Un quartetto spaziale

Di Gamera Interactive ne abbiamo parlato poche settimane fa, quando il Boss si è fatto una lunga chiacchierata con Alberto Belli. Oggi torniamo ancora una volta a parlare dello sviluppatore di Padova per l’uscita del loro primo titolo, Unit 4, platform tanto pixelloso quanto hardcore, con molte trovate interessanti, ma anche con qualche sbavatura che non gli permette di raggiungere un punteggio più alto di quello, comunque molto buono, che trovate a fondo pagina.

Come prevedibile per un platform, Unit 4 mette da parte una storia articolata per concentrarsi sul gameplay: c’è un impero spaziale malvagio, e ci sono quattro eroi che devono sconfiggerlo. Fine. Nonostante questa semplicità, il titolo di Gamera riesce a costruire situazioni decisamente simpatiche, permettendo al giocatore di atterrare su pianeti in cui l’unica attività sarà leggere qualche linea di testo che descrive cosa accade, come nel più classico degli RPG occidentali d’altri tempi. Proprio in questi frangenti il citazionismo si spreca, spaziando da argomenti cari ai nerd all’attualità, tra citazioni e rimandi. Ma stiamo parlando di un gioco di piattaforme, e quanto vi abbiamo appena detto è chiaramente solo un contorno, utile a fare un po’ di contesto, a quello che è poi il l’aspetto più importante del gioco: i saltelli.

Il core di Unit 4, intorno a cui il gioco è evidente costruito, è certamente da ricercare nei quattro personaggi giocabili, ognuno munito di una diversa abilità: c’è chi è dotato di doppio salto, chi è in grado di rallentare le cadute fluttuando e diventare intangibile, chi ha un rampino e infine chi ha la possibilità di fare un dash in avanti, travolgendo o spostando ciò che incontra. Ognuna di queste abilità peculiari è necessaria per superare gli ostacoli che ci troveremo davanti. È possibile in ogni momento passare da un personaggio all’altro, anche a mezz’aria, e in questo modo concatenare le varie abilità per raggiungere i diversi collezionabili che riempiono i livelli, ma anche semplicemente per superare in modo creativo le avversità. Che sono tante, data la difficoltà decisamente sopra la media di Unit 4. I livelli, 15 divisi in tre world, sono lunghi e articolati, vari e soprattutto graziati da un ottimo level design. La collocazione dei check point è a sua volta molto intelligente, e praticamente mai ci si trova ad affrontare troppi passaggi estremamente ostici prima di raggiungere il successivo punto di salvataggio.

Ciò non toglie che è necessario sputare molto sangue ed apostrofare malamente diverse figure del calendario per poter superare alcuni momenti, spesso anche per imprecisioni nelle collisioni del gioco. Quest’ultimo è il principale problema di Unit 4: le collisioni non sono sempre precise, facendo trovare la morte al giocatore senza una sua reale colpa, ed è un difetto non di poco peso in un gioco di questo tipo. L’altro limite di Unit 4 è un bilanciamento imperfetto dei poteri dei diversi personaggi: alcuni sono semplicemente molto più utili degli altri. Riguardo a questo però c’è da aprire una parentesi, perché se chiaramente il doppio salto è la skill più utile del mazzo, le altre possono adattarsi a diversi stili di gioco, e a diversi approcci a diverse avversità, oltre a guadagnare certamente importanza quando si tratta di trovare i tantissimi collezionabili sparsi per i livelli, dal momento che questi richiedono uno sforzo ulteriore rispetto al semplice arrivo a fine livello. I minigame, a cui è possibile accedere dalla mappa spaziale, sembrano invece un po’ fuori luogo rispetto al resto dell’esperienza, per colpa di una qualità non in linea con il resto del gioco.

Passiamo quindi all’aspetto tecnico e stilistico di Unit 4, che a sua volta ha molti alti e qualche basso. La pixel art è ottima, le sprite sono ben animate e la direzione artistica generale si assesta su un ottimo livello, raggiungendo il suo massimo nel design delle astronavi, veramente eccezionale. I personaggi invece, sono piuttosto anonimi, ma personalizzabili con tanti simpatici vestiti; anche la Garriot, l’astronave del nostro quartetto, può essere ri arredata a nostro piacimento. Il design dei livelli risulta invece talvolta ridondante, problema imputabile alla lunghezza dei vari stage, mentre i singoli livelli sono invece ben differenziati gli uni dagli altri, e nella maggior parte dei casi ben caratterizzati e ispirati. Chiude il cerchio una piacevolissima soundtrack elettronica, che accompagna degnamente le peregrinazioni e i saltelli spaziali della Unit 4.

Verdetto 

Unit 4 è un gioco che ci è piaciuto sotto diversi punti di vista, in primis per il buon level design e l’ottimo livello di sfida che, mescolato ad un intelligente utilizzo dei check point, mette in piedi quel malato meccanismo del “faccio solo un altro tentativo”. Dall’altra parte ci siamo incazzati più del dovuto quando abbiamo trovato la morte non per un errore, ma per una collisione sballata. Complessivamente ci si trova certamente di fronte ad un titolo che vale la pena affrontare per chiunque apprezzi i platform molto punitivi, ma anche per chiunque si diverta a variare costantemente strategia per trovare i molti modi concessi ai giocatori per superare i singoli ostacoli, magari anche con amici, in virtù di un gradito ritorno dal passato: il multiplayer locale!

 

 

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.