Imitazione o adulazione?

Il franchise di Yo-kai Watch è arrivato in Italia solo da poco tempo, dopo aver avuto in giro per il mondo un impatto positivo su molti videogiocatori.

Yo-kai è una serie che ha subito scomodato un paragone pesante, quello con una saga che da vent’anni ha dominato il mercato videoludico portatile, quella dei Pokémon. E non del tutto a torto.

Le saga hanno numerose similitudini, in entrambe la principale fonte di attrattiva nerd è dovuta alla collezionabilità delle creature che popolano i rispettivi universi. Che Level 5 abbia preso molto dal franchise di Gamefreak è palese e, se questo fosse ancora motivo di dubbio, ecco che il nuovo titolo di Yo-kai Watch si presenta, come nella radicata tradizione Pokémon, diviso in due titoli: Spiritossi e Polpanime (ok, potremmo discutere a lungo sulla validità dei titoli).

Questa decisione della casa di produzione non è cosa da poco, ma indica il desiderio di cominciare una nuova fase: competere con altri titoli dello stesso genere.

Un passo indietro…

Yo-Kai Watch 2 arriva sul mercato subito dopo l’uscita dell’anime, che ha determinato un successo del franchise anche al di fuori del mercato videoludico, corroborato dalle enormi entrate del merchandise. La scelta di presentarlo in due titoli, con un chiaro riferimento alla saga creata da Tajiri, arrivata in un momento di forte espansione del brand, desta più di un sospetto in questo senso.

Il tentativo di approcciarsi a una grande distribuzione, a fronte di un mercato che fuori dalla madrepatria appare ancora tiepido nei confronti di questa serie videoludica, appare evidente anche nel modo in cui si sviluppa il gioco: quasi tutta l’introduzione viene proposta come un reboot, utilizzando l’espediente di un’amnesia dei protagonisti per ripresentare le tematiche di gioco più importanti e spiegare al mondo cosa siano di Yo-kai. Questa scelta, fatta per facilitare l’ingresso dei nuovi giocatori nel brand, ha il difetto di scoraggiare chi aveva già conosciuto e giocato al primo Yo-kai Watch. Non è un limite da poco, se pensiamo che prima di espandere il tuo pubblico dovresti cercare di fidelizzare quello che hai già conquistato.

Il prezzo da pagare per questa scelta è alto: la trama vedrà il giocatore derubato del suo Yo-kai Watch e dei suoi ricordi della precedente avventura. Inutile dire che la storia ne risulta indebolita e poco appassionante ma, per contro, permetterà al nuovo giocatore di godersi il gioco senza essere penalizzato dal fatto di essere un neofita, godendosi un titolo che ha comunque dalla sua un gameplay migliorato rispetto al predecessore.

Essendo un brand giunto alla diffusione in Italia da circa un anno è bene spiegare in cosa consiste Yo-kai watch. Il gioco parla di un ragazzo, Nate, che ottiene un oggetto magico, appunto lo Yo-kai watch, con il quale può entrare in comunicazione con gli spiriti, gli yo-kai, creature ispirate al folklore e alle leggende giapponesi.

Questi mostriciattoli si dividono in otto tribù, ognuna delle quali ha differenti capacità, punti di forza e punti deboli nei confronti delle altre. Per ottenere il supporto di uno yo-kai in battaglia sarà necessario conquistarne la fiducia secondo vari metodi (ad esempio dandogli un cibo gradito prima dello scontro) e ottenendo le Medaglie Yo-kai per poterli richiamare nel corso di uno scontro.

Altri potranno essere ottenuti da delle macchine a gettoni (le stesse che contengono i gashapon tipici del Sollevante) o in circostanze particolari dovute alla trama. Per poterli ottenere il giocatore dovrà esplorare l’area di gioco, la città di Valdoro, per scovare i luoghi in cui si nascondono questi spiriti, i quali al pari delle persone possono crescere e diventare versioni migliori di sé stessi, potenziandosi guadagnando esperienza nel corso dell’avventura.

Non tutti gli yo-kai saranno amichevoli, ecco perché parte essenziale del gioco si basa sulle battaglie. Al momento dello scontro lo schema sarà quello tipico dei JRPG: il giocatore disporrà di sei Yo-kai, potendo mandarne in campo tre alla volta e sfruttando gli altri come riserve in caso di necessità.

Non sempre gli yo-kai avranno voglia di combattere: alcuni si limitano a osservare gli scontri, intervenendo solo in qualche caso e limitandosi a supportare gli alleati. Cosa che, se da un lato porta il giocatore a maledire questi spiriti, dall’altro aggiunge un tocco di realismo all’intera cosa. Per quando realistico possa essere un gioco con protagonisti dei mostri della mitologia nipponica, sia chiaro.

… e due in avanti.

Non sono molte le differenze per quanto concerne le meccaniche di gioco, ma di certo questo non è di per sé uno svantaggio: Yo-kai watch rimane se stesso e funziona, dimostrandosi un buon gioco di ruolo prima di qualsiasi altra cosa.

Nel complesso il gioco risulta identico per quanto riguarda il comparto grafico e le caratteristiche salienti del gameplay al proprio predecessore, introducendo però alcune interessanti novità.

Questo secondo titolo cerca di lasciare inalterati gli aspetti migliori del suo gameplay e potenziarne altri. In primo luogo la forte presenza di quick time event all’interno del gioco, che permetteranno al giocatore di caricare determinate mosse oppure di curare i propri Yo-kai alla fine di uno scontro.

Il vero upgrade delle meccaniche di gioco si avrà dopo qualche ora, quando il protagonista riuscirà a ottenere il Watch Zero costruito dal nonno sessant’anni prima. Questo nuovo oggetto porterà con sé due nuove funzioni: il Poke e la M-skill.

Il Poke avrà una duplice funzione: una offensiva, permettendo di concentrare gli attacchi su una parte del corpo specifica del nemico e una di supporto, per spingere a combattere gli  Yo-kai che non vogliono saperne di partecipare alla lotta.

M-Skill invece aumenterà la potenza delle mosse Energimax, a patto di risucchiare energia da tutti gli Yo-kai presenti in gioco, comportando un certo fattore di rischio nel suo utilizzo che ha una propria utilità in scontro particolarmente impegnativi, come le boss fight.

Oltre a questo è da lodare come l’intero gioco abbia ampliato il proprio predecessore, proponendo un maggior numero di Yo-kai, nuove aree esplorabili e un certo numero di sidequest che permetteranno al titolo di godere  di una maggiore longevità.

La cosa più importante è l’implementazione del comparto online, che permetterà ai giocatori non solo di lottare con i propri amici online, ma anche di scambiarsi le medaglie Yo-kai per poter usufruire dell’aiuto di nuovi spiriti in combattimento.

Verdetto

Per giudicare correttamente questo Yo-Kai Watch 2 bisogna ricordarsi del contesta da cui nasce questo gioco: la necessità di far conoscere il brand a nuovi giocatori, cercando quindi di proporre una storia e meccaniche di gioco che non li penalizzino nell’approccio al titolo. Per alcuni dei giocatori che già hanno avuto modo di mettere mano su questo titolo, potrebbe risultare difficile da accettare il fatto di dover ripercorrere le stesse tematiche (o poco più) affrontate appena 12 mesi fa. A meno che non siate patiti di collezioni, e vogliate perciò mettere mano ai centocinquanta nuovi Yo-Kai disponibili, il titolo potrebbe non fare per voi. I nuovi giocatori invece potranno approcciarsi a un’esperienza di gioco ricca e, sotto molti punti di vista, gratificante, che li introdurrà in maniera piena e piacevole al mondo dei Yo-kai, senza ripercussioni dovute alla scarsa conoscenza della saga.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.