Più Kiwami che mai

La serie di Yakuza da ormai un po’ di tempo sta vivendo una seconda giovinezza: i buoni dati di vendita occidentali hanno infatti convinto i vertici di Sega a prestare più attenzione al mercato del Vecchio Continente, che sta finalmente riscoprendo una delle saghe più belle dell’epoca PlayStation.

E sebbene quella di Kazuma Kiryu sia un’epopea ormai conclusasi con il sesto capitolo del gioco, nel giro di poco meno di due anni sono arrivati il prequel Yakuza 0, il rifacimento dei primi due capitoli in versione Kiwami (“estremo” in giapponese, una sorta di remake arricchito) e l’annuncio delle remaster degli ulteriori tre capitoli (oltre che Fist of the North Star e Judge Eyes, i due nuovi progetti del team di sviluppo).

Insomma si tratta di una serie che gode di ottima salute e che chiunque per un motivo o per un altro si fosse perso, è nel momento storico migliore per recuperare, anche perché Sony ha appena annunciato che tra i giochi gratis del mese di novembre con il programma PlayStation Plus, ci sarà proprio il primo Yakuza Kiwami. Quale migliore occasione per tuffarsi in quel di Kamurocho, per di più gratis?

Dove eravamo rimasti?

Kiwami 2 è il sequel del primo, ormai storico, capitolo della saga: dopo essersi accollato dieci anni di galera, aver sventato i piani del migliore amico Nishikiyama, poi trasformatosi in rivale, scalato i vertici del Tojo Clan e guadagnato addirittura una figlia adottiva, Kazuma Kiryu si ritrova a piangere gli amici scomparsi (ottima l’idea di narrare con una visita al cimitero gli eventi del capitolo precedente), quando la vita da Yakuza, che ormai era pronto a rinnegare, bussa nuovamente alla propria porta.

Il nuovo patriarca del Clan è stato appena assassinato, il brutale clan di Ryuji Goda è in ascesa inarrestabile, e il caos è pronto a scatenarsi: e a chi toccherà se non al buon Kiryu, di porre un freno alla situazione e ristabilire l’ordine?

È ora di scendere nuovamente in campo dunque per il Drago di Dojima, che in questo Kiwami 2 si presenta più in forma che mai.

Il Dragon Engine fa il suo egregio lavoro regalandoci una fluidità davvero ottima, così come la vecchia e cara Kamurocho, e adesso anche Sotenbori, le due location del gioco in questione, sono adesso più che mai ricche di colori, dettagli e cose da fare.

Parlare della storia in una serie enorme come quella di Yakuza, e in un gioco in cui è così importante come il secondo capitolo, peraltro già uscito in Giappone ormai dodici anni fa, sarebbe francamente impossibile, oltre che abbastanza inutile. Le avventure di Kazuma e soci sono narrate in maniera così arzigogolata ma impeccabile, epica ma al contempo ironica, che l’unico consiglio che sentiamo di darvi a riguardo è quello di leggere al più presto la nostra recensione e iniziare la saga, qualora non l’aveste ancora fatto.

Ricco, ricchissimo, praticamente in mutande

Kiwami 2 in particolare sembra il remake perfetto: la storia e i dialoghi sono gli stessi del gioco originale, ma si nota un po’ più d’attenzione nella localizzazione occidentale, e ci sono tante cose da fare in più.

C’è il ritorno delle modalità gestionali del cabaret club e dell’impresa edilizia, c’è di nuovo il clan creator, ci sono tutte quelle modalità di contorno prese dai capitoli avanzati della serie e riproposti per arricchire ulteriormente il gioco.

C’è l’aggiunta di un capitolo extra su Majima Goro, uno dei personaggi più amati (e folli) della serie, che farà luce su alcuni episodi riguardanti il personaggio, ed è giocabile all’interno del gioco stesso. Un modo intelligente e divertente per spezzare un po’ la trama principale.

E c’è un sistema di combattimento come da tradizione variegato e basato sulle combo, che dà sempre grande soddisfazione nel mazzuolare nemici a destra e a manca.

Interessante aggiunta è quella di poter conservare alcuni tipi di arma per poterli poi utilizzare in un combattimento successivo. Durante le varie scazzottate infatti sarà possibile trovare per strada (o sfilare ai nemici) alcuni tipi di arma, che con la semplice pressione della freccia direzionale in giù, trasferirà l’oggetto nel vostro inventario, anziché farlo sparire al termine del combattimento.

Un sistema utile per risparmiare qualche soldino, che in fondo non fa mai male.

Il sistema di progressione del personaggio è preso di peso da Yakuza 6: combattendo (ma anche completando subquest, minigiochi e addirittura mangiando e bevendo) si guadagneranno punti esperienza divisi in varie categorie, che sarà possibile spendere per potenziare gli attacchi e il parco mosse di Kiryu.

“Grazie per avermi salvato la vita. Eccoti delle batterie stilo!”

C’è poi il solito quantitativo epocale di subquest e missioni secondarie, raccontate sempre in maniera ironica e divertente, e che spesso rasenta l’assurdo, che siamo sicuri che vi prenderete diverse pause dalla trama principale pur di assecondare i pazzi dai vestiti improbabili che per le vie di Kamurocho e Sotenbori chiedono l’aiuto del nostro Kazuma per portare a termine questa o quest’altra missione.

Come se non bastasse ci sono poi tutti quei minigiochi di contorno che, soprattutto se il gioco “vi prende”, faranno alzare le vostre ore di gioco come non mai. Volete fermarvi e giocare una partita a golf? Prego. Avete voglia di concedervi una pausa e spararvi una sessione di Virtua Figher 2? Accomodatevi.

Insomma c’è tanto da giocare in Yakuza, e c’è tanto da esplorare soprattutto. Perché nonostante non si tratti di un vero e proprio open world (anzi, le città sono prevalentemente incroci di corridoi), c’è veramente tanta roba che vi terrà il pad incollato in mano, come le ormai tradizionali chiavi degli armadietti sparse in giro per le strade, per dirne una.

Made in Japan

Ma soprattutto è quell’atmosfera tipicamente giapponese che si respira lungo tutto il gioco ad affascinare tantissimo.  Yakuza Kiwami è un vero e proprio viaggio in Giappone, magari un po’ stereotipato, ma a chi non piacerebbe visitare il Paese del Sol Levante senza alzarsi dal divano?

E allora concedetevi un giro tra le scintillanti luci di Kamurocho, fatevi una passeggiata sul lungofiume di Sotenbori, imparate a giocare a mahjong e sperperate centinaia di yen nei Club Sega tra gli UFO Catcher e i videogiochi.

Andate a mangiare in tutti i bar e ristoranti e scoprite specialità e bevande tipiche del Giappone, andate a pescare, scatenatevi al karaoke, e di tanto in tanto godetevi un capolavoro di storia. Quale altro gioco vi da quest’opportunità?

Verdetto

Yakuza Kiwami 2 è un capolavoro: perfetto remake di un titolo già validissimo, arricchito di tantissimi extra tutti da scoprire e con un motore grafico che dona ulteriore lustro al gioco. Se conoscete già la saga e siete indecisi sull’acquisto, non esitate oltre: ne vale la pena. Se invece vi state appassionando solo adesso alle vicende di Kazuma Kiryu, forse è meglio metterlo in wishlist e cominciare dal capitolo precedente. Ve ne innamorerete.

 

Se vi stuzzica Yakuza Kiwami 2…

Il consiglio non può che essere quello di giocarsi la saga per intero. Potete partire indifferente da Yakuza 0 (un prequel) o da Kiwami 1 (remake del primo capitolo) ed aspettare le annunciate remastered dei seguenti capitoli, fino all’ultimo Yakuza 6.
Se proprio tutto questo ben di dio ancora non saziasse la vostra voglia di Giappone, potete provare la remastered di Shenmue. Se non vi basta, è il momento di prenotare un volo per Tokyo.

 

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.