Conigliette letali e piogge di proiettili colorati. Che volete di più?

Sekai Project è una piccola casa di produzione che si occupa di distribuire progetti minori, soprattutto di matrice asiatica, sul suolo occidentale. Qualche tempo fa pubblicò su STEAM Rabi-Ribi, un gioco che potremmo definire come un platform adventure in stile “metroidvania”, con grafica vintage in pixelart. Da oggi potranno giocare a Rabi Ribi anche gli utenti di PS4 con una nuova edizione del gioco che abbiamo provato per voi.

La prima cosa da sottolineare, è che non bisogna farsi trarre in inganno dall’aspetto infantile e ingenuo del gioco, in quanto si tratta di un’esperienza sorprendentemente complessa, impegnativa e piena di contenuti, basti pensare al fatto che sono presenti decine di boss battle e un mondo aperto e articolato tutto da esplorare.

La trama è quanto mai assurda e sopra le righe. Vestiamo i panni di Erina, un coniglio che si ritrova improvvisamente e senza apparente motivo, nel corpo di una graziosa ragazzina, inspiegabilmente vestita come se venisse direttamente da una Playboy Mansion. Confusa, Erina scoprirà di non conoscere affatto il mondo che la circonda, e di dover trovare delle risposte.

In questo magico luogo, ogni cosa è a dir poco surreale, a partire dalla popolazione che lo abita: in pratica sono tutte ragazzine che non dimostrano più di 18 anni, e le antagoniste principali sono rappresentate da alcune fanatiche dei conigli, che portano delle orecchie finte, ma di fatto e paradossalmente, ce l’hanno con noi che invece siamo un coniglio “vero”. Troveremo anche diversi alleati lungo la strada, come la fatina Ribbon che ci affiancherà per tutta l’avventura e si rivela anche un elemento importante per il gameplay. In generale comunque, la trama di questo gioco è talmente sopra le righe e a tratti allucinata, che è molto difficile farsi coinvolgere più di tanto. Il problema principale risiede nel fatto che nonostante il parodistico contesto, Rabi Ribi ha anche la pretesa di essere un gioco fin troppo logorroico, quasi avesse cose importanti da dire.

Troppi dialoghi, per lo più banali o per nulla intriganti, che portano avanti una storia fatta di personaggi stereotipati, poco credibili ed elementi fantastici francamente buttati un po’ lì. Purtroppo questi frangenti narrativi interrompono l’azione fin troppo spesso, anche durante combattimenti concitati o quando proprio non servirebbe. Come se non bastasse sono anche lunghissimi, degni di una visual novel che solo se siete amanti di una certa tipologia di anime “non troppo maturi”, per usare un eufemismo, potreste apprezzare, nonostante sia talvolta accompagnata da pregevoli illustrazioni. Ma tolto questo difetto, pesante ma isolato, sul fronte gameplay fortunatamente Rabi-Rubi si difende alla grande.

Dovremo infatti esplorare ben 20 livelli che compongono le 8 macro aree principali e ben diversificate tra loro. Il mood principale dell’azione di gioco è rappresentata dalle meccaniche bullet hell che caratterizzano la maggior parte dei minions del gioco e che esplodono completamente durante le numerose boss fight. I comandi precisi e responsivi, e l’ottima gestione dell’hitbox, in questo aiutano alla grande, rendendo un piacere schivare con salti e rapidi movimenti i vari pattern di proiettili con cui verrete messi alla prova. La difficoltà è comunque personalizzabile con 4 diversi livelli, e vi assicuro che anche quelli più bassi richiederanno andando avanti un certo sforzo, dando sicuramente l’idea che l’obiettivo di Rabi-Ribi è quello di rivolgersi ai giocatori hardcore (gli stessi che in effetti accetterebbero una cifra stilistica cosi “estrema”).

Al nostro arco abbiamo diverse frecce. Possiamo infatti contare sia su attacchi melee con un bel martellone, che attacchi a distanza effettuati da Ribbon, i quali possono essere di natura diversissima a seconda dell’upgrade sbloccato. Ecco, è bene puntualizzare subito questa cosa. La crescita del personaggio, il suo skill tree, è gestito da un sistema gargantuesco considerato il genere. Ci sono davvero moltissimi elementi a cui prestare attenzione. Per non annoiarvi troppo però vi fornirò solo gli input necessari, facendovi scoprire di persona quante finezze nasconde la struttura di gioco. Potremmo far salire di livello il martello semplicemente usandolo, sbloccando di volta in volta combo nuove, o meglio, più lunghe; potremmo trovare bacchette magiche per far sparare a Ribbon sempre in maniera diversa, scegliendo e intercambiando a piacere la modalità di fuoco; potremmo trovare potenziamenti per ogni caratteristica di Erina, che siano stamina (esatto, dovrete fare attenzione anche a quella) vitalità, punti magici, battle point che sbloccano smart bomb, ecc.

Inoltre troveremo oggetti che danno a Erina vere e proprie nuove capacità, permettendoci, come in Metroid, di estendere l’area di gioco esplorabile con salti più lunghi, avere bombe per rompere barriere che bloccano passaggi, scivolate per entrare in condotti stretti, la possibilità di stare sott’acqua senza problemi, e chi più ne ha più ne metta. Potremo contare anche su un “badge”, ovvero una schermata in cui, spendendo un preciso numero di punti abilità che limita le nostre operazioni, incrementeremo delle ulteriori statistiche, attivando questi upgrade sparsi per il mondo e spesso nascosti. Collezionarli tutti non sarà facile, ma dovrete in ogni caso fare una selezione scegliendo quelli che più vi aggradano, rinunciando ai benefici degli altri.

Insomma, in Rabi Ribi si gioca bene e ci si diverte grazie ad un buon lavoro di level design, che dona ad ogni schema un senso ben compiuto, e in una progressione che ci permette di pari passo l’espansione delle nostre risorse, della mappa di gioco e della nostra abilità di gioco. Un traguardo niente male direi.

La grafica del gioco è sicuramente piacevole e le animazioni sufficientemente curate, ma non siamo di certo di fronte allo stato d’arte della pixel art. Non sempre infatti gli sprite sono ispirati e gli sfondi che danno profondità alle ambientazioni risultano un po’ grossolani. Nessun appunto da fare sulle musiche e sugli effetti, funzionali e simpatiche, ma nulla più.

Verdetto

Rabi Ribi non si inventa proprio nulla. In realtà è un collage di cose e generi che altri giochi hanno fatto in modo migliore singolarmente. Eppure rimane un buon collage. Piacevole da giocare e da vedere, con la sua coloratissima grafica che ricorda un po’ quelle produzioni nipponiche tra la fine dell’era 8bit e l’inizio dei 16bit (per certi versi fa tornare alla memoria Wonderboy). Sarebbe comunque sicuramente risultato estremamente più gradevole senza un’invadenza così insopportabile della “trama” che spezza l’azione di un gioco, il quale proprio non ne avrebbe bisogno, visto e considerato che il contesto narrativo è a dir poco risibile e il gameplay sarebbe potuto essere più scorrevole. Poco male, potete sempre schippare tutto e godervi la decina di ore di gioco senza troppi pensieri. A patto che il concept vintage alla base del titolo vi convinca. Al di là del gusto personale infatti, l’unica cosa che posso garantirvi è la sua indubbia buona realizzazione. 

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!