Un sequel riuscito?

Dopo la leggendaria pellicola del 1987, diretta da John McTiernan, con Arnold Schwarzenegger come protagonista, l’interessante “battuta di caccia” con Adrien Brody, ed ulteriori apparizioni nella saga di Alien, i cacciatori alieni più famosi del cinema tornano sul grande schermo con una storia che unisce il genere fantascientifico con l’adrenalinico action hollywoodiano: The Predator (nelle sale dall’11 ottobre).

Diretto da Shane Black, salito alla ribalta grazie a pellicole come Arma Letale (in veste di sceneggiatore), Iron Man 3 o The Nice Guys, il cineasta di Pittsburgh ci offre un nuovo prodotto con gli alieni supertecnologici come protagonisti, eliminando la componente horror che aveva caratterizzato le opere del passato, a favore di tanta azione, qualche omaggio, buona comicità e delle risoluzioni abbastanza scontate.

The Predator vede come protagonista Boyd Holbrook (l’agente Steve Murphy in Narcos) nei panni di Quinn McKenna, un tiratore scelto dell’esercito americano entrato in contatto con gli invasori alieni e per questo ricercato come testimone sgradito.

Tra una serie di leggeri intrighi, tante pallottole, ed un gruppo di ex militari dalla battuta pronta, il film arriva liscio fino alla risoluzione conclusiva, senza eccessivi intoppi.
Il minutaggio di 107 minuti è l’ideale, e non stanca lo spettatore in sala, soprattutto grazie ad un ritmo battente e una costante evoluzione dei fatti (seppur scontati, il più delle volte).
Piacevoli anche i numerosi omaggi alla primogenita opera di McTiernan; certo Holbrook non ha la stessa presenza scenica o lo stesso carisma del vecchio maggiore Dutch Schaefer, ma non sfigura nel suo ruolo da protagonista, restituendoci una prova piacevole e godibile.
Ovviamente il suo lavoro è coadiuvato e ben calibrato dalla mano di Black, anche perché lo stile del cineasta è presente e si vede, soprattutto nei cambi sequenza e nelle inquadrature ampie anche in ambienti “ristretti”, dosando pure giustamente la componente humour, molto forte e presente, ma mai invasiva e fuori luogo.

Tutto interessante e “carino”, ma The Predator finisce per essere un film abbastanza banale e privo del mordente che ha caratterizzato le pellicole che l’hanno preceduto.
L’assenza totale della componente “horror” è senza dubbio una grande mancanza. Certo non era fondamentale, ma la tensione che veniva suscitata durante la caccia è sempre stato un marchio di fabbrica del brand.
In questo caso, invece, i predatori finiscono per divenire spesso prede, snaturando l’Io della pellicola, oltretutto con degli scontri piuttosto banali e poveri di tensione.

A questi si aggiunge una disgregazione della trama sul finale dell’opera, con una risoluzione che lascia abbastanza interdetto lo spettatore in sala.
Ovviamente non ci si deve aspettare un intrigo di chissà quale spessore, ma sembra quasi che il film di Black sia stato spaccato a metà, con una regia iniziale, seppur con le sue pecche, coerente ed interessante, mentre quando la clessidra del tempo si esaurisce, iniziano a palesarsi delle situazioni piatte e svogliate.

D’altro canto, per quanto riguarda la parte un po’ più tecnica, risulta mirabile la fotografia ad opera dello storico collaboratore di Zack Snyder, Larry Fong (300, Watchmen, Batman V Superman), che dà il meglio di sé negli spazi aperti, dove il combattimento entra nel vivo.
Da rimandare, invece, la CGI realizzata per dar vita ai Predatori alieni, confermando che delle volte del buon trucco e dei bei costumi possono risultare di gran lunga più efficaci e convincenti.

the predator

Verdetto

The Predator è un action movie camuffato da film fantascientifico, piacevole seppur con le sue numerose pecche.
La produzione Fox gode di un ritmo ben dosato ed equilibrato che farà arrivare lo spettatore alla fine della pellicola con facilità, offrendo un prodotto di puro intrattenimento.
Interessanti gli omaggi (o comunque i richiami) alle opere storiche del brand, che strapperanno più di un sorriso ai fan del genere.
Promosso tranquillamente Holbrook nel ruolo di “one man show”, seppur si sia dimostrato di gran lunga più interessante nei ruoli da antagonista (Logan – The Wolverine) o non protagonista (Narcos).
Ben dosata la componente comica che smorza i costanti inseguimenti e scontri a fuoco, ma finisce per alterare pesantemente la natura del prodotto originale.
L’assenza delle influenze horror si vede e si sente molto, togliendo quel pizzico di adrenalina e tensione fondamentali per una pellicola di questo tipo.
Banali anche le varie risoluzioni che si protraggono dall’inizio alla fine, impedendo allo spettatore di farsi catturare completamente dalla trama, e senza fargli avere il desiderio di vederne un ulteriore sequel.

Se vi piace The Predator…

Dopo una pellicola simile è impossibile non citare le precedenti opere del brand. La prima è l’eccezionale Predator del 1987, mentre la seconda è l’interessantissimo esperimento del 2010 con Brody come protagonista: Predators.
Ovviamente, se dopo tutta questa fantascienza non siete ancora sazi, non ci resta che consigliarvi l’iconico Alien Vs Predator di Paul Anderson.

Leonardo Diofebo
Classe '95, nato a Roma dove si laurea in scienze della comunicazione. Cresciuto tra le pellicole di Tim Burton e Martin Scorsese, passa la vita recensendo serie TV e film, sia sul web che dietro un microfono. Dopo la magistrale in giornalismo proverà a evocare un Grande Antico per incontrare uno dei suoi idoli: H. P. Lovecraft.