Una rivisitazione dark del noto mito greco di Teseo e il Minotauro, tutta da vivere in VR

Il team tutto italiano di Forge Reply, dopo averci deliziato con l’adattamento videoludico dei libri di Joe Dever dedicati a Lone Wolf, decide di buttarsi sulla realtà virtuale, sviluppando qualcosa di piuttosto peculiare e unico nell’attuale offerta per PlayStation VR, ovvero una avventura in terza persona tutta da giocare con il famoso visore di Sony.

Anche il setting si dimostra immediatamente interessante e non privo di una certa personalità. In maniera piuttosto enigmatica e criptica, prendiamo da subito i panni di quello che all’apparenza è un misterioso guerriero e che rappresenta a tutti gli effetti la reinterpretazione dell’eroe appartenente alla mitologia greca Teseo. Il gioco si apre con una prima passeggiata lenta, attraverso un lugubre lago rosso. Con il joypad muoviamo avanti il nostro alter ego, inquadrato in maniera molto ravvicinata di fronte a noi. Immersi in questo panorama surreale, possiamo guardarci intorno, scoprendo così come Theseus sposta la testa a destra e sinistra a seconda di come, con il movimento del nostro sguardo, compiamo la stessa operazione attraverso il visore. Non solo, inquadrando una certa zona dello scenario, Theseus cambia la propria direzione di camminata seguendo con i passi il nostro sguardo, e rendendo quindi la contemplazione -favorita dalla realtà virtuale- e la deambulazione, in qualche modo interconnesse e fluide, per quanto la totalità del controllo del personaggio rimane in ogni caso affidata al pad. Aperto un grosso portone, ci ritroveremo dentro una struttura antica, in rovina, fatta di pietre, mattoni, umidi corridoi e ampie stanzone scavate nella roccia. Dopo aver parlato con una misteriosa e spiritica figura femminile che vi metterà al corrente della situazione, svelandovi come di fatto, ci troviamo di fronte ad una versione dark e grottesca del mito sul labirinto del Minotauro, comincerà la vera avventura.

Cominciamo con il dire che a dispetto del nome, o almeno della fonte d’ispirazione, c’è ben poco di labirintico nell’ambientazione di Theseus, che si sviluppa sostanzialmente in maniera molto lineare. Saremo infatti per lo più accompagnati e seguiti dallo spirito, che ci indirizzerà verso la strada da seguire, l’unica possibile. La telecamera ci fornirà sempre un punto di vista fisso, dividendo quindi la progressione in schermate in cui la prospettiva sarà sempre diversa, ma unica. Il vantaggio della VR rimarrà comunque sempre quello di poter osservare l’ambiente circostante a 360 gradi in ogni suo dettaglio. Un ambiente ben realizzato, poco vario a dir la verità, che però ha una sua coerenza architettonica dall’inzio alla fine, ed imprime al titolo un’atmosfera sommessa e oscura, grazie anche ai molti giochi di luci e ombre, capaci addirittura di creare una certa tensione in qualche passaggio, soprattutto in quei momenti che il gioco ci riporta alle spalle del protagonista e ci costringe a procedere a passo lento verso l’ignoto, che minaccioso si svela di fronte a noi mentre, torcia alla mano, illuminiamo il cammino.  Theseus è un tipico eroe moderno da adventure games: è in grado di arrampicarsi nelle varie asperità delle pareti, da cui scende, sale e supera zone particolarmente problematiche, accende torce e dà fuoco a strane sostanze nere che gli bloccano il passaggio, tira leve e preme grossi interruttori incavati nel pavimento. In Theseus quindi ritroviamo una certo “classicismo” dei più sfruttati espedienti esplorativi dei giochi d’avventura contemporanei, a cui ovviamente si aggiunge il combattimento. Questo, nonostante la semplicità di fondo, che d’altro canto pervade l’opera in toto, è piuttosto interessante.

Armati di spada e torcia, ci si scontra di tanto in tanto con delle creature tenebrose, dei ragni giganti deformi, che popolano la dimora del Minotauro  e che temono il fuoco. Alternando quindi scrollate con la torcia per inibire i nemici e colpi di spada, si ha la meglio sui mostri dopo pochi colpi, facendo attenzione all’occorrenza di prendere le distanze grazie alla capriola. Se il combattimento non è mero button mashing, poco ci manca: 4 fendenti sempre uguali e passa la paura. Ma non trattandosi del focus dell’esperienza, anche solo questo giostrarci tra fuoco e fiamme, tutto sommato rende gradevoli gli scontri, grazie anche ad un buon senso di concretezza e realismo nei movimenti. Ma allora viene da chiedersi, se l’impianto ludico, esplorativo e combattivo risulta un po’ “manieristico” e all’acqua di rose, quale è questo benedetto focus di Theseus? In cosa la realtà virtuale riesce a dare veramente una marcia in più, all’interno di una avventura in terza persona tradizionale, che non sia la semplice suggestione che ogni gioco in VR crea “avvolgendoci” nei mondi creati? La risposta sta in lui, il vero protagonista di questo titolo, il Minotauro. La rivisitazione della creatura mitologica è un mostro grottesco e gigante che ogni volta entra in scena fa decisamente la sua bella impressione grazie alle proporzioni gargantuesche che attraverso le lenti di PSVR, si vedono e si sentono tutte. Il Minotauro è la nostra vera nemesi,che ci ostacolerà dall’inizio alla fine e ci braccherà per annientarci ed impedirci di raggiungere la metà. Potremmo quindi contare solo su un suo punto debole: la cecità. Ecco quindi che emergono nei confronti con il cornuto mitologico le velleità più compassate e ragionate dell’avventura. Il Minotauro non ci vede ma ci sente, dovremmo quindi passargli davanti evitando di far cadere vasi, cercando di provocare meno rumori possibili, non allertarlo con il calore della torcia, e all’occorrenza darci alla fuga.

Messa da parte la prospettiva 3D che dona a tutta l’avventura un gusto nuovo e unico, Theseus si rivela un condensato di meccaniche basiche, ben poco originali ma in fin dei conti ben realizzate e armoniose nell’economia complessiva del gioco. Purtroppo però ci sono alcuni problemi. Quelli più leggeri riguardano comparto grafico e narrazione: graficamente i ragazzi di Forge Reply si sono molto impegnati dal punto di vista concettuale e stilisticamente il gioco ha molto da dire, ma cade anche in brutture evidenti, come alcune animazioni veramente poco credibili o soluzioni estetiche un po’ semplicistiche. Lo stesso discorso vale per la storia, senza rivelarvi molto, ho trovato ottimo il soggetto generale, veramente notevole, ma nello sviluppo purtroppo il contesto perde di potenza e si risolve con poco coinvolgimento.

Verdetto 

Con il vero difetto di Theseus, tiro anche le conclusioni sulla sua analisi: il gioco dura davvero troppo poco. Si tratta di un’action adventure che mal si sposa alla vita breve da esperienza indie o “mordi e fuggi” per VR di cui però si appropria sconsideratamente. Anche senza pretendere niente di diverso, ogni elemento del gioco, ogni dinamica è davvero troppo poco sfruttata, e si avverte fortemente che sarebbe stata ideale una durata quanto meno doppia, rispetto al paio di ore necessarie per portarlo a termine. E considerate pure che è anche molto facile. Un vero peccato perché Theseus aveva un grandissimo potenziale, ma si giunge alla conclusione avvertendo chiaramente che qualcosa non va, che non si è preso i tempi che meritava, soprattutto considerando che si tratta di un viaggio tutt’altro che adrenalinico. Rimane un gioco più che discreto, qualcosa addirittura di unico per l’ancora neonata VR. Un’esperienza che consiglio a tutti, ma che purtroppo, getta tutte le sue carte sul banco troppo presto, quando la strada per diventare un titolo davvero memorabile, era ancora molto lunga da percorrere.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!