Ozark 3: la serie TV Netflix si conferma una delle migliori della piattaforma

Non è così frequente che una serie prosegua su standard sempre alti, stagione dopo stagione, e questo non solo nel panorama Netflix ma in linea generale. Una regola che non vale però affatto per Ozark, che continua a stupirci e a crescere d’intensità, a livello tecnico, nella psicologia e caratura dei personaggi, e persino a livello di script.

Ozark 3, se avete ancora qualche dubbio, è sensazionale. Come o più delle precedenti stagioni.

 

Quale futuro per la famiglia Byrde?

La sete di potere della famiglia Byrde (soprattutto di Wendy) e il pericoloso percorso che hanno intrapreso li porta step by step a bivi nei quali hanno una sola direzione possibile, la strada che prosegue dritta in avanti, poiché qualsiasi sterzata, frenata, o ritorno sulla retta via metterebbe le loro esistenze più a rischio che mai. In sostanza, i Byrde sono intrappolati, ma lo sono da un bel po’.
E ad onor del vero questo gioco ormai sembra piacergli, nonostante tutto, nonostante lo stress a cui sono costantemente sottoposti e le grandi sofferenze che sono saltuariamente costretti a vivere, giacché il Cartello non fa sconti a nessuno.

In casa non ci sono segreti, Charlotte e Jonah conoscono gli affari loschi dei propri genitori e dei quali ormai anche loro fanno parte, e nemmeno più così passivamente. Il mondo esterno, fuori dalle quattro mura di casa può essere spietato e il pericolo può annidarsi già oltre l’uscio. Lo sanno i ragazzi, lo sa Marty, e lo sa anche Wendy, che ricorda al marito, che dorme in soggiorno dopo un litigio, di andare di sopra, perché “questa casa è piena di finestre”.

Ozark 3 si concentra molto sulla famiglia, in particolare i Byrde, e sul rapporto tra marito e moglie, già esplorato nelle precedenti stagioni ma qui approfondito in modo particolare. Marty è stato il primo a crescere in queste nuove vesti, e Jason Bateman ci ha fatto vivere in modo eccezionale e significativo il cambiamento emotivo e psicologico del personaggio, che da capo famiglia ha preso in mano una situazione che molti non avrebbero saputo gestire, cambiando radicalmente vita e cercando di tenere tutti al sicuro. Non teme nessuno quando si tratta di proteggere i suoi affetti e anche i suoi affari, sebbene nella prima parte della terza stagione emerga di più l’animo di un uomo posto alle strette, che inizia a fare i conti con la paura per i propri cari, giudicati in pericolo. Una volta messo con le spalle al muro però Marty Byrde reagisce da uomo, mostrando un carattere e una determinazione che a volte è solo celata dietro un comportamento perennemente misurato e pacato, e allora non c’è mafioso o Navarro qualsiasi che possa dettargli le regole.

Dall’altro lato c’è sua moglie Wendy, il cui personaggio col tempo ha avuto una crescita psicologica persino superiore a quella di Marty. A differenza del marito, Wendy sa passare da un estremo all’altro in una frazione di secondo, e i drastici mutamenti della sua personalità vengono avvalorati da un’interpretazione pazzesca di Laura Linney che in questa stagione si dimostra più volte una spanna sopra tutti. Per Wendy le attività “professionali” ormai rappresentano tutto e non vuole arrestare la crescita di quello che definisce come il marchio “Byrde”, per nessun motivo al mondo. Non che per lei la famiglia non sia importante, ed anzi di fronte alle difficoltà spesso in questa stagione la vediamo piangere e disperarsi, trovando conforto in una bottiglia di vodka e nelle parole del più razionale Marty, ma quando si tratta di scegliere tra gli affari e mettere a repentaglio la sua famiglia ha di sicuro una soglia di accettazione del rischio superiore a quella del marito.

È così anche nel particolare rapporto col fratello Ben Davis (Tom Pelphrey), una sorta di imitazione di Keanu Reeves e nuovo innesto in Ozark 3. Ben ha dei disturbi mentali, è bipolare e torna a sorpresa nella vita dei Byrde, non sapendo nulla dell’evoluzione degli affari di famiglia durante gli ultimi anni. Capirete bene quanto una persona così possa stravolgere la situazione, soprattutto se poi a questo aggiungiamo una love story con Ruth. Anche lei, per via dei traumi che ha vissuto è cambiata moltissimo e Julia Garner è un’altra di quelle interpreti che ha dato lustro ad un personaggio centrale nella storia, e che acquisirà ulteriore importanza in questa complessa stagione.

Ma ce ne sono tanti di personaggi che nell’arco dei 10 episodi che compongono Ozark 3 crescono e si sviluppano ulteriormente, riempiendo lo show di una miriade di spunti interessanti, aprendo dopo ogni plot twist ad una serie di scenari possibili e garantendo pertanto un ritmo sempre incalzante.

ozark 3

Merito certamente di un grande cast artistico, ma soprattutto di uno script che funziona a cui aggiungiamo, come detto in apertura, un’ulteriore serie di elementi che lo rendono eccellente.
Impossibile, ad esempio, non menzionare la fotografia, con quella prevalenza di tinte blu che pervade lo schermo fornendo ormai un’impronta peculiare allo show.

Uno show che si rinnova, o forse dovremmo dire si ricicla, di volta in volta e sembra poter non finire mai. Di sicuro non si concluderà questa volta, dato che il finale si chiude con un “nuovo inizio”, lasciando le porte apertissime ad una quarta stagione, suscitando un hype incredibile ancor prima di un annuncio ufficiale.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.