Il mare dell’avventura

Certe coincidenze sono talmente precise, puntali e diaboliche che fanno pensare che qualcuno le abbia orchestrate con l’obiettivo di prenderci in giro. Secondo Carl Gustav Jung, uno che dell’argomento se ne intendeva (tanto da fondare a riguardo il principio della “sincronicità“), le coincidenze sono “due o più eventi non legati da un rapporto causale, che hanno uno stesso o un analogo contenuto significativo“. Che si tratti di leggende, storie più o meno fantasiose o ricorrenze oltremodo inquietanti, le coincidenze fanno parte della nostra vita e, ogni volta che ne incontriamo una, non possiamo far altro che rimanerne incantati. Questo accade anche e soprattutto nel fumetto, sotto forma di rimandi, intuizioni artistiche, previsioni, stili di disegno, incroci, spesso dando la sensazione che si tratti di un piccolo grande mondo indissolubilmente collegato. Ed è proprio in questi giorni che Topolino ne festeggia una mica da ridere. Infatti, cinquant’anni fa, due personaggi diventati per vie diverse figure storiche del fumetto iniziavano al loro unica, inimitabile corsa: Corto Maltese e Giorgio Cavazzano. Non a caso, il settimanale orecchiuto edito da Panini Comics decide di celebrarli entrambi con Topo Maltese: Una ballata del topo salato, parodia-rivisitazione della prima, straordinaria apparizione del marinaio di Hugo Pratt: Una ballata del mare salato.

In Topolinesia, nella Nuova Rattaguinea, un catamarano di origine indigena solca le onde apparantemente tranquille dell’Ocenano Pacifico, diretto verso una destinazione sconosciuta. Ed è proprio l’oceano il narratore della storia, la voce che ci mette a conoscenza delle vicende, introducendo la nave sgangherata, anche detta “guscio di noce“, e comunicandoci che oggi è il Rattowean, il “giorno delle sorprese“. Difatti, non sono pochi i fatti imprevedibili che sconbussolano la traversata del capitano Gambadirasputin e del suo equipaggio. Prima rapiscono una giovane donzella di buona la famiglia, la signorina Minnie Dora Groviermoore, poi trovano sulla loro strada un uomo legato ad una scialuppa lasciata andare alla deriva. Quell’uomo non è altri che Topo Maltese, socio con riserva dello stesso Gambadirasputin. Entrambi fanno parte del gruppo di pirati che fa capo a Tunica Nera, individuo misterioso e dagli obiettivi poco chiari, che ha messo in atto un piano che vede proprio i due avventurieri protagonisti.

Dicevamo delle coincidenze… Se considerate che sia Cavazzano che Pratt sono veneziani, uno per nascita e l’altro per adozione, si capisce perché sia stato scelto proprio il maestro Disney per trasformare in disegni la sceneggiatura del sempre eccellente Bruno Enna, di nuovo sul topo dopo la sua ultima fatica con Paperino e gli Amazing Files. Trasportare Topolino, Pippo, Gambadilegno e Minnie nell’immaginario romantico, avventuroso e piratesco di Una ballata del mare salato non era impresa semplice, per diversi motivi. Si rischiava specialmente che l’animo più leggero dei personaggi parodizzasse un po’ troppo la profondità della storia prattiana, ottenendo una caricatura ironica più che un sentito omaggio.

Invece lo sceneggiatore trova un sorprendente equilibrio tra avventura e umorismo. Risultato che non stupisce, visto che Enna ha sviluppato negli anni una bravura unica nell’ideare rivisitazioni non solo rispettose dell’opera di partenza ma anche straordinariamente originali. Obiettivo raggiunto anche questa volta. In particolare, le “parti” assegnate ai vari attori si sono rivelate decisamente azzeccate. Topo Maltese è un vicinissimo parente della creatura di Pratt e ne interpreta alla perfezione il carattere all’apparenza cinico, disilluso, ma che in realtà nasconde una grande umanità e una sensibilità fuori dal comune, conditi da un’ironia tagliente e da un’arguzia inusuale. Ma anche gli altri sono perfettamente calati nel ruolo, come Gambadirasputin, Minnie Dora e Pippotarao, che riportano le caratteristiche dei personaggi originali aggiungendo la propria personalità. Sembra davvero che Enna sia il regista di uno spettacolo teatrale e Topolino e gli altri siano gli attori che interpretano un testo, mettendoci dentro se stessi. E Cavazzano? Si occupa di tutto il resto: scenografia, costumi, luci, signore e padrone del “dietro le quinte” della rappresentazione.

Se allo sceneggiatore va il merito di aver scritto delle parti perfette per i suoi protagonisti, al disegnatore spettano i complimenti per aver completato, e coronato, il lavoro. Il suo stile di disegno omaggia Hugo Pratt riproducendone inquadrature, espressioni, riportando gli abiti dei personaggi e adattandoli ai teatranti sulla scena. Il suo Topo Maltese è straordinario, sia per come ricorda l’originale sia per quanto riguarda la resa visiva. Ma l’ossequio dell’autore veneziano non si ferma qui e tocca il suo apice nelle ambientazioni, nei dettagli scenografici. Si capisce, infatti, che per questo lavoro si è documentato meticolosamente, ad esempio nel raffigurare alla perfezione le navi (come era solito fare Pratt, maniaco dei particolari), il panorama e l’Oceano Pacifico. Tutto ci ricorda le tavole originarie di Corto Maltese, capaci di impressionare con il loro tratto approssimativo ma straordinariamente espressivo, che ricreava negli occhi del lettore le stesse atmosfere dei mari del sud. Sembrava di essere lì, a guardare l’orizzonte. E Cavazzano riproduce degnamente questo effetto, aggiungendo tanto del suo talento.

Questa rivisitazione disneyana è puro spettacolo, citazionistico, umoristico e avventuroso, che si inserisce di prepotenza nel ristretto circolo delle grandi parodie dell’era moderna. Non vediamo l’ora che esca la seconda parte che, ormai ne siamo più che sicuri, non deluderà.

PS: Avete visto la variant cover fatta per l’occasione e presentata al Cartoomics di Milano? Sensazionale!

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!