di generi sterminata, che va dai platform ai picchiaduro a scorrimento passando per gli JRPG, nelle loro versioni 60hz, ottimamente emulati e supportati da un interessante e ragionato sistema di trofei. Mega Drive Collection è un acquisto che consiglieremmo a chiunque abbia voglia di retrogaming senza però voler combattere con l mercato dell’usato, o anche, più semplicemente, per chi vuole avere una libreria di titoli da giocare a tempo perso, in coop. Per chi gioca su PC, invece, non ci sono scuse: potete comprare solo i giochi che preferite per neanche un’euro.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.