Space Force: la serie TV Netflix è piacevole, simpatica e dolce, con un grande cast

Greg Daniels e Steve Carell della fortunata The Office tornano insieme per un’altra workplace comedy, ma con un’ambientazione totalmente diversa da quella dello show NBC. La serie in 10 episodi, disponibile su Netflix dal 29 maggio, si chiama Space Force e – come lascia intuire il titolo – affonda le radici nella branca delle forze armate statunitensi responsabile di tutte le operazioni spaziali e del cyberspazio, dei sistemi di lancio e dei suoi satelliti.

Diciamolo subito, la nuova comedy vanta un cast davvero brillante: oltre al già citato Carell, vale la pena menzionare John Malkovich, Ben Schwartz, Lisa Kudrow, Jane Lynch, Roy Wood Jr e Patrick Warburton. Ma sebbene Carell sia saldamente al centro della narrazione, gli altri attori vengono gettati nella mischia con troppa parsimonia (a eccezione di Malkovich), spiazzando forse gli spettatori che, dopo aver visto il trailer, si sarebbero aspettati un maggior coinvolgimento dei personaggi secondari. La Kudrow in particolare, che interpreta la moglie del generale Mark Naird (Carell), non compare neanche in tutti gli episodi.

Una serie meno divertente di The Office

Steve Carell torna in una serie televisiva dopo The Morning Show, uscita lo scorso anno. Una produzione di punta per Apple TV+, che oltretutto si affidava alla bravura (e al fascino) di Jennifer Aniston, costata la bellezza di 15 milioni di dollari a puntata. Nonostante il cospicuo investimento e gli attori di talento su cui poteva contare, tuttavia, The Morning Show finì per essere accolta tiepidamente dalla critica, che aveva un’opinione comune: Apple avrebbe potuto fare di meglio. Lo stesso si potrebbe dire di Netflix guardando Space Force, purtroppo.

Space Force

Il progetto venne annunciato subito dopo che il presidente Donald Trump rivelò le sue intenzioni di dare inizio all’attività della Space Force, scorgendovi del potenziale satirico e narrativo. Buona senz’altro l’idea, originale per certi versi, ma è il modo in cui è stata sviluppata a non convincere. In altre parole, Space Force non riesce a divertire fino in fondo: pur rimanendo un prodotto piacevole da guardare, non è mai pungente quanto dovrebbe. Intelligentemente, non vuole neanche imitare The Office come si poteva all’inizio immaginare, prendendo una strada ben diversa. Le due serie hanno, sì, elementi in comune – basti pensare all’ufficio e alle gag sul posto di lavoro (e alle assurdità del capo!) – ma mentre The Office ha un livello di humour decisamente più elevato, Space Force si limita a essere una produzione simpatica.

È facile capire il motivo per cui Netflix abbia voluto investire nello show. The Office è una sorta di juggernaut per il colosso dello streaming (non cercatelo, non è disponibile nel nostro catalogo purtroppo), ma la sit-com abbandonerà la piattaforma nel 2021 in favore del servizio Peacock di NBC. Probabilmente Netflix sperava che Space Force avrebbe riempito quel vuoto.

Di cosa parla la serie Netflix Space Force?

Come anticipato, Carell interpreta il generale a quattro stelle Mark Naird, un militare ambizioso a cui viene assegnato il compito di prendere le redini della nascente divisione, con ordini dall’alto di raggiungere la Luna entro il 2024. Il nuovo incarico implica il suo trasferimento da Washington in Colorado, insieme alla riluttante moglie Maggie (Lisa Kudrow) e alla figlia Erin (Diana Silvers). La base della Space Force è un campus dall’aspetto costoso, dove sciami di uniformi e camici bianchi corrono senza motivo apparente e Naird viene continuamente salutato mentre procede da un appuntamento all’altro – a volte accompagnato dall’aspirante pilota Angela Ali (Tawny Newsome).

Space Force

Rodare da zero una nuova divisione delle forze armate avrebbe potuto essere un emozionante punto di partenza, ma, non appena al generale viene assegnato il nuovo incarico nei minuti di apertura del pilota, un salto temporale in avanti mostra la Space Force pienamente operativa il giorno del primo grande lancio di un razzo. Naird è quindi desideroso di impressionare i suoi superiori, ignorando talvolta i saggi consigli dell’esasperato capo scienziato Adrian Mallory (Malkovich). Le dinamiche tra i due guidano la serie ed entrambi gli attori garantiscono ottime performance, solo che non riescono nel loro obiettivo ultimo: far ridere lo spettatore.

Poco spazio ai personaggi secondari

Parte del problema è da ricercarsi nel tono dello show, che non si impegna mai veramente a essere una farsa o una satira, rimanendo troppo tiepido e concedendo – tra un siparietto e l’altro – momenti seri che celebrano l’eccezionalità americana. Un vero e proprio paradosso per una comedy simile, o almeno per la sua idea concettuale. Più che altro, la serie lambisce argomenti quali il conflitto di interessi ormai perenne tra Stati Uniti, Cina e Russia, il terrapiattismo e l’elitarismo americano, ma senza mai parodiarli come avrebbe dovuto. Apprezzati invece i vari riferimenti alla cultura pop, specie quella cinematografica (film Marvel in primis).

Space Force

Space Force perde anche qualche punto quando si pensa a ciò che l’ha ispirata e alla direzione che avrebbe dovuto prendere. Trump non viene mai menzionato per nome, e ogni battuta a sue spese è come polvere spazzata via dal vento. Più deludente è l’utilizzo del cast di supporto, come già detto, che non ha molto da fare fino a metà stagione e non incide peraltro nella storia. A un certo punto, un personaggio esprime a un altro la sua felicità nel parlargli “per la seconda volta” e questo riassume bene le poche interazioni tra membri del cast diversi da Carell. Molto spazio è dedicato alla figlia del protagonista, Erin (Diana Silvers di Booksmart), che cerca di ricevere attenzioni da parte di suo padre e di integrarsi nella nuova località. Forse avrebbe pure funzionato come recurring se non fosse stata un po’ fastidiosa.

Space Foce: vale la pena vedere il nuovo show con Steve Carell?

Per quanto Space Force possa non essere all’altezza dell team di talento che riunisce – non ultimi i registi Paul King di Paddington e Dee Rees di Mudbound -, non è certo da buttare. Gli appassionati di comedy la guarderanno super volentieri, merito anche di episodi di dimensioni ridotte e piuttosto scorrevoli (poco più di 30 minuti ciascuno), che favoriscono il binge-watching senza allungare il brodo.

E allora, cosa ne sarà della serie? Sebbene molte sit-com non trovino una stabilità prima della loro seconda stagione – tipo Parks and Recreation e le serie di punta di Carell – le fondamenta di Space Force non sembrano sufficientemente solide da poterci costruire qualcosa di duraturo, ma solo il tempo ce lo dirà.

Matteo Tontini
La mia sedia a rotelle è come il kart di Super Mario. In qualsiasi cosa devo essere il migliore, altrimenti ci sbatto la testa finché non lo divento. Davanti a un monitor e una tastiera, però, non è mai stato necessario un grande sforzo per mettermi in mostra. Detesto troppe cose, sono pignolo e - con molta poca modestia - mi ritengo il leader perfetto. Dormo poco, scrivo tanto, amo i libri e divoro serie tv. Ebbene sì, sono antipatico e ti è bastata qualche riga per capirlo.