La taverna di mezzanotte: il manga di Yaro Abe si aggiunge ad Aiken

Bao Publishing colpisce ancora, questa volta aggiungendo alla sua collana Aiken una serie manga ancora in corso in Giappone ma di grande successo, tanto da meritare una splendida trasposizione live action su Netflix: La taverna di mezzanotte, Midnight Diner sulla piattaforma streaming, è un’opera tutta da gustare, non solo per i piatti deliziosi (e soprattutto tradizionali giapponesi) che propone in ogni capitolo, ma anche per i brevi racconti nei quali apprendiamo, in poche battute, storie di vita significative e particolari.

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La taverna di mezzanotte: pochi ingredienti ma buoni

Tokyo è una metropoli enorme, impossibile da conoscere a menadito, poiché racchiude in sé tradizione e modernità, grandi strade piene di negozi e neon insieme a vicoli più appartati e tranquilli. In un angolo indefinito di questa caotica città, si può scorgere la Taverna di mezzanotte, che dà titolo al manga, gestita da uno chef dallo stile di cucina casalingo.

La semplicità, in questo piccolo locale nel bel mezzo di Shinjuku, è il punto chiave dei piatti che, tuttavia, acquisiscono un sapore strepitoso proprio grazie alla versatilità cui si prestano. Lo chef, infatti, mette a disposizione pochi piatti tra cui scegliere ma, se dispone degli ingredienti, accetterà qualunque ordine gli verrà chiesto, per poi donare al piatto quell’aspetto e quel profumino che solo un pasto cucinato da zero può avere. Una gioia per gli occhi e per il palato dei suoi numerosi e vari clienti.

Ichi-go ichi-e: un giorno, un incontro

Il proprietario della Taverna di mezzanotte funge anche da narratore esterno, con brevi commenti o pensieri sulle persone che si presentano al suo locale. In un solo volume del manga faremo la conoscenza dei personaggi più disparati: una spogliarellista, un pugile, una cantante, un membro della yakuza… Ciò che scopriremo, anche attraverso le parole dello chef, saranno le loro vicissitudini, la loro quotidianità e i loro sentimenti, che metteranno in risalto la casualità quasi fatale degli incontri che facciamo nella vita.

Ormai ci siamo abituati alle splendide inquadrature di alcuni anime in cui ci si sofferma sulla preparazione di un piatto. Questo perché in Giappone, come per certi versi anche in Italia, il cibo non assolve solo alla funzione di nutrimento ma indirettamente porta le persone ad aprirsi e a rivelare qualcosa di sé stesse. Ed è proprio ciò che avviene anche nel manga de La taverna di mezzanotte: gli avventori del piccolo locale si lasciano incantare dal piatto che gli viene messo davanti, soffermandosi sulla sua consistenza, il suo sapore, la sua forma. Ognuna di queste caratteristiche richiama alla loro mente qualcosa, che di conseguenza ci porta a conoscere un lato del loro carattere o un aspetto particolare delle loro vite o delle loro relazioni.

Emblematica, ad esempio, una delle prime storie, che vede protagonista Marylin Matsushima: nota spogliarellista dei night club del quartiere, pare che sia anche una donna piuttosto volubile, tanto che cambia i suoi ordini in base alla sua avventura di turno. Per un po’ la vediamo particolarmente in fissa con il tarako (uova di merluzzo dell’Alaska) e, dopo poche pagine, scopriremo perché lo mangia con tanto fervore. La storia successiva, se possibile, è ancora più dolce e romantica: grazie al katsudon (una cotoletta di maiale messa sopra del riso bianco), un pugile incontra una mamma e la sua bambina, che diventeranno le sue più grandi fan.

Ciò che rende uniche queste storie sono gli aspetti culturali nascosti (ma neanche tanto) tra disegni, caratterizzazione dei personaggi e sceneggiatura della storia breve che si va a leggere: ad esempio, la spogliarellista e altri clienti della taverna, suoi fan, ci lasciano intuire la vita notturna di questo vivace quartiere di Tokyo, così come la storia dello yakuza ci mostra velatamente la presenza piuttosto capillare della criminalità organizzata per le strade della città. Tramite il cibo, poi, queste vite così diverse tra loro si incrociano con altre, magari temporaneamente oppure per sempre, suggellando legami duraturi e, talvolta, inimmaginabili.

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La taverna di mezzanotte, rifugio notturno e crocevia nei meandri di Tokyo

Insomma, questo manga è una perla da non farsi sfuggire. Si può sbocconcellare o leggere tutto in una volta ma la Taverna di mezzanotte risulterà sempre accogliente e familiare. Il suo proprietario è un uomo un po’ misterioso e il lettore saprà pochissimo di lui, eppure ne potrà dedurre il grande senso di empatia e la sicurezza che le sue parole e il suo cibo sanno infondere. Ogni cliente uscirà soddisfatto dal suo locale, perché vi avrà trovato un buon pasto e una buona compagnia, che sia quella di altri avventori o la presenza discreta dello chef.

La Taverna di mezzanotte è quindi un punto di incontro per tutte quelle anime che popolano Tokyo, che a causa della società o delle avversità della vita, non riescono ad essere sé stesse o a trovare la propria strada. Se anche voi vi sentite un po’ sperduti, questo piccolo locale diverrà sicuramente un rifugio dal quale uscire con una nuova carica e una nuova visione delle cose.

Alessia Trombini
Torinese, classe '94, vive dal 2014 a Treviso e si è laureata all'università Ca' Foscari di Venezia in lingua e cultura giapponese, con la fatica e il sudore degni di un samurai. Entra in Stay Nerd nel luglio 2018 e dal 2019 è anche host del podcast di Stay Nerd "Japan Wildlife". Spende e spande nella sua fumetteria di fiducia ed è appassionata di giochi da tavolo, tra i quali non manca di provare anche quelli a tema Giappone.