Un Ranger con la stella sul petto

70 anni. Se fate un po’ fatica ad immaginarveli, a metterli insieme nella grande ruota nel tempo, vi suggeriamo qualche altro numero che potrebbe aiutarvi nell’impresa. 70 anni sono all’incirca 25550 giorni, senza tenere conto degli anni bisestili. Più o meno, al cambio, diventano 613200 ore, minuto più minuto meno. E, sempre per restare in tema, i minuti sono talmente tanti che riportarli vi farebbe solo venire il mal di testa.

Proviamo invece a sottoporvi altri esempi che trattano di cose assolutamente reali e tangibili, come l’età storica di un documento, per dirne una. La Costituzione della Repubblica Italiana ha un età leggermente superiore ai 70 anni. Anche lo Stato di Israele veleggia su quella cifra, essendo stato ufficialmente fondato nel maggio del 1948. Di pochi mesi dopo (per essere precisi il 30 settembre) è la nascita di un fenomeno culturale che a questo punto può assurgere allo status di monumento: Tex Willer, il ranger creato da Gianluigi Bonelli e Aurelio Galleppini che festeggia il suo compleanno con l’albo 695, L’ultima vendetta.

Un giovane indiano, appartenente alla tribù dei Pima, si avventura da solo tra i monti Navajos, in un’afosa giornata di fine estate. Alle costole, ha un gruppo di mercenari che lo tallona da un paio di giorni con l’obiettivo di ucciderlo. Finalmente, riescono a scovarlo e danno vita ad un cruento scontro a fuoco per portare a termine la loro missione. In aiuto del ragazzo, inaspettatamente, arriva un gruppo di Navajos capitanati da Kit Willer, il figlio di Aquila della Notte, che cerca di capire cosa stia succedendo all’interno delle sue terre. Ma i cowboy non sembrano voler perdersi in chiacchiere e tentano di eliminarlo, andando incontro ad una brutta fine. Kit soccorre il Pima e lo porta da sua padre nell’accampamento, per poi scoprire che si tratta del figlio di Moss Keagan, una vecchia conoscenza di Tex venuto a cercarlo!

Potremmo passare settimane a parlare della longevità del Ranger più famoso dei fumetti, e quando avremo finito probabilmente ci troveremmo a dover festeggiare una sua nuova ricorrenza. Anche perché spesso si ha la sensazione che lui sia veramente immortale, che sopravviverà a tutti noi e lo troveremo sempre pronto a portare la giustizia con le sue colt in giro per l’America (e non solo). In fondo, in questi sette decenni ha finito per surclassare in senilità Stati, guerre, partiti politici, uomini e mode. Tex è sopravvissuto all’Unione Sovietica, alla Guerra Fredda, alla DC, ai film western e ai suoi due creatori. Inoltre, ha superato perfino il cosiddetto periodo storico dove sono ambientate le sue avventure, il Vecchio West, che tradizionalmente viene fatto durare per tutta la seconda metà del XIX Secolo. Esattamente come alcuni suoi iconici colleghi di carta d’oltreoceano, è diventato un’icona destinata a vivere per l’eternità. Anzi, forse potrebbe perfino sorpassarli. In fondo, a pensarci bene, Superman una volta è morto mentre Aquila della Notte al massimo si è fatto ferire un paio di volte alla spalla, naturalmente di striscio. Mettetevi dunque l’anima in pace: non importa quando a lungo starete su questa Terra, tanto Tex vi seppellirà. Una fortuna, questa, che solo gli autentici miti possono permettersi.

Ed è quello che ci ricorda costantemente quest’albo, in bilico tra leggenda e buone abitudini. Perché questa vicenda, messa in piedi dal curatore della testata Mauro Boselli, è un ottimo esempio di come il canone texiano riesca a funzionare ancora a distanza di tanti anni. Riprendendo infatti un plot assolutamente consueto (la richiesta di aiuto), l’autore intreccia una vicenda che si snoda attraverso vari piani temporali, tra il presente e il passato. Quante volte abbiamo visto Tex, spinto da un ricordo improvviso o dall’arrivo di una sua vecchia conoscenza, narrare ai propri pards le sue scorribande di quando non era ancora un Ranger? Innumerevoli volte, forse addirittura troppe di quanto sarebbe oggettivamente sostenibile. Invece, la maestria di Boselli riesce a farci apparire questi momenti ogni volta affascinanti e meravigliosi. Un topos letterario (perché Tex è letteratura) immortale quanto lo stesso personaggio e che non finisce mai di ammaliarci. Tuttavia, lo sceneggiatore non si adagia sugli allori e sfrutta questo momento per riprendere le fila della sua intera gestione. Infatti, il flashback che mette in scena approfondisce altri aspetti sul giovane Tex, quel Tex Ultimate da tempo al centro di iniziative editoriali coraggiose e di successo. In questo caso, si collega direttamente alla storia che lo ha lanciato definitivamente nell’immaginario moderno, quel Magnifico Fuorilegge (di cui noi parlammo ai tempi della Rassegna METTERE LINK)dell’anno scorso realizzato in coppia con Stefano Andreucci che è già diventato un classico. Boselli, per struttura e scelta, scrive qui una sceneggiatura che tanto ricorda lo speciale del 2017 e anche il recente Maxi Nueces Valley, altro fondamentale episodio dove vengono mostrati inediti particolari della gioventù. Tuttavia, non si limita solo a questo. L’ultima vendetta, oltre ad approfondire nuovi retroscena sul passato, ci sottolinea il luminoso presente attuale, ci ricorda per il motivo per cui Tex cavalca ininterrottamente da settant’anni mostrandone ancora una volta tutte le qualità che lo rendono il fumetto italiano più famoso del mondo. Boselli, dunque, si muove su un doppio binario: celebrativo e interpretativo, senza essere nostalgico, trasformando questo albo nel numero ideale per soddisfare i fan di una vita e per conquistare lettori nuovi. Uno speciale perfetto dalla prima all’ultima pagina.E, ovviamente, non può esserci un numero ideale senza il disegnatore giusto. Non poteva essere altro che Giovanni Ticci, il veterano, uno dei pochi rimasti capaci di dare del tu a Tex e di considerarlo un suo vecchio compagno d’armi. Sulla carriera di una simile matita simbolo di epoche texiane, c’è veramente poco da dire. È importante invece sottolineare come dopo tutto questo tempo Ticci si metta sempre al servizio del ranger e dei suoi fan, realizzando della tavole che incarnano splendidamente questo gusto per il classicismo, per la statuarietà del mito senza dimenticare l’aspetto umano. Il suo lavoro ondeggia costantemente tra queste due tendenze, permettendo al lettore di immergersi ancora in un immaginario che conosce a menadito grazie all’empatia trasmessa dai personaggi. Le sue linee nervose, d’impatto e spesso suggestive restituiscono il Vecchio West attraverso miriadi di sfumature differenti. Alla fine, risulta elogiativo ed emotivo, avventuroso eppure umano, abitudinario e fresco, tutti aspetti che i colori di Oscar Celestini accentuano grazie a delle tonalità meravigliosamente vintage e discrete che restituiscono il fascino di una storia d’altri tempi.

Verdetto

L’ultima vendetta è forse lo speciale perfetto, saldamente ancorato alla tradizione ma capace di esercitare un fascino immortale. Un po’ come Tex, che ormai sembra veramente immune allo scorrere del tempo. E non ci resta che augurargli di festeggiare altri compleanni in futuro, sperando di essere ancora qui per celebrare un mito senza età del fumetto italiano.

Stay Nerd consiglia…

Oltre a correre in edicola a prendere l’albo, vi esortiamo ad immergervi nel Tex Ultimate con Il magnifico fuorilegge e Nueces Valley, da poco ristampato in un formato pregiato da libreria.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!