Dimenticare Quacktown

Avete presente quanto un desiderio fortissimo o una curiosità implacabile vi attanaglia la gola? Non si fa altro che pensare a ciò che vogliamo e spesso, soprattutto per il popolo nerd, questo stato catatonico si presenta nell’attesa per la nuova stagione della nostra serie preferita, di un libro, un videogioco, un film o… un fumetto. Sì, perché spesso anche la narrativa disegnata è capace di generare questo tipo di hype con i suoi protagonisti. A volte sotto forma di what if, di spin-off, saghe decisive, o spunti solo suggeriti e poi finalmente approfonditi. Ebbene, il Topolino di questa settimana, il numero 3192, va proprio incontro ai nostri bisogni più segreti e oscuri, regalandoci una storia che tutti i lettori Disney abituali aspettavano praticamente da sempre. Dopo tanti, tantissimi anni (18 per la precisione), è il giorno in cui finalmente avremo l’occasione di ammirare la versione adulta di Louis, Tom, Millicent e Betty Lou, gli amici di infanzia che accompagnano Paperino nelle storie ambientate quando era (ancora) paperotto!

È un giorno come un altro, a Paperopoli. Paperino fa ancora una volta i conti col suo essere perennemente in bolletta e valuta le finanze rimaste dopo aver spedito i nipotini al campeggio estivo. Scopre così di possedere la bellezza di centodiciassette dollari e settantadue centesimi. Mentre se la prende con la sua sfortuna, sua acerrima vessatrice, riceve un misterioso biglietto che lo invita a presentarsi al 13 di Quacklightzone street. Spinto dalla curiosità, raggiunge il posto e finisce per scoprire che quell’indirizzo è molto più importante di quanto potesse immaginare. Ma non sarà l’unica sorpresa! Anche alcune sue vecchie conoscenze sono state attirate lì con dei bigliettini simili al suo. Sarà l’inizio di un’avventura all’insegna dei vecchi tempi, dei ricordi, e del mistero…

Paperino Paperotto è stato creato da un tris di autori mica da ridere come Bruno Enna, Diego Fasano e Paola Mulazzi, e il suo esordio assoluto sul topo avviene sul numero 2250, datato 12 gennaio 1999. In questi quasi 18 anni ne è passata di acqua sotto i ponti, tanto che al personaggio è stata pure dedicata una testata seriale, sull’onda del crescente successo, uscita dal maggio 2005 al giugno 2006. Eppure le ambientazioni, gli stratagemmi narrativi e i protagonisti sono cambiati poco, se non pochissimo. Ambientate a Quacktown, la celebre cittadina dove Paperino avrebbe trascorso l’infanzia alla fattoria di Nonna Papera, le storie traevano spunto da alcuni topos squisitamente d’oltreoceano che eccheggiavano molteplici rimandi, come il paese di periferia nella campagna americana, le riviste di fantascienza e intrattenimento (Amazing Papers, versione Disney della leggendaria Amazing Stories), gli UFO, il mistero, tutto condito da una sana dose di fantasia infantile, che rendeva le narrazioni a metà tra il reale e l’immaginario. Fra una storia e l’altra i lettori, soprattutto quelli che insieme a PP8 (acronimo) sono cresciuti (sottoscritto compreso), hanno covato il desiderio di rivedere gli amici di Quacktown nel presente. Ci siamo sempre chiesti che fine avessero fatto Louis, Tom, Millicent e Betty Lou. Ora finalmente lo sapremo. E non poteva essere che Bruno Enna a orchestrare questa attesissima “rimpatriata“, autore che al personaggio ha dedicato moltissime sceneggiature, accompagnato dal veterano Nicola Tosolini. Il loro è un compito per nulla facile: collegare definitivamente il ciclo di Paperino Paperotto ai giorni nostri. Ma ci sono riusciti, agendo bene su due fronti: la rappresentazione degli amici da adulti e la trama che li spinge a ritrovarsi.

Questa di Amazing Files non è una semplice storiella il cui pretesto è quello di far reincontrare i protagonisti, ma un racconto avvincente che trae spunto dalle idee-pilastro della serie e le riprone sotto una nuova luce. Non è infatti escluso che Bruno Enna avesse questa cartuccia pronta da diverso tempo e che abbia solo atteso il momento migliore per usarla. Per quanto riguarda gli amici d’infanzia, bisogna dire che sono esattamente come ci si sarebbe aspettato, sia graficamente che caratterialmente. Non sono cambiati molto, sono cresciuti e insieme a loro sono cresciuti anche i loro interessi e le loro aspirazioni. Sono esattamente com’era logico supporre basandosi sulle loro versioni bambine, sono solo (ahinoi) diventati adulti, con tutto ciò che ne consegue.

Nicola Tosolini ha lavorato molto su questo aspetto, assecondando tale evoluzione con i suoi disegni. Ma Enna non si è limitato solo ad imbastire una storia succosa sotto tutti i punti di vista, bensì, com’è tipico del suo stile poetico, ha inserito anche delle sfumature che costringono a riflettere sul significato della crescita e sulle sue conseguenze, che spesso consistono nella fine delle fantasie o del fatto che a volte diventano reali. Per concludere, questa prima parte della storia che ci accompagnerà nelle prossime settimane risponde degnamente alle aspettative e promette grandi soddisfazioni. Ci auguriamo che continui sulla strada tracciata tanto magistralmente da Enna e Tosolini per tutto il mese di febbraio e che quella con Louis, Tom, Millicent e Betty Lou non sia solo una reunion occasionale, ma la prima di una lunga serie. Dopo una sola “puntata”, è già chiaro che si tratta di personaggi con un enorme potenziale anche nel presente, difficilmente, d’ora in avanti, relegabili nuovamente al solo al periodo dell’infanzia.

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!