“I’m going down to South Park gonna have myself a time”


Possiamo dirlo senza timore: questo South Park: Scontri Di-Retti era un gioco che stavamo aspettando. Il primo capitolo di questa trasposizione videoludica dello scorrettissimo cartoon di Stone & Parker era stata una più che gradita sorpresa. Di fronte a una storia di videogame ispirati a South Park che mostravano più alti che bassi, Stick of Truth riusciva a dare al giocatore qualcosa in più di una semplice trasposizione: ci trovavamo di fonte a un GDR a tutti gli effetti, sarcastico e divertente, seppur inficiato da una longevità molto limitata.

Dopo aver trattato con ironia e arguzia il mondo dei giochi di ruolo di stampo fantasy, è stato il turno dei film di supereroi. O, per meglio dire, di tutto il complesso teatrino sorto attorno ad essi. La creazione di quei franchise croce e delizia di tutti gli appassionati che, almeno due volte l’anno, decidono di sacrificare parte dei propri risparmi per vedere i propri eroi preferiti sul grande schermo.

E rompiamo subito gli indugi: Scontro Di-Retti è un ottimo titolo a cui giocare. Anche se, forse, non per i motivi per cui potremmo aspettarci al momento del suo acquisto. Sono tante le piccole e grandi sorprese che ci troveremo di fronte nell’approcciarci a questo gioco, nel tentativo ben riuscito di sviare spesso l’utente per portarlo a credere qualcosa e poi sorprenderlo con altre scelte, con un atteggiamento irriverente, gag scorrette ripetute a raffica e tanti, tantissimi riferimenti all’intera produzione di South Park.

Franchise, social media… e peti!

La prima sorpresa è quella di avere a che fare con un gioco completamente tradotto. Sin dal filmato iniziale, che ci mostra un Procione (alias Eric Cartman) intento a cercare di rivitalizzare le sorti del franchise con un improbabile viaggio nel tempo, possiamo sentire le voci originali del cast di doppiatori italiani. Ovviamente se preferite la lingua originale la cosa potrebbe non soddisfarvi, ma il lavoro fatto per doppiare l’intero videogioco è lodevole e ben realizzato, dando quasi l’impressione di assistere a un lunghissimo episodio speciale del cartone. Un problema potrebbero presentarlo i sottotitoli, che non sempre sembrano andare d’accordo con quanto detto dai personaggi.

La storia riprende, curiosamente, proprio da dove si era interrotta l’ultima volta. Vestiamo di nuovo i panni del “New Kid”, o “Douchebag” come lo ha amorevolmente chiamato Cartman, in un momento di conflitto tra i ragazzi di South Park e i mori. Proprio quando ci siamo rivelati in grado di ribaltare le sorti di uno scontro che sembrava perduto, ecco comparire il Procione per rivelarci la sconvolgente verità: lui viene dal futuro per cercare di salvare… un gatto!

L’idea di Cartman è quella di far ritrovare il felino scomparso ai “Coon & Friends”, incassando la ricompensa di 100 $ prima che lo facciano i Freedom Pal guidati da Mysterion (alis Kenny). Dopo l’iniziale reticenza del Procione, veniamo accolti nella sua squadra, ritrovandoci così proiettati in un vero e proprio scenario da guerra civile dei supereroi in cui, dopo una serie di missioni, saremo costretti a scegliere da quale parte schierarci e quale franchise sostenere.

Nel frattempo dovremo anche collezionare follower sui social, nel tentativo di rivitalizzare il brand di cui prenderemo le parti, cercando di svelare anche alcuni misteri relativi all’arrivo del Novellino nella cittadina di South Park.

La trama del gioco era stata abbastanza anticipata dalla visione dei trailer e dell’intera campagna pubblicitaria che ne aveva preceduto l’uscita. Ci si potrebbe chiedere se a due anni di distanza da Civil War l’idea di una Guerra Civile funzioni ancora, specie considerato che a livello di trama principale tutto sembra ricalcare, pur in maniera diversa, l’intera vicenda del primo gioco. La verità è che a South Park: Scontri Di-Retti, non serve sfruttare il “momentum” per essere un gioco fresco e divertente a livello di gag. Ci riesce parodiando i fatti di cronaca della vita americana, inserendo riferimenti alle ultime stagioni del cartoon, osservando con sarcasmo e una certa ironia un mondo cinematografico in cui l’action movie pare basarsi solo sullo sfruttamento della popolarità di un personaggio già noto alle masse.

Scontri Di-Retti così si dedica a parodiare ogni possibile aspetto della vita del supereroe: le origini tragiche (riviste secondo la personale interpretazione di Cartman), la kryptonite, i costumi e le identità segrete vengono minuziosamente passate sotto la lente d’ingrandimento di South Park e sminuzzate per poter essere prese in giro, senza alcun riguardo per il politically correct. E la stessa cosa succede anche quando vengono presi in considerazione diversi aspetti della vita americana: il clero cattolico e il suo “interesse” per i giovani, l’atteggiamento della polizia verso gli afroamericani, l’ipocrisia di una società che mescola bigottismo e sessismo senza alcun riguardo e così via. Insomma, come il precedente capitolo, ci troviamo a tutti gli effetti a interagire con quello che è il mondo di South Park, riveduto e aggiornato alle ultimissime stagioni.

A livello di trama, il gioco si presenta estremamente solido. Dopo il pretesto iniziale del gatto scomparso, Scontri Di-Retti mostra una serie di eventi difficilmente prevedibili e mette in atto, quasi sempre, una narrazione di alto livello. Se siete quel genere di utenti che amano una storia dietro al gioco, non resterete delusi.

Vecchie facce, nuovi trucchi

La prima cosa che potremmo aspettarci è quella di trovarci di fronte a un titolo del tutto fedele al predecessore. Il Bastone delle Verità, in effetti, si proponeva come un classico GdR a turni, senza brillare troppo per gameplay.
A fare la differenza era l’interpretazione “in salsa South Park” delle dinamiche tipiche del gioco di ruolo: vedere come un mago utilizzasse una batteria per auto e un secchio d’acqua per realizzare un fulmine, oppure l’uso di un pallone da dodgeball come arma da tiro.

La grande novità è che Scontri Di-Retti presenta un metodo diverso quel tanto che basta per rendere le dinamiche molto più piacevoli e appaganti per i giocatori.
La prima cosa a balzare all’occhio è che la mappa di South Park sarà decisamente più esplorabile della sua precedente versione. Girando per la nostra cittadina del Colorado preferita, incontreremo molti più abitanti, molti più luoghi visitabili e, soprattutto, sarà possibile interagire maggiormente con l’ambiente esterno. Potremo accedere ad aree sulla carta inaccessibili spostando degli oggetti, oppure spaccandone qualcuno con l’uso di petardi.
Mentre circoleremo per le strade di South Park sarà anche possibile interagire con altri personaggi, parlando con loro oppure facendoci dei selfie. Con i nemici potremo attaccare briga, cosa che ci permetterà di accedere alla fase di combattimento.

Le fasi di combattimento sono state cambiate quel tanto che basta per renderle di fatto nuove ai nostri occhi. Come mostrato in alcuni trailer, mentre affrontiamo gli avversari, noi e la nostra squadra avremo modo di muoverci sul campo di battaglia, spostandoci per poter interagire con loro e arrivare a portata di attacco dei nostri nemici.

Sembra poco, ma la cosa si presta a una serie di combinazioni davvero vasta e interessante per quanto riguarda il combattimento. I nostri attacchi potrebbero colpire più avversari in base all’area d’effetto che copriranno, spingerli contro degli ostacoli presenti sul terreno di gioco o verso i nostri compagni di squadra, che faranno in modo di “colpire” a loro volta l’avversario per potergli infliggere un maggior numero di danni.

Il tutto, ovviamente, con forti variazioni in base alle classi del nostro personaggio e agli alleati che sceglieremo di avere al nostro fianco. L’unico neo è la mancanza di attacchi “tridimensionali” o, per meglio dire, della possibilità di indirizzare i colpi in linea retta alla destra e alla sinistra del personaggio. Si tratta, tutto sommato, di una lacuna minore ma di cui è bene tenere conto, poiché di fatto questo si presenta come un gioco a turno “a binari”, in cui sarà possibile colpire i nemici quasi esclusivamente in posizioni predeterminate.

Al momento dell’attacco si attiverà un piccolo quick time event, in cui verremo chiamati a premere una determinata sequenza di tasti come nel precedente capitolo, in modo da garantire la perfetta riuscita di un attacco. Viceversa, mentre verremo attaccati potremmo trovarci nella posizione parare, premendo il tasto azione al momento giusto, limitando così i danni subiti.

A conferire ulteriore verve al gioco ci sono i dialoghi dei personaggi nelle fasi di combattimento. A secondo di chi sceglierete nella battaglia, questi interagiranno con i nemici in maniera differente, vantandosi, lamentandosi e imprecando a seconda di quello che succederà nel corso dei duelli. Sempre che una macchina non venga a interrompere tutto.

Abbiamo accennato alle classi e agli alleati. E qui, senza ombra di dubbio, è stato svolto uno dei lavori migliori in assoluto. Al momento della creazione del nostro personaggio, dopo aver scelto l’aspetto e completato il tutorial, verremo chiamati a decidere quale debba essere la nostra classe. Inizialmente ci sarà possibile scegliere solo tra tre classi di gioco, il Brutalista, il Velocista e il Blaster ma, avanzando, Cartaman ci concederà di associare una seconda classe e migliorare la nostra storia di origine, aggiungendo al ventaglio di possibili scelte anche l’Elementalista, il Cyborg e il Mentalista. A queste se ne aggiungeranno ancora altre, arrivando a un totale di dieci classi. Ciò, ovviamente, permetterà di creare una varietà di personaggi davvero ampia, scegliendo tra diverse combinazioni possibili. Per esempio, un ibrido tra il Blaster e l’Elementalista ci consegnerà un personaggio specializzato nell’alterare lo stato dei nostri nemici con il gelo, il fuoco e lo shock elettrico, un’unione tra un Velocità e un Brutalista darà vita a un eroe molto forte sul piano fisico e così via. Il divertimento starà proprio nel ricreare quello che è il nostro eroe preferito, realizzando una sua versione South Park. Vi piace Iron Man? Provate a mischiare il Blaster con il Gadgettato. Cercate una specie di Thor? Unite al Brutalista l’Elementalista. Vi interessa forse Flash? Velocista ed Elementalista, prego. Insomma, sbizzarritevi.

Quanto ai nostri alleati anche qui ci troviamo di fronte ad una vasta gamma di scelta. Rispetto allo scorso capitolo, in cui ci era concesso di utilizzare solo i personaggi principali Cartaman, Kenny, Stan e Kyle (i protagonisti storici della serie a cui si aggiungevano Jimmy e Butters), ora il ventaglio di opzioni è davvero ampio, e coinvolge anche personaggi minori come Token, Craig, Scott Malkinson, Tweek e molti altri.

Per buona parte di loro è stato ripreso quello realizzato nella quattordicesima stagione del cartone, durante i tre episodi dedicati al Procione e i suoi amici (di cui i fan ricorderanno sicuramente la comparsa di Cthulhu), costruendo su di loro un perfetto personaggio da poter essere utilizzato nel corso del gioco.

Ogni personaggio vanterà le tre statistiche principali: Muscoli, Cervello e “Cazzimma” (una versione cool del carisma), che andranno a influenzare l’efficacia degli attacchi a distanza. Il gioco presenta una componente ruolistica più sviluppata del predecessore, in grado però di unire a un numero di classi variegato e a una certa libertà di personalizzazione una relativa facilità di approccio.

Nella nostra avventura sarà possibile trovare degli oggetti di uso quotidiano, chiamati manufatti, che migliorano le nostre caratteristiche: a ogni aumento di livello del personaggio corrisponderà anche l’aumento del livello degli oggetti indossabili, e quindi delle nostre caratteristiche, fino a un totale di otto equipaggiamenti.

Altro aspetto interessante è la possibilità di creare alcuni oggetti all’interno del gioco. Sarà molto facile per il nostro personaggio trovare degli strumenti di uso comune da trasformare in consumabili per la battaglia, nuovi manufatti da equipaggiare e nuovi costumi. In alcuni casi, per poter realizzare un determinato oggetto, sarà necessaria una ricetta. Molte saranno acquistabili nei diversi negozi di South Park, mentre altre potrebbero essere ricompense per aver completato delle sidequest.

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Verdetto:

South Park: Scontri Di-Retti non ci ha deluso. Ci troviamo di fronte a un gioco divertente e coinvolgente, capace di unire a una trama solida quanto di buono fatto dal predecessore. Come ci si deve aspettare dal gioco tratto dal cartoon di Stone e Parker, Scontri Di-Retti è un’avventura smaliziata, sarcastica e spassosa, con dei veri e propri colpi di genio a livello di storia e battute. A completare tutto ci pensa un gameplay che va a migliorare una solida base, rinnovandolo quel tanto che basta per renderlo un prodotto nuovo e migliore, con un sistema di personalizzazione efficace, per niente complesso o banale.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.