The Menu è un film difficilmente etichettabile, un drama che prende in prestito elementi dalla commedia, dalla satira, dal thriller, condendo il tutto con salsa horror rigorosamente annacquata, ‘gelificando’ con un leggerissimo gore

Ricordate Mark Mylod? Forse no. Anche qualche cinefilo potrebbe avere dimenticato il nome di questo regista che mancava ormai dal grande schermo da un bel po’.  Potreste ricordare Ali G Indahouse, l’esordio cinematografico di Sacha Baron Cohen, o The Big White, opera tutto sommato dimenticabile ma di cui faceva parte il compianto Robin Williams, oppure il suo terzo e penultimo lavoro per il cinema, la commedia (S)Ex List, datata 2011.

E nel frattempo cosa ha fatto il buon Mylod? Si è dato alle serie TV. Succession, Entourage, Shameless, Once Upon a Time, The Affair, persino Game of Thrones, sono tutti show di cui Mylod ha diretto in alcune circostanze il pilot e in altre molte puntate, oltre a co-produrli, nella maggior parte dei casi.

the menu


Insomma, stiamo parlando di una presenza fissa nel piccolo schermo, che tuttavia ha deciso fosse il momento di tornare nelle sale e lo ha fatto con un film totalmente diverso dai suoi precedenti lavori: The Menu.
Un’opera un po’ folle, senza dubbio stravagante, in buona parte originale, che sa come tenere lo spettatore incollato allo schermo. Basta un breve accenno alla sinossi come una sorta di amuse-bouche, per introdurvi alla suggestiva esperienza narrata da Mylod.

Una dozzina di clienti pagano la cifra di 1250 dollari a testa per una cena in un ristorante esclusivo situato su un’isola privata, per assistere, anzi far parte della performance dello chef Julian Slowik (Ralph Fiennes) e del suo folle staff. Che tipo di performance sarà è facilmente desumibile anche dal trailer e da quel “moriremo tutti” pronunciato con terrore dai clienti, dal momento che (quasi) nessuno di loro era a conoscenza del fatto che questo folle piano facesse parte del menù.

Sull’isola sbarca un cast, ma soprattutto una clientela variegata, tutta con ottime disponibilità economiche sebbene con differente estrazione sociale e inizialmente la cena sembra procedere tutto sommato nella normalità, nonostante le stravaganze dello staff e soprattutto dello chef, sebbene sembri tutto rientrare nel concetto di estrema teatralità del noto Slowik, visto con rispetto e soggezione, in un luogo in cui sembra non valere la consueta regola “il cliente ha sempre ragione”.

A rompere gli schemi ci prova Margot (Anya Taylor-Joy), che infatti non avrebbe dovuto far parte della serata, ma è stata invitata in extremis come accompagnatrice di Tyler (Nicholas Hoult), in sostituzione della sua ex ragazza. Margot, a differenza degli altri commensali, sembra non accettare la rigidità, le imposizioni e le regole del ristorante, opponendosi a più riprese e inimicandosi subito lo chef e il personale.

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Ma dietro questo particolare dramma gastronomico, c’è senza dubbio l’interesse per la piccata satira di Mylod e degli sceneggiatori Seth Reiss e Will Tracy nei confronti dell’eccesso dell’alta ristorazione, degli chef stellati e di un mondo che sembra prendersi sempre più sul serio dimenticando spesso che il piacere per il cibo dovrebbe consistere in altro, ma soprattutto dovrebbe esserlo il piacere di cucinare, che in questi casi diventa invece ossessione anziché amore per il proprio lavoro.

All’interno di The Menu assistiamo a diversi momenti in tal senso emblematici, come la scelta di non servire il pane o i bislacchi discorsi del critico gastronomico Lillian Bloom (Janet McTeer), volutamente portati all’eccesso e che ci fanno sorridere, soprattutto perché siamo più o meno consapevoli della piega che la cena sta per prendere.
Nel procedere con l’uscita delle portate infatti il mistero, se così possiamo chiamarlo, pian piano si svela e sotto la cloche la pietanza cucinataci da Mylod & co. risulta molto più bella esteticamente che sostanziosa da mangiare, ma ci appaga ugualmente, sorprendendoci con la sua capacità di non farci infuriare di fronte alle improbabili reazioni dei commensali, spesso totalmente prive di logica, salvo forse per la solita Margot, una delle poche che decide di far funzionare il cervello.

The Menu resta un film difficilmente etichettabile, un drama che prende in prestito elementi dalla commedia, dalla satira, dal thriller, condendo il tutto con salsa horror rigorosamente annacquata, ‘gelificando’ con un leggerissimo gore.

Non sarà la migliore pietanza che abbiate mai assaggiato, ma è senza dubbio un gustoso dessert per il vostro dopo cena o uno sfizioso e originale spuntino per la domenica pomeriggio.

The Menu è disponibile su Disney +.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.