It’s not a game anymore…

La quarta stagione di Sherlock sta finalmente per tornare sui nostri schermi, e Dio solo sa se l’attesa non è stata lunga e spasmodica. A ben pensarci, è dal 2014 che siamo a digiuno di Sherlock, eccezion fatta per lo special natalizio dello scorso anno (“L’abominevole Sposa”, per chi non avesse idea di cosa  stiamo parlando), ottimo sì ma comunque non conturbante come una stagione vera e propria. Specie se si considera come Moffat, Gatiss e compari ci avevano lasciato alla fine della terza stagione: ossia di cazzo, con il ritorno improbabile di Moriarty e tutta una serie di congetture a seguito. Del resto due anni sono davvero tanti per immaginare cosa e quanto accadrà in quello che si prospetta subito come uno degli eventi televisivi del 2017, e forse prima di vedere quello che effettivamente sarà, si è pensato di dare libero sfogo alla fantasia.
Non tanto la nostra, quanto quella dei numerosi fan della rete, che specie dopo la visione del primo trailer si sono prodigati nelle teorie più disparate. Il bello è che alcune di queste non sono neanche così strampalate, ed anzi sembrerebbero sposarsi perfettamente con le dichiarazioni (ovviamente criptiche e misteriose) che autori e cast hanno sciorinato nel corso di questa lunga, lunghissima attesa. Abbiamo raccolto per voi le teorie più plausibili e meglio concepite della rete. Ovviamente tutte possibile fresconate, però con quel fascino sufficiente da farvi pensare che tutto sia possibile.


6 –  Sherrinford

La terza stagione di Sherlock è stata a dir poco esplosiva. Colpi di scena e rivelazioni, al solito, non sono mancati ma forse solo i fan più accaniti avranno prestato la doverosa attenzione ad una frase di Mycroft presente nell’ultimo episodio della serie. In esso, Mycroft si riferisce ad un terzo Holmes, laddove molti avranno ritenuto che i fratelli fossero due e non tre. In realtà stando al canone holmesiano imposto dalla letteratura di Doyle non esiste alcun terzo fratello, ed il nome Sherrinford è tra quelli che l’autore avrebbe tenuto come papabili per Sherlock, prima di sceglierne poi il nome definitivo. La popolarità di Sherrinford è dunque dovuta ad un altro autore che, più o meno coattamente, lo ha imposto nell’immaginario dei fan: lo straordinario studioso di Sherlock Holmes, William S. Baring-Gould.
Nel suo libro “Sherlock Holmes of Baker Street”, nulla più che una biografia del personaggio basata sul lavoro di Conan Doyle, Baring-Gould immagina per l’appunto l’esistenza di un terzo Holmes, lontano dalle scene in quanto fratello più vecchio della casata. “Casata” è la parola corretta, poiché diversi indizi di Doyle hanno sempre suggerito come gli Holmes fossero possidenti terrieri fortemente ancorati ai ruoli tradizionali imposti dal loro retaggio che, per l’appunto, prevedrebbero al vertice della gerarchia di controllo il fratello più grande, rimasto sui terreni di famiglia per amministrarne l’andamento. Questo spiegherebbe anche l’impegno di Mycroft al servizio del governo, incarico storicamente attribuito ai secondo geniti delle famiglie possidenti, rendendo tutta la storia ancora più plausibile.

Di Sherrinford si è scritto moltissimo, per lo più mescolando il personaggio al mito lovecraftiano in seguito a quello che fu un popolarissimo episodio della serie classica del Dr. Who, che impose nell’immaginario collettivo il personaggio come un agente cultista più o meno devoto al male. Quel che sappiamo è che Sherrinford apparirà quasi certamente nella terza stagione ed il suo ruolo potrebbe essere rivestito nientemeno che da Tom Hiddleston che, oltre ad essere un amico di Mark Gatiss e Benedict Cumberbatch, è stato anche visto insieme al cast nel corso della San Diego Comic-Con.

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5 – La morte di Mary?

Partiamo dalle cose ovvie: sin dalla sua comparsa Mary è sempre stata tra i più probabili candidati a finire sotto la scure di Madama Morte. Il perché è presto detto: nel canone holmesiano Mary Morstan Watson viene uccisa dallo stesso Doyle, in circostanze, tra l’altro, mai chiarite. Nei libri non c’è mai un chiaro riferimento alle cause di morte di Mary, tanto che è del tutto assente anche un preciso periodo in cui il personaggio morì. Più plausibilmente Mary lascia Watson tra i fatti narrati ne “Il problema finale” e quelli de “La casa vuota”. Ciò porterà poi ne “I Costruttori di Norwood” al ritorno di Watson in Baker Street, dove proseguirà la sua convivenza con il buon investigatore. Che il destino di Mary sia segnato è dunque molto plausibile, come del resto fu specificato anche da Martin Freeman nel corso di un’intervista in cui dichiarò che per una precisa scelta di sceneggiatura, il racconto della serie sarebbe stato sempre aderentissimo al canone letterario sicché, e citiamo: “[Watson] si sposerà, e poi Mary morirà. Ad un certo punto probabilmente morirà”.

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4 – E se morisse Mycroft?

Le teorie sulla morte di Mycroft Holmes si susseguono ormai da due anni, complici gli accadimenti che hanno investito il personaggio nel corso della terza stagione. Come ricorderete Mycroft (che tra le altre cose è interpretato dallo stesso Mark Gatiss) è improvvisamente ingrassato, portando Sherlock a presupporre che il nuovo stile di vita costerà ben presto la vita al fratello. Nessuna catch phrase in particolare lasciava immaginare un imminente necrologio, tuttavia dato il modo con cui Sherlock analizza i fatti che lo circondano è plausibile ipotizzare che “la battuta” nascondesse un certo fondo di verità e, forse, anche una certa preoccupazione.
Non solo: ci sono almeno tre indizi che fanno presagire un futuro poco roseo per il personaggio. Il primo è relativo l’atteggiamento dello stesso Mycroft che, pur non avendo quasi mai nascosto una certa preoccupazione per le sorti di suo fratello, nella terza stagione diventa particolarmente “morbido” e disponibile, perdendo per un po’ la sua maschera distaccata e sofferente (iconico è il momento in cui dice al fratello “I’ll always be there for you”). Il secondo indizio ci arriva invece da alcuni appunti che Sherlock ritrova nel taccuino di Mycroft. La pagina è quella che vedete qui sotto e contiene almeno un inside joke che farebbe pensare ad un tranello volontariamente inserito dagli sceneggiatori, per creare confusione nello spettatore.

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Parliamo prima del tranello che smonterebbe il tutto. Come potete notare, alla metà del foglio è possibile leggere la frase “Scarlet Roll Mo[…]”. La frase è incompleta e apparentemente priva di significato, ma escludendo “scarlet”, basta una googolata veloce sulla parola “roll mo” per imbattersi nella ricetta di un involtino di pesce per lo più preparato con le aringhe (herring). La frase diventa dunque una figura retorica per il più comune (ed anglofono) modo di dire: “red herring”, o “ignoratio elenchi” se preferite. Nulla più che il termine che si utilizza per evidenziare una fallacia logica con cui si cerca in qualche modo di sviare l’interlocutore da un argomento importante. In tal senso l’intera pagina del diario sarebbe volutamente, e intenzionalmente, una presa in giro messa lì per distrarre lo spettatore e, presumibilmente, portarlo a congetture fuori luogo… che è poi quel che è effettivamente successo.
Detto ciò, ne viene da sé che il secondo indizio, presente proprio sulla pagina, potrebbe essere una bufala. La parola che comunque ci interessa è tra le prime del foglio ed è “Vernet”. Questa potrebbe essere nulla più che una coltissima citazione riferibile all’opera di Arthur Conan Doyle in cui Sherlock Holmes affermò di essere imparentato, da parte di madre, e molto alla lontana, con l’artista francese Horace Vernet (il riferimento si trova nel racconto “L’Avventura dell’interprete Greco”, canonicamente il nono racconto della raccolta Le memorie di Sherlock Holmes). Più tristemente, tuttavia, Vernet è associabile anche ad una neuropatologia del nervo cranico nota, per l’appunto, come Sindrome di Vernet di cui, a questo punto, Mycroft potrebbe (come no) soffrire. In terza istanza, un recente teaser della quarta stagione mostrerebbe una scena tetra ambientata nello studio di Sherlock e Watson. 

La scena è quanto meno singolare ma quello che potreste notare è la presenza dell’ombrello di Mycroft appoggiato al camino. Al di là del fatto che il personaggio difficilmente è stato presentato senza l’oggetto in questione (tanto che i fan più attenti avranno notato persino un cambio di ombrello tra la stagione 1 e 2), è quanto meno singolare la sua presenza una scena tanto cupa e lugubre. Mycroft dunque è destinato a morire?

3 – Problemi di famiglia

Pochissimi sono stati gli indizi che gli autori hanno rilasciato nel corso di questi due anni relativamente alla creazione della quarta stagione. Tra questi il più evidente ed importante è relativo alla nascita della figlia di Watson, a cui assisteremo proprio nel primo episodio della nuova stagione (The Six Thatchers). Grazie ad un divertente joke inserito sul quotidiano Times (in pratica ci fu l’annuncio fittizio di una nascita, utilizzato per promuovere il telefilm), sappiamo anche che la bambina si chiamerà Rosamund Marriot Watson. Come saprete, Moffat e Gatiss si divertono moltissimo ad inserire nella serie riferimenti più o meno velati che in qualche modo suggeriscano indizi sulla serie come in una immensa sciarada. E non a caso, basta una googolata veloce per scoprire che Rosamund Marriot Watson non è un nome così casuale come si potrebbe pensare. Un’omonima poetessa è infatti vissuta in epoca vittoriana, pubblicando le sue prime opere sotto lo pseudonimo di Graham R. Tomson ed annoverando tra esse una celebre ballata scozzese sul tema della licantropia. “Ballata dell’uomo lupo” (A ballad of the were-wolf) è un poema edito nell’ultima raccolta della poetessa (The Poems of Rosemund Marriot Watson) che racconta di come un uomo si ritrovi a scoprire che sua moglie è in realtà un licantropo, che da diversi anni perseguita la sua famiglia e, in particolare, sua figlia. Se questo breve incipit non vi ricorda di per sé la travagliata storia tra Watson e Mary (e di come questa sia da sempre un personaggio pieno di scheletri nell’armadio), allora non avete seguito a dovere le precedenti stagioni del serial. Non solo, il sottile riferimento potrebbe effettivamente suggerire come Mary nasconda ancora qualcosa a John, che – probabilmente – verrà fuori proprio in seguito alla nascita della bambina, costringendo la coppia ad un nuovo e difficile alterco.

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2 – Detective morente

Sappiamo tutti che la quarta stagione prevedrà il ritorno di Moriarty. In qualche forma che comunque non ci è ancora dato sapere. Quel che invece sappiamo è che un nuovo personaggio farà la sua comparsa nelle vesti di villain, e questi altri non sarà che il Dottor Culverton Smith, qui interpretato dall’attore Toby Jones, che nel ruolo del dottore stramboide casca particolarmente a fagiolo. Il Dr. Smith è uno dei personaggi meno noti del canone, comparso come molti altri villain praticamente in una sola storia: “L’avventura del detective morente”, una delle 56 storie brevi (e canoniche) pubblicata originariamente nella raccolta “L’Ultimo saluto di Sherlock Holmes” del 1917. Smith è un villain minore, esperto di malattia esotiche, che tenterà – come immaginerete – di mettere in scacco il popolare detective. La scelta di questo personaggio è quanto meno singolare, specie perché si fa riferimento ad una delle poche storie in cui Sherlock rischia letteralmente di morire, salvandosi poi per il rotto della cuffia. Dato l’incipit della storia originale, è plausibile pensare che allo stesso modo Smith attenterà alla vita di Sherlock, magari in modi più subdoli e fantasiosi rispetto a quelli proposti nel racconto. In tal senso lasciano riflettere alcune scene presenti nel primo trailer della stagione, in cui non solo si vede uno Sherlock pronto a spararsi alla testa, ma anche lo stesso investigatore intento in quella che sembrerebbe una scelta particolarmente gravosa… ma arrivateci da soli, che poi per niente urlate allo spoiler.

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1 – I love you

Molto si è parlato in merito all’omosessualità di Sherlock Holmes. Si tratta di un tema che molti hanno trovato nascosto in tanti riferimenti presenti nei dialoghi delle opere originali e che, pertanto, non è una semplice congettura dell’ultima ora. Che Sherlock sia omosessuale è una curiosità che in qualche modo affascina i fan da oltre un centenario e su cui diversi autori (come ad esempio Guy Ritchie nella sua versione del Detective) si sono divertiti ad ironizzare. Il rapporto tra Sherlock e John è sempre stato fraterno e, per certi versi, volutamente ambiguo e possessivo. Ne viene da sé che in molti si sono chiesti se dietro quell’amicizia, almeno da parte di Sherlock, non ci fosse di più. Un tema su cui Gatiss e Moffatpure hanno giocato in modo intelligente, completando le congetture (loro come gli attori) con diverse e controverse dichiarazioni, la cui più celebre, e recente, di Moffat dice: “Sherlock non è gay. Non è neanche etero”.
Qualunque cosa voglia dire, e qualunque sia la verità (che a questo punto solo Sir Arthur conosce), ha creato non poco scompiglio la frase presente nel trailer della quarta stagione: “I love you”. Detta da Sherlock ad un non meglio definito personaggio. Le ipotesi a questo punto sono due: la prima è che la frase sia dovuta ad una scelta che Sherlock dovrà compiere, presumibilmente obbligato dal Dottor Smith per motivi che, ovviamente, ci sono ignoti. Sherlock dovrà (forse???) scegliere di sacrificare una persona amata o, in alternativa, potrebbe scegliere di rivelare un suo segreto. L’idea, a questo punto potrebbe far riferimento o ad una traduzione letterale “ti amo”, riferita a John (in termini di un segreto da rivelare). O ad un pur plausibile “ti voglio bene” riferibile tanto a John quanto ad un Mycroft che, a questo punto lo avrete capito, potrebbe essere morto o morente.

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