Quando una relazione diventa matura

bao-publishing-sex-criminals-2-73985000020Non vogliamo usare l’abusata frase ‘Il caso letterario dell’anno’, ché fa tanto libro adolescenziale della Newton Compton. Però purtroppo, l’exploit e il successo generato da Sex Criminals del duo Matt Fraction (ai testi) e Chip Zdarsky (ai disegni) ci impone davvero di usare questo cliché. Due anni fa, dopo uno scambio di email e un po’ di rapporti a distanza, Matt scrisse a Chip: ‘Che te ne pare di una storia dove un uomo riesce a fermare il tempo ogni volta che ha un orgasmo?’. Chip rispose: ‘Uh, sì. Perché no?’.
E già: perché no? I due allora si sono messi all’opera, inventando il cast e le vicende dei primi numeri che videro la luce per la Image Comics con cadenza mensile. Nacque il ragazzo Jon, con la sua mania di defecare nella pianta da ufficio del capo, nacque Suzie, bibliotecaria romantica e dolce e nacque il duo, la coppia Jon & Suzie, uniti dalla loro passione e dal dono comune di poter fermare il tempo a ogni orgasmo, fu dato un nome a quel momento in cui tutto è fermo tranne i due amanti, chiamato la Quiete da Suzie (o Schizzoland da Jon), vennero i furti e le rapine in banca per salvare la biblioteca dove lavora Suzie, e poi la Polizia Del Sesso e la violenza. Tutte queste cose narrate nei primi cinque numeri della serie, veloci, piacevoli e appassionati come un rapporto appena all’inizio quando la gioia della scoperta e il senso di nuovo bruciano tutto quello che c’è intorno e illuminano ogni cosa di luce nuova.

Matt e Chip continuano nella loro esplorazione dei sentieri sessuali battuti da Suzie e Jon, con questo secondo volume delle avventure dei Sex Criminals più famosi del West, ma lo fanno con intelligenza e soprattutto riescono nella difficile mossa di non ripetersi. Vediamo dove sono andati a parare i nostri amanti e scopriamo insieme che la vita di coppia va per stadi, e dopo la passione viene sempre una certa riflessione, si rallenta, ma non vuol dire che ci si ferma. Anzi.

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Evoluzione

Dopo averci fatto conoscere i nostri piccioncini nel momento di massima passione, tra sesso e furti, Matt Fraction li pone di fronte a una situazione nuova e forse anche la più difficile da affrontare. Quel che era straordinario e meraviglioso, quello che era una novità e che alimentava il loro rapporto, la Quiete o Schizzoland, diventa naturale, normale. Diventa routine. Poi, considerando che la biblioteca sembra salva, pare che la trama principale si sia esaurita. Quindi cosa fare con Jon e Suzie: beh, è ovvio. Si inizia a entrare nelle loro teste.

Il racconto di questo secondo volume fa evolvere in molte direzioni la trama che aveva in un certo modo dipanato nel primo. Si prendono molte delle cose lasciate in sospeso, come la Polizia del Sesso e i loro mezzi avveniristici, i loro componenti e il loro fine, e si dà una certa spiegazione agli avvenimenti oscuri che erano accaduti nel primo capitolo. Si aggiungono altri tasselli a un puzzle che sta assumendo i contorni di un complotto su scala nazionale, dove il nemico effettivo è enorme, cattivo e ben dotato (di mezzi). Si aggiungono personaggi, come la splendida Ana Kincaid e si intravedono nuove linee narrative che verranno sviluppate successivamente. Ma paradossalmente, nonostante tutta questa carne al fuoco, il vero fulcro di questa vicenda sono Jon e Suzie e solo loro.

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Una pagina dopo l’altra, scopriamo retroscena del loro passato, conosciamo i loro amici, le loro adolescenze, i loro problemi. Scopriamo dei lati di Jon che non avevamo neanche intuito, ci lasciamo trasportare dalla sua psicologia spezzata e dalle sue migliaia di paranoie. Entriamo nella testa di Suzie, con le sue perdite, i suoi rapporti interpersonali e i suoi dolori, tra le sconfitte e le gioie che la vita le dà un giorno dopo l’altro. E ci avviciniamo al cuore della relazione tra Jon e Suzie, dove in maniera impacciata sentiamo nascere qualcosa che va oltre il sesso. Ma come ogni cambiamento importante, come ogni vero salto evolutivo, si deve passare per un enorme momento di rottura, un’esplosione che serve a far tremare le fondamenta, per valutare quanto siano solide e se sono davvero pronte a sopportare il peso di tanti sentimenti genuini. La paura, la codardia, la follia e infine un po’ alla volta l’amore si manifestano tra le pagine veloci e scorrevoli di questo secondo volume di Sex Criminals. Matt Fractrion è abilissimo nel dosare la serietà, cercando sempre di rimanere nel campo leggero, volatile della sottile ironia con cui ammanta ogni momento della usa narrazione. E non fa niente se nelle vignette viene raccontata l’autodistruzione di una persona, la paranoia di uno psicopatico o il dolore di una perdita, tutto sembra sempre divertente, mentre con un sorriso amaro ci accorgiamo che in realtà quel che stiamo leggendo è una tragedia bell’e buona.

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Gli artifici narrativi per farci entrare nella testa dei nostri protagonisti e beniamini sono tanti, alcuni immediati, altri quasi geniali. Quello che più mi ha entusiasmato è la continua rottura della quarta parete in senso cinematografico, quando un attore all’improvviso si rivolge verso i telespettatori, guardando direttamente nella telecamera. Un esempio fu quel telefilm geniale Malcolm in the Middle, dove il il protagonista si rivolgeva all’audience per sottolineare, commentare e giustificare certi eventi sullo schermo.

Ora immaginate questa soluzione su un fumetto: otterrete Suzie che vi guarda direttamente dalle vignette e vi dice che forse certe cose non dovrebbe raccontarle a voi, anche se vi reputa delle persone eccezionali. E va avanti così, commentando quel che sta avvenendo intorno a lei, come se lo stesse vedendo in video (o in fumetto) e non lo stesse vivendo in tempo reale.

Il racconto prosegue tra flashback, intermezzi, scene ancora criptiche, in un flusso in cui i personaggi vengono analizzati e fatti crescere un passo alla volta. La scrittura di Matt Fraction è eccezionale e si merita davvero i premi che si è portato a casa per questo lavoro. Non c’è una parola fuori posto, un dialogo stonato o una reazione finta: ogni singolo gesto e ogni singolo movimento contribuiscono a rendere il cast di Sex Criminals vero e reale, nonostante le esagerazioni e le sequenze sopra le righe. E forse questo è il più grande complimento che si possa fare a uno sceneggiatore.

Pop art

Il fumetto è quel mezzo di comunicazione che si può avvalere di ben due registri narrativi. Ci sono le parole, su cui ci siamo dilungati anche troppo. E ci sono i disegni, che poi caratterizzano il linguaggio per immagini tipico del fumetto. Non possiamo esimerci da tessere le lodi a Chip Zdarsky, artista canadese emergente, che con Sex Criminals è riuscito a creare un giusto mix di arte popolare e minimalista, con un risultato sorprendente. Nelle vignette si notano subito la cura per le espressioni facciali, le inquadrature funzionali e i movimenti precisi dei personaggi sulla scena, dando un tocco molto cinematografico all’intera vicenda. In realtà la sensazione che lascia trasparire è più quella di sit com degli anni novanta che di un blockbuster odierno, complici anche la colorazione con tinte piatte e certe situazioni da sex comedy.

Non mancano i tocchi di classe, in primis la realizzazione della Quiete, con i suoi colori e le sue decorazioni hippie che avvolgono i personaggi tra effetti di sfocatura e postproduzione. Ma non c’è solo questo: provate a guardare con attenzione alcune vignette, e vedrete come sono state disseminate di giochi e scherzi. Date un’occhiata alla sequenza in libreria e scoprirete le sezioni di lettura come Analantasy, Polifiga, Schizzsellers e via dicendo.

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Per questo vale la pena leggere e rileggere questo piccolo capolavoro grafico, per vedere fino a che punto i due autori si sono spinti, e, credetemi, non mancheranno di sorprendervi!

L’edizione Bao, tradotta a tempo di record (considerando che la controparte americana risale a marzo 2015) poi è impreziosita e ingioiellata dai bonus a fine volume, tra artwork, copertine alternative una (finta) intervista a Playboyz, dove gli autori scherzano sul loro lavoro, sulla loro privata e sull’evidente successo che la serie sta ottenendo.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.