Per celebrare l’arrivo su console del primo capitolo di Deltarune, sequel spirituale del gioiello indie del 2015 Undertale, abbiamo deciso di dedicare un doppio speciale su Stay Nerd al brillante titolo del geniale game designer americano Toby Fox.
Nella prima parte analizzeremo le origini e la diffusione del “Fenomeno Undertale” andandone poi a esaminare i temi principali, quelli che hanno contribuito al suo enorme successo. Nella seconda parte affronteremo invece gli aspetti metanarrativi del titolo e cercheremo di capire, a quasi quattro anni dalla sua uscita, cos’è rimasto del fenomeno.

Tutto iniziò con Earthbound.

Nel 2015 Undertale era ovunque. Un’affermazione forte ma veritiera: nei primi 8/9 mesi dal lancio, il titolo indie dell’allora 23enne Toby Fox aveva ottenuto una fama spropositata che, supportata da un fandom irriducibile, aveva inondato il Web, riempiendo i Social e le piattaforme video con ogni genere di contenuto e scatenando un fenomeno virale di enormi dimensioni.
Ma facciamo un passo indietro: chi è Toby Fox? Da dove nasce Undertale? Non molti sanno che i primi exploit nel mondo del gaming del adesso ventisettenne Game Designer furono proprio delle rom Hack del leggendario JRPG per SNES, create dal giovane all’epoca delle scuole superiori. L’esperienza e lo stile narrativo, già abbozzati nella ROM “Earthbound The Halloween Hack” si concretizzarono durante il 2013 nel progetto Undertale. Finanziato con una straordinaria campagna Kickstarter, Undertale uscì nel settembre del 2015, presentandosi al mondo come un RPG atipico, popolato da personaggi interessanti, privato delle componenti noiose tipiche del genere e soprattutto in grado di sfruttare il medium videoludico come uno strumento narrativo in maniere piuttosto peculiari ed innovative.
Ma come è riuscito il one man project del ragazzo prodigio del Massachusetts a divenire un titolo così famoso che a distanza di quasi quattro anni dal lancio riesce ancora a far parlare di se?

Il Fenomeno Undertale: le luci del successo

Sicuramente gli elementi che hanno reso grande il “fenomeno Undertale” sono da ricercare nel gioco stesso: una di queste attrattive è naturalmente il gameplay, che ibrida le meccaniche del RPG a turni tradizionale con elementi da Bullet Hell, un buon numero di puzzle ambientali ed un sistema di dialoghi con le creature ispirato a quello di Shin Megami Tensei di Atlus. Anche la realizzazione artistica del gioco ha ricevuto ottimi consensi. Da un lato abbiamo l’aspetto grafico, che tributa i migliori JRPG dell’epoca dei 16 bit con una pixel art essenziale ma accattivante, dall’altro l’eccezionale colonna sonora: pezzi come l’epica “Hope and Dreams” o la schizofrenica “Megalovania” sono ormai diventate dei classici.
Il maggior punto di fascino di Undertale è però la sua narrativa, che si intreccia indissolubilmente con la sua dimensione metanarrativa, trascinando il giocatore in un viaggio dalle molte interpretazioni. Questa è forse la più grande forza di Undertale: a seconda della propria sensibilità, emotività e cultura videoludica, ciascun giocatore potrà vedere nel titolo di Toby Fox qualcosa di diverso. Vi sarà chi vi vedrà una semplice avventura, chi un profondo viaggio introspettivo e di autoanalisi. Alcuni si potranno innamorare della sua “lore”, altri potranno amare i suoi profondi personaggi mentre sicuramente vi saranno dei fan del bislacco umorismo del titolo.
Quello che è stato definito sulla rete con il termine di “Effetto Undertale” non è però un concetto positivo: se è vero che Undertale è un titolo che ha affascinato molti giocatori, creando community dedicate a discuterne la storia o a investigarne gli elementi narrativi più misteriosi, è anche vero che la fanbase di Undertale, negli anni, ha ottenuto una fama piuttosto negativa.

L’Effetto Undertale: il lato oscuro del Fandom

L’altro lato della medaglia del successo di Undertale si può riassumere con una sola parola “Sovraesposizione
La florida fanbase della prima ora del titolo ha infatti, tra il 2015 ed il 2016, invaso ogni piattaforma social, video e streaming con contenuti dedicati al titolo, trattandolo alla stregua di un “Messia dei Videogames” e quasi arrivando a imporre ad altri videogiocatori di giocarlo. Questo, unito alla pessima abitudine di una certa parte del fandom d’invadere gli spazi di content creator e streamer imponendo come il gioco dovesse essere giocato, ha portato a una forte reazione nei confronti di Undertale: una larga fetta di giocatori, esasperata dalla community, ha iniziato ad odiare il titolo di Toby Fox (a volte senza nemmeno averlo giocato) solo perché era famoso e discusso ovunque.
Stando all’Urban Dictionary, il vocabolario della cultura del Web, il termine “Effetto Undertale” indica il processo che nasce quando un prodotto mediatico (sia esso un film, un videogioco, una serie TV o altro) non perfetto viene esageratamente esaltato dalla propria community, creando nelle persone ignare del titolo un hype eccessivo, che quasi sicuramente verrà deluso. Questa delusione spesso porta come conseguenza ad un senso di rancore verso il titolo e la sua stessa community, polarizzando il pubblico tra “fan” ed “hater”, entrambi coinvolti in scontri vocali e virtuali poco razionali che spesso sfociano sull’insulto personale, causando la totale impossibilità di creare una discussione obiettiva ed edificante sul prodotto in questione.


Complice dunque il fanatismo e l’esagerazione della fascia più estrema del fandom, esagerazione che si esprime in teorie bislacche, comportamenti troppo fanatici tutte le volte che si porta il titolo in una discussione e a fin troppe opere legate al famoso portale Hentai Rule 34 (ricordiamo che Undertale è un titolo con un protagonista minorenne in un mondo di animali antropomorfi e scheletri parlanti), la fanbase del titolo ha portato su di se una grossa stigma, che l’ha perseguitata fino all’inevitabile dissipazione del fenomeno Undertale, provocata dalla sua effettiva brevità dell’avventure e dalla mancanza di aggiornamenti su un eventuale sequel da parte del creatore.
Creatore che, a dirla tutta, aveva in parte previsto questa deriva. Il fortemente autocritico Fox, nella sua personale retrospettiva ad un anno dall’uscita del titolo, aveva infatti espresso timori su un’eventuale diffusione virale della sua opera, temendo che una community troppo vivace iniziasse a spoilerare gli elementi chiave del titolo al web, imponendo al prossimo un certo modo di giocare e vivere un’avventura che, nell’intenzione dell’autore, doveva essere un viaggio personale, non influenzato da fattori esterni.
Dopo aver esaminato il fenomeno Undertale, analizzandone origini, luci ed ombre, pare quasi superfluo sottolineare come un prodotto multimediale vada valutato per i suoi effettivi meriti e non per il suo fandom. È giunto dunque il momento di capire quali sono gli elementi che più di tutti hanno reso Undertale un titolo quasi unico nel suo genere.

You are filled with Determination

Parlare di videogioco quando si affronta un titolo come Undertale potrebbe essere riduttivo: più che un semplice videogame infatti, l’opera di Toby Fox è una complessa e stratificata esperienza narrativa interattiva, dove il gameplay effettivo ricopre un ruolo non fondamentale, anche se è perfettamente integrato. Anche un’analisi tematica del titolo non è semplice: Undertale è infatti un gioco non semplicissimo da comprendere, con tantissimi temi al suo interno.
Prendiamo ad esempio i personaggi protagonisti dell’avventura: ognuno di loro rappresenta infatti un carattere, solo in apparenza stereotipato, che viene analizzato nel titolo sotto diversi punti di vista, portando ad interessanti spunti di riflessione. Abbiamo ad esempio Sans, pigro e quasi nichilista scheletro che più di tutti rappresenta il compasso morale del protagonista, suo fratello Papyrus, spiritoso ed incompetente cavaliere che nasconde un’anima sola e bisognosa d’attenzione o ancora Alphys, probabilmente il personaggio più complesso e stratificato del gioco, nonché un’efficace critica allo stereotipo del Nerd/Otaku.


Senza scendere nei dettagli di ciascun personaggio e dei suoi significati e simbolismi, quello che è possibile considerare come il tema centrale del gioco è il concetto di “Determinazione
Nell’universo narrativo di Undertale la Determinazione è una forza incredibile, che rappresenta la volontà di vivere, il desiderio di andare avanti, migliorarsi e cambiare il destino. Essa è inoltre una parte imprescindibile dell’essere umano: è la forza che ha permesso alla razza umana di continuare ad andare avanti, a superare le difficolta e ad evolversi sempre di più. Il concetto di Determinazione non è certamente un’esclusiva di Undertale, anzi è un dei concetti più abusati nella storia del videogames: dal desiderio di salvare Peach che muove Mario alla sete di vendetta di Kratos verso gli Dei Olimpici è fin troppo facile elencare i videogames nei quali un eroe si imbarca in un epico viaggio, determinato a raggiungere il suo obiettivo.
È interessante però come il concetto di Determinazione è integrato nel mondo narrativo di Undertale: in questo universo la Determinazione è infatti è un’energia che abbonda negli esseri umani ma che è assente all’interno dei Mostri ed è stato il motivo per cui questi ultimi sono stati sconfitti senza problemi dai primi, finendo esiliati in un mondo sotterraneo.

Undertale si apre come molte altre storie: un bambino/a (il personaggio protagonista viene ritratto volutamente in maniera ambigua per permettere a qualunque giocatore di immedesimarsi) cade in una voragine all’interno di un misterioso monte ritrovandosi nel Regno Sotterraneo, una dimensione separata dalla nostra e popolata da mostri. Dopo un primo incontro, tutt’altro che piacevole, con un’abitante del sottosuolo, il protagonista deciderà di tornare a casa. La sua determinazione verrà però messa alla prova pochi secondi dopo da Toriel, una creatura antropomorfa incredibilmente affettuosa e preoccupata per la salute del giovane.
Toriel offrirà al giovane un posto sicuro, una casa dove appartenere, offrendogli un amore familiare sincero, a patto che egli accetti di rimanere per sempre li, rinunciando a sfidare il pericoloso mondo esterno. Con Toriel e la sua zuccherosa abitazione, Toby Fox riesce in pochi minuti ad ottenere quello che molti giochi hanno faticato a raggiungere: creare un attaccamento emotivo ad un posto e ad un personaggio composto da una manciata di Pixel. Ma la determinazione dell’avatar è forte e con essa il desiderio di proseguire l’avventura, quindi ci troverà obbligati a sfidare l’autorità di Toriel, ritrovandosi infine costretti ad un combattimento fino alla morte con lei. Sarà qui che la determinazione del giocatore verrà per la prima volta messa alla prova: si è disposti ad uccidere un essere vivente pur di andare avanti nell’avventura?

La Determinazione dei Falliti: Il Pacifismo in Undertale

Il combattimento con Toriel sarà il culmine del tutorial di Undertale, un tutorial non tanto delle meccaniche di gioco ma piuttosto dei temi che il gioco vuole affrontare, in particolare il concetto di Pacifismo. Esiste un modo per concludere lo scontro in maniera pacifica? Qualunque sia l’esito dello scontro con Toriel, una volta oltrepassata la soglia delle rovine si concluderà il primo Atto di Undertale, dando il via all’avventura vera e propria.
Nel suo viaggio, il giovane protagonista si troverà attaccato più e più volte da numerosi mostri, che potrà affrontare in due maniere diverse: combattendoli all’arma bianca come in ogni RPG che si rispetti oppure cercando di trovare una soluzione pacifica. Rimanendo legati a questa scelta si scoprirà sempre qualcosa di nuovo sull’avversario. Tutti i mostri hanno infatti in comune due cose: il timore assoluto per gli esseri umani, sentimento che li spinge ad attaccarli per autodifesa e un’assoluta mancanza di determinazione. Tutte le creature che abitano il mondo sotterraneo sono infatti dei falliti, esseri con dei sogni, dei desideri e delle speranze che non riescono a realizzare. Ad esempio sarà possibile incontrare mostri segretamente innamorati del protagonista ma incapaci di esprimere le proprie emozioni, fantasmi afflitti da una depressione esistenziale o addirittura comici falliti il cui unico sogno è far ridere il prossimo.


Il Pacifismo di Undertale si può riassumere in questo: riuscire a comprendere i sogni e le speranze di esseri diversi da noi, dei falliti incapaci di reagire e, tramite la propria determinazione, aiutarli a rialzarsi.
Pensando al medium dell’intrattenimento umano, ci si può accorgere che alcuni dei personaggi più amati di sempre sono proprio coloro che sono più fallibili e che, consci della loro incapacità di vincere in ogni occasione, combattono con tutte le loro forze per ottenere ciò che desiderano, affrontando a testa alta i propri insuccessi.
Basti solo pensare al paragone tra Superman, l’infallibile semidio di Krypton e Batman, il tormentato e fallibile cavaliere di Gotham. Quest’ultimo infatti sotto la maschera ed i super congegni nasconde un uomo fallibile, che nella sua lotta contro il crimine ha subito gravi lutti o fatto del male alle persone che amava ma che nonostante i suoi fallimenti continua a combattere senza arrendersi.
Il fallimento è parte dell’esperienza umana, ed è tramite esso che l’umanità riesce a raggiungere il successo: la determinazione ci da la forza di rialzarci dopo ogni caduta e di cercare di andare sempre avanti. Se affiancata all’empatia inoltre, essa è una spinta che orienta l’essere umano a condividere la propria determinazione con il prossimo, aiutando collettività o singoli individui a proseguire, migliorare e ad evolversi.

Determinazione senza Empatia: la Genocide Route

Tramite Undertale, Toby Fox pone un inquietante interrogativo: può esistere Determinazione senza empatia? La risposta è si e ci basta tornare indietro di poco più di mezzo secolo per accorgercene con una semplice riflessione: cosa accomuna Martin Luther King e Adolf Hitler? Semplice, entrambi erano due personalità forti, in grado di trascinare le masse e dotate di un’incrollabile Determinazione, che alimentava il loro desiderio di raggiungere il rispettivo mondo ideale.
Undertale offre anche questa possibilità al giocatore: proseguire nel gioco facendosi largo a suon di fendenti, il tutto per raggiungere il proprio obiettivo, in questo caso la conclusione dell’avventura. La strada denominata “Genocide” mostra un mondo assai diverso da quello presente nelle vie Neutrali e Pacifiche del titolo: il tono del gioco è molto più serio, gli scherzi e le battute si dissipano e la popolazione fugge di fronte al protagonista.
La moralità in Undertale è però diversa da quella che è possibile trovare ad esempio in un titolo Bioware: il gioco non dirà mai esplicitamente al giocatore che sta prendendo la via “malvagia” anzi vi saranno dei momenti in cui alcune figure del titolo riconosceranno che le azioni del protagonista sono forse necessarie e giustificate per raggiungere il suo obiettivo.


Leggendo tra le righe è possibile notare come questo messaggio sia interpretabile come un monito alla razza umana nel suo insieme: solo perché siamo in grado di fare una cosa, non è obbligatorio farla per forza. La storia è fin troppo costellata dagli effetti di una determinazione senza empatia, che ha portato a grandi scoperte ed evoluzioni costruite però sulla sofferenza e sul dolore di altri esseri umani.
Ciò che però è veramente apprezzabile dell’opera di Toby Fox è il fatto che le tematiche del titolo, oltre ad essere ampiamente interpretabili, non propinano una morale spicciola che viene sbattuta in faccia al giocatore. Il rigetto verso una lezione morale impartita in maniera sfacciata e stucchevole da una media d’intrattenimento è infatti una reazione umana più che comprensibile, ed è qualcosa che Toby Fox è riuscito ad evitare. I concetti di Pacifismo e di Aggressione in Undertale sono infatti relativi alla soggettività di ciascun giocatore e contestualizzabili di volta in volta all’interno della narrativa del titolo. Chi di noi, se si dovesse trovare in un luogo claustrofobico con una creatura da incubo, avrebbe effettivamente come primo pensiero il voler chiedere alla creatura se ha problemi sentimentali con la propria compagna?
Undertale porta avanti una tesi interessante, ovvero il fatto che sono i piccoli gesti di ciascuno di noi a rendere il mondo un posto migliore e che il riuscire a mantenere una mente aperta, capire gli altri, e accettare che esistono altri punti di vista ci permette di comprendere meglio il mondo nel quale viviamo e come trasformarlo.
Questo è una delle tante interpretazioni possibili del messaggio di Undertale, un messaggio che ognuno può interpretare come desidera. Ciò che è apprezzabile è il fatto che questo messaggio non è imposto al giocatore, anzi è nascosto da numerosi substrati di ironia, comicità, avventura e di una narrativa intrigante. Questa è forse la più grande forza dello storytelling di Undertale.

Mattia Portunato
Dalle lontane lande di Brescia proviene questo curioso essere appartenente alla tribù dei Nerd. Amante della Storia, del mondo dei Manga e degli Anime, del Cinema e delle Serie TV, la sua più grande passione sono i Videogames, passione che da anni ama condividere scrivendo articoli, speciali e recensioni. Appassionato di JRPG, Action, Platform, Hack 'n' Slash, Adventure, Survival Horror, Picchiaduro e Avventure Grafiche, ha una passione smodata per la storia stessa del medium videoludico ed è un'avido collezionista di Retrogame. Nel tempo libero ascolta la musica di Satana, l'Heavy Metal e combatte una coraggiosa battaglia contro il tempo e la genetica per mantenere viva la sua forte chioma. Per ora pare stia vincendo.