Con WRC 9 Kylotonn non spinge al massimo, ma ci regala un buon capitolo di transizione che si lascia giocare con piacere

Il rally è una disciplina che è sempre in grado di attrarre gli appassionati del motorsport: quel correre tra strade sterrate, in condizioni estreme cimentandosi tra strettoie e salti mozzafiato col sapore della terra, del fango o della neve in bocca è qualcosa che affascinerà sempre gli amanti dei motori, sia reali che videoludici, come i fan di WRC 9, nuovo capitolo della saga racing che ci apprestiamo a raccontarvi.

Nonostante non siano più i tempi del compianto Colin McRae o di Tommi Makinen insomma, l’entusiasmo nel provare il titolo di Kylotonn, gli autori di TT Isle of Man è alto, e il fatto che – pronti, via! – il gioco ti catapulti subito nell’azione, aiuta a formare una buona prima impressione.

Si parte infatti subito con un test per saggiare le capacità del pilota: il sistema osserva la guida del giocatore e gli suggerisce quali aiuti tenere attivi e quali disattivare, e il livello di difficoltà complessivo migliore per iniziare. Un sistema abbastanza utile, dato che il gioco ha un approccio decisamente più orientato verso la simulazione, che non verso l’arcade, per cui farsi subito un’idea di cosa ci si debba aspettare è cosa buona e giusta.

Una volta terminata la prova, è il momento della scelta. La modalità principale infatti è senza dubbio la carriera, che ci mette subito di fronte al primo importante bivio: da quale classe iniziare? WRC 9 ha la licenza ufficiale del campionato del mondo di rally, per cui ci sono tutti gli stage e le vetture reali, e per quanto riguarda queste ultime sono divise in classi: c’è il campionato WRC vero e proprio, al quale partecipano tre costruttori: Ford, con la Fiesta; Hyundai con la i20; Toyota con la Yaris. Si scende poi di categoria con WRC 2 e 3 in cui troviamo le auto di cui sopra in versione depotenziata, e alle quali si aggiungono Citroen con la C3, Skoda con la Fabia e Volkswagen con la Polo.

Infine c’è il campionato WRC Junior, una sorta di torneo monomarca, dato che l’unica auto disponibile è la Ford Fiesta a trazione anteriore. La scelta iniziale sarà tra il partire dal campionato giovanile e tentare l’ascesa al successo, o se iniziare direttamente dal WRC.

Per gli amanti delle vecchie glorie ci sono anche alcune vetture classiche utilizzabili per un certo tipo di eventi in modalità carriera, tra cui le storiche Lancia dominatrici dei rally, la Ford Escort e qualche altra chicca.

wrc 9

Come un GDR

Fatta la vostra scelta, si inizia a fare sul serio: un lungo tutorial (opzionale) vi illustrerà le varie opzioni della modalità carriera, che presenta anche una componente manageriale. Non vi limiterete infatti a scendere in pista e correre, ma dovrete scegliere il calendario degli eventi a cui partecipare, e occuparvi anche della parte relativa allo sviluppo della vettura. In pratica, dovrete assumere membri dello staff (meccanici, ingegneri, meteorologi, fisioterapisti, esperti di finanza, ecc.) per costruire la vostra squadra, tenerla contenta e riposata il giusto, con un occhio alle risorse economiche.

Nulla di particolarmente innovativo, ma è bello che ci sia, così come il modo per sbloccare nuovi potenziamenti, staff e quant’altro, che strizza un po’ l’occhio addirittura ai GDR, che è realizzato sotto forma di skill tree lungo il quale il giocatore dovrà orientarsi per sviluppare al meglio il proprio team e potenziare la propria vettura.

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Quella spinta in più

Insomma l’avrete capito: gestire un team è un incarico di responsabilità, ma lo stress da ufficio è pronto a svanire quando ci si mette dietro al volante. WRC 9 non fa gridare al miracolo in praticamente nessun aspetto, se paragonato ai vecchi capitoli della serie, ma ciò non vuol dire che sia un brutto gioco: tutt’altro. Il sonoro è buono, ma non eccezionale, i modelli delle auto e il comparto grafico in generale è più che soddisfacente e il colpo d’occhio generale lascia soddisfatti, ma era lecito aspettarsi quel quid in più, quella spinta decisiva per riuscire a spiccare in un mondo che vede ancora la serie di Dirt come indiscussa dominatrice, a parere di chi scrive.

Qualche piccolo difetto ce l’ha anche il sistema di guida che, a prescindere dagli aiuti che sceglierete o meno di attivare, presenta troppo spesso un fastidioso effetto pendolo che vi farà perdere tempo prezioso nelle prove. Anche qui però, il risultato complessivo è buono, e nonostante padroneggiare al meglio la vettura richieda tempo e fatica, e dosare bene il gas con i grilletti diventa di fondamentale importanza (tenere il gas a manetta è quasi sempre garanzia di testacoda e ribaltamenti) le prime vittorie vi ripagheranno degli sforzi facendovi sentire tutto sommato soddisfatti.

Si avverte la differenza tra le diverse tipologie di auto, ma soprattutto tra i diversi tipi di terreno, e anche la sensazione dei danni è ben riprodotta alla guida: portare al traguardo una macchina malridotta, magari al buio o sotto la pioggia, è un’impresa davvero notevole.

Qualche piccola sbavatura ce l’ha anche il motore fisico, soprattutto per quanto riguarda i ribaltamenti e la presenza di qualche “muro invisibile” di troppo, che soprattutto nelle strettoie può risultare fastidioso, ma nel complesso si tratta di problematiche che non minano eccessivamente l’esperienza di gioco e il divertimento alla guida.

Resta un difetto storico del gioco, ma lo è di quasi tutti i giochi di rally, il copilota: troppo spesso in anticipo o in ritardo e mai realmente utile, tanto che l’unico sistema valido per capire l’evolversi del percorso restano le freccette direzionali in alto sullo schermo.

Buone anche le modalità online, con sfide giornaliere e la possibilità di effettuare una stagione con avversari umani e tralasciando tutta la parte gestionale per concentrarsi solo sulla guida. Aggiunte importanti che contribuiscono ad aumentare la longevità del gioco, una strada che sempre più racing game stanno giustamente percorrendo.

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Buone sensazioni, ma il futuro è incerto

Insomma con WRC 9 Kylotonn ha fatto davvero un ottimo lavoro: considerando che si tratta di un titolo su licenza, di sicuro hanno avuto a che fare con tempi di sviluppo ridotti, e ciò nonostante sono stati limati alcuni difetti della serie e ne è venuto fuori un gioco divertente e impegnativo, che non ha particolari criticità, per cui siamo sicuramente di fronte a un prodotto più che valido.

La sensazione però è che il team non abbia voluto (o potuto) osare, per cui nonostante gli sforzi fatti, sembra più di trovarsi di fronte a un capitolo di transizione che non a una vera e propria rivoluzione, complice anche l’avvicinarsi delle nuove console.

C’è poi da considerare il fatto che a partire dal 2023 la licenza ufficiale WRC passerà a Codemasters, per cui il futuro della saga è ancora tutto da definire, e se le cose non dovessero andare per il verso giusto, soprattutto dopo quello che ha dimostrato di saper fare Kylotonn con questo capitolo, sarebbe davvero un peccato.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.