Daisy Ridley ricorda Carrie Fisher

A quasi quattro mesi dall’uscita nelle sale di Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, l’attrice Daisy Ridley ha parlato in un’intervista delle scene girate senza Carrie Fisher.

Come ricorderete la storica interprete della Principessa Leia Organa è venuta a mancare alla fine del 2016, poco dopo l’arrivo nelle sale di Episodio VIII, gli Ultimi Jedi. Nonostante questo il regista di Episodio IX, J.J. Abrams, ha scelto di non eliminare il personaggio di Leia dalla pellicola.

Utilizzando vecchie parti del girato ha potuto comunque inserirla nel finale della trilogia sequel, dandole un’uscita di scena degna del personaggio. Proprio sulle scene girate “in assenza” della Fisher ha parlato Daisy Ridley.

L’interprete di Rey ha confessato quanto sia stato straniante dover girare del nuovo materiale senza che fosse presente l’attrice scomparsa. Credo sia stato spiazzante per tuttinoi. Girare senza di lei è stato strano, ma ancor di più lo è stato vedere il film fini senza di lei”.

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La Ridley ha poi raccontato della prima visione del film, avvenuto negli studi della Bad Robots, società di produzione di Abrams. Ha raccontato della sensazione provata da lei, ma soprattutto da Mark Hamill, Harrison Ford e Anthony Daniels, interpreti di Luke Skywalker, Han Solo e del droide C-3P0. “Ho pensato a quanto conoscerro Carrier e ammetto che mi sono sentita a disagio. Come se dovessi fare un passo indietro col mio dolore, rispetto al loro”.

“Non riesco a descrivere come sia stato. Personalmente è stato molto strano, anche se non posso dire di conoscere Carrie da molto tempo.Ci conoscevamo abbastanza, dal 2015 in poi abbiamo lavorato insieme. Lei era incredibile. C’era un legame tra noi, eravamo due donne forti in un grande galassia. Quando è uscito il film sono stata sorpresa dal fatto di poter sentire nei cinema, soprattutto nelle sale degli Stati, tutto l’affetto che il pubblico provava verso di lei”.

(fonte: DragCast.com)

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.