This is Us, tra storie, ricordi e nostalgia

C’è una scena nell’ultima puntata di This is Us che racchiude tutto lo spirito della vita.
Kate, ancora bambina, che osserva la pioggia seduta nel porticato di casa sua, in un “pigro” ma meraviglioso sabato pomeriggio, passato in famiglia tra un pranzo, giochi di società e film alla TV.
Si gode il momento, assapora quegli istanti come se stesse fermando il tempo, consapevole che quegli attimi apparente banali li ricorderà per sempre, e un giorno quel senso di malinconia che già riesce a percepire sarà ben più forte e scatenerà ricordi, piacevoli lacrime di nostalgia. Questa, in fondo, è l’essenza della vita.

Lo percepisce anche Jack, mentre scruta sua figlia e capisce che lei sta esattamente pensando a questo, sta assaporando quegli istanti. Perché lei in questo è “avanti”, come dice il padre ai piccoli Kevin e Randall, che la prendono in giro manifestando una superficialità che è tipica della fanciullezza.


L’ultima stagione di This is Us è indubbiamente la più triste, la più malinconica, che ci porta ed un inevitabile epilogo della storia e lo fa in modo encomiabile, unendo i mille puntini tracciati nel corso di 6 lunghissime stagioni da 18 episodi ciascuna, che ci hanno dato un disegno di una famiglia forse non perfetta, ma che abbiamo amato e ammirato tutti.

Non c’è un personaggio impeccabile, privo di difetti. Persino il quasi inappuntabile Jack è un uomo che deve combattere col mostro dell’alcolismo, ha un comportamento rivedibile col fratello Nick, ma nel complesso lui e tutti gli altri protagonisti mettono in mostra il loro animo, ed è per questo sono tutti personaggi estremamente positivi, al netto dei vizi, delle debolezze, delle mancanze insite nella natura umana.

This is Us si è distinta, oltre che per una fantastica coralità e perfette scelte di casting, per il modo in cui è riuscita a far appassionare il pubblico e convincere la critica in modo pressoché unanime, sebbene manchino diversi Emmy e Golden Globe che avrebbe senza alcun dubbio meritato.
La scelta di proporre la storia della vita di una famiglia, tra momenti belli e altri molto brutti, è stata premiata anche dal fatto che lo script non ha mai lasciato indietro i personaggi che per un motivo o per un altro ci hanno lasciato, grazie ad una narrazione fatta di molti flashback e salti temporali, atti a farci comprendere al meglio la personalità di ognuno di loro e le motivazioni di tante scelte, ma soprattutto in grado così di non farci sentire la mancanza di nessuno.

Il cast poi, dicevamo, è incredibile. E l’attaccamento del pubblico passa in maniera inevitabile anche da qui, e in particolare dal casting, ovvero dalla capacità di scegliere il più delle volte giovani (e giovanissimi) attori abili a interpretare perfettamente la versione bambina o adolescente dei protagonisti. Molto spesso quando guardiamo un film o una serie TV, notiamo delle incongruenze che ci disturbano tantissimo, arrivando a volte ad errori marchiani che non si dovrebbero mai commettere, come ad esempio il colore degli occhi diverso per il protagonista bambino e la sua controparte adulta. Qui tutto questo non avviene mai o quasi, e in alcuni casi notiamo una somiglianza perfetta, a tratti incredibile, come il caso di Beth ma anche di Kate, per dire.

Per parlare di This is Us in maniera completa ed esaustiva servirebbero forse un tempo e uno spazio lunghissimo, paragonabile a quelle interminabili 6 stagioni da 18 episodi, e probabilmente non sarebbe abbastanza per rendere l’idea di uno show così completo, che è riuscito a entrare nel cuore degli spettatori col suo essere così naturale, con i suoi racconti di vita.

This is Us ha il grande potere di narraci la storia di una famiglia, aprendo al contempo la nostra scatola dei ricordi, regalandoci a volte un sorriso, altre volte un senso di malinconia. Ma noi, un po’ come Kate, restiamo seduti in quel porticato ad osservare la pioggia e assaporare quel momento.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.