ATTENZIONE!!! QUESTO ARTICOLO CONTIENE SPOILER SU METAL GEAR SOLID V: THE PHANTOM PAIN!

Ora che il mese dedicato a Metal Gear Solid V è finito, e dato che probabilmente molti di voi lo avranno abbondantemente finito, è arrivato il momento di chiudere il cerchio con un articolo che vi riconsegni le nostre perplessità ed i nostri dubbi. Perché si, The Phantom Pain è un’opera monumentale, sorretta da un’invidiabile qualità tecnica e, soprattutto, da un gameplay sopraffino capace di tenervi calamitati allo schermo per la sua ricchezza e profondità. È un gioco ricco di interazioni ed intuizioni ludiche, antitesi perfetta di quello che era stato il quarto capitolo e, per questo, ancora capace di dire molto di sé dopo ore ed ore di missioni. The Phantom Pain è questo, come detto abbondantemente in sede di recensione, ma è anche un prodotto controverso ed ormai palesemente incompleto. È lo specchio di un disastro economico preannunciato, quello di Konami, e delle tensioni vissute dal suo creatore (quell’ultimo samurai che era Hideo Kojima) e come tale è un prodotto che si rispecchia in numerose perplessità. The Phantom Pain avrebbe dovuto raccontarci molto di un momento fondamentale della storia di Metal Gear ma finisce per creare più domande che risposte ed ecco perché abbiamo voluto riconsegnarvi questo articolo con 6 domande irrisolte di Metal Gear Solid V.

Che fine ha fatto il Sahalantropus?

Cominciamo subito togliendoci un dente doloroso. The Phantom Pain infatti non dà al giocatore alcuna notizia in merito al destino di due importanti personaggi Eli ed il ragazzo dai capelli rossi (che come saprete altri non è, come suggeriscono certi indizi, che Psycho Mantis). Orbene assieme ai due si legano anche le sorti del Metal Gear Sahalantropus e quelle della fiala contenente i parassiti di Skull Face. Non scervellatevi cercando una soluzione, la verità è che questo cospicuo buco di trama altro non è che il più grosso ed evidente risultato dei tagli effettuati da Kojima a causa dei turbolenti rapporti con Konami. Come accertato, infatti, nell’edizione limitata del gioco contenete il making of di The Phantom Pain, il gioco arrivato a noi è in realtà monco di un cospicuo numero di missioni che, in totale, sarebbero dovute essere circa 60 (parliamo ovviamente delle principali, escludendo le side ops). Questo bel gruppo di missioni mancanti avrebbe costituito il terzo capitolo del gioco che, come saprete, non esiste e che avrebbe portato alla soluzione della trama riguardante Eli ed il Metal Gear Sahalantropus nella missione 51. Sebbene le voci dicano che un terzo capitolo potrebbe anche essere rilasciato sotto forma di DLC, una versione pressoché completa di intro e finale della storia è disponibile proprio nel making of, nonché in internet, dove il video è stato condiviso da moltissimi possessori della limited per mezzo di YouTube. Vi consigliamo vivamente di vederlo, non solo perché la sua inclusione nel making of ufficiale del gioco suona palesemente come una volontà di Kojima di mettere i bastoni tra le ruote a Konami (come dire: “col cazzo che fate uscire un DLC con la roba che ho fatto io, preferisco dirlo a tutti”), ma anche perché i contenuti del video sono a dir poco fondamentali per più o meno chiudere le trame di The Phantom Pain.

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Code Talker e Kaz?

Forse non tutti ci avranno fatto caso, ma ad un certo punto del gioco, in una delle rare cut scene che vedono protagonista i personaggi che vivono con noi sulla Mother Base, cominceremo una breve discussione con Code Talker. Il vecchio scienziato/sciamano/amante degli hamburger parlerà degli archea come al solito salvo poi dare a Snake una curiosa raccomandazione: tenere d’occhio Kaz. Ora, sebbene nell’esatto momento in cui Code talker vi darà questa soffiata non sia chiaro il perché, le ragioni del vecchio si paleseranno alla fine del gioco, quando completata la missione 46 scoprirete un’importante verità su quell’uomo che ha venduto il mondo. Orbene qui capirete le motivazioni di Miller ma quel che ci lascia un po’ spiazzati è proprio il messaggio di Code Talker. Come faceva lo sciamano a sapere la verità? Ci sembra improbabile conoscesse il futuro o, ne siamo sicuri, avrebbe deliberatamente capito che parlarne con Snake era inutile. Il punto è che questo è l’unico momento (salvo una breve ma giustificata provocazione di Ocelot) in cui qualcuno metterà in dubbio in modo chiaro e conciso la lealtà di Kaz. Il resto del gioco semplicemente si concentra su altro, mostrando un Kaz più determinato che mai a vendicarsi ed un Code Talker intento a supportarci per ben altri motivi. Quindi come faceva Code Talker a sapere cosa avrebbe fatto Miller in futuro?

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Il codice MSX

Quello del codice MSX è un mistero che Metal Gear Solid V si porta dietro sin da Ground Zeroes. Già nel prequel di The Phantom Pain era infatti possibile rintracciare un nastro (il “Tape Vol 2”) in cui erano percepibili una serie di rumori che ricordavano moltissimo i suoni di caricamento dei sistemi MSX su cui, come ricorderete, fu sviluppato l’originale Metal Gear. Orbene il mistero relativo ai rumori MSX è stato recentemente (e in parte) risolto grazie ad un gruppo di utenti di Reddit che grazie ad alcuni programmi di emulazione sono riusciti a ricostruire la ROM nascosta nel gioco, decodificandola poi grazie ad un ingegnoso sistema di codifica. I dettagli li trovate in questa news il punto è: a che serve tutto ciò? Abbiamo tutti glissato la questione come easter egg ma la realtà è che il messaggio contenuto nelle schermate MSX (ovviamente in giapponese) è criptico e non ha alcun legame apparente né con il mondo dei videogame, né con il mondo del cinema, né con alcunché che possa identificarlo come “easter egg”. Traducendo le due schermate si ottengono rispettivamente un messaggio di configurazione dello schermo, ed una comunicazione rivolta direttamente a Snake che dice, più o meno: “Boss!! Sono Mano Yasuhiko, il tuo sottoposto. Ma chiamami Yasu. Ti spiego cos’è successo. La persona che è stata uccisa si chiama Yamakawa Kozo. Era il presidente di Sarakin.” Non si ha idea di chi siano Mano Yasuhiko o Yamakawa Kozo, quel che possiamo dirvi è che in gergo nipponico, una “sarakin” è una piccola società di prestiti che fornisce somme di denaro anche minime, ma con altissimi interessi. Se il significato del termine e il nome della società fittizia del messaggio siano connessi da una coincidenza non è dato saperlo come non è chiaro cosa diamine abbia voluto nasconderci Kojima.

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Perché Foxhound?

Come forse saprete o ricorderete, nel 1970 Big Boss, coadiuvato dal supporto di Roy Campbell, fondò la High-Tech Special Forces Unit FOXHOUND, meglio nota semplicemente come Foxhound. Per chi non lo ricordasse, una particolarità dell’unità Foxhound era quella di essere un’elite di spionaggio segreta non indipendente, ma piuttosto alle dipendenze degli Stati Uniti d’America la qual cosa portò, poi, all’abbandono di Big Boss che fondò (erano gli eventi di Peace Walker) i Militaires Sans Frontiers. Orbene stando alla storia ufficiale della serie, dopo aver abbandonato Foxhound, Big Boss vi tornò per riprenderne il comando nel 1992. Come è evidente tanto dagli eventi di Peace Walker che da quelli di Metal Gear Solid V, Big Boss è un soldato completamente sfiduciato dal controllo statale ed anzi, fonderà la sua intera ideologia sulla volontà di creare uno stato militare autonomo la qual cosa porterà, poi, alla ben nota fondazione di Outer Heaven (prima) e di Zanzibar Land (poi). Orbene vista la collocazione cronologica di The Phantom Pain ci si aspettava che questo capitolo desse un fondamento logico al perché Big Boss scelse di ritornare in seno a Foxhound e, dunque, alle dipendenze del governo americano, verso cui aveva già mostrato diffidenza alla conclusione dell’operazione Snake Eater. The Phantom Pain invece non tocca neanche marginalmente il tema, facendo invece molta leva sul sentimento radicato di Big Boss di creare un qualcosa di autonomo e lontano da qualunque ideologia e dittatura governativa. Non solo, per gli stessi motivi The Phantom Pain ignora anche volutamente il personaggio di Roy Campbell, senza neanche prendersi la briga di citarlo.

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Come nasce Outer Heaven?

Il discorso sulle ideologie di Big Boss appena concluso nel punto precedente non può che introdurci ad un altro discorso: Outer Heaven. Con Outer Heaven, oltre ad un luogo fisico, si intende infatti proprio il consolidamento delle idee di Big Boss, determinato a mettere fine alle speculazioni governative sulle vite dei soldati. Il concetto di Outer Heaven è spesso presente in The Phantom Pain il che è corretto sotto tutti i punti di vista (anche secondo la cronologia ufficiale della serie). Il gioco è pieno di indizi sull’imminente nascita di Outer Heaven e specialmente nel capitolo 2 del gioco Snake e i suoi cominciano a maturare l’idea che il gruppo di soldati al loro seguito deve, per forza di cose, diventare qualcosa di più. L’ambiguo finale del gioco non fa che avallare questa tesi come ben si può capire non solo da alcuni discorsi tra Snake e Ocelot, ma anche da alcuni fotogrammi in cui, al posto del logo dei Diamond Dogs, è invece presente quello di Outer Heaven. Il punto però è uno solo ed è, a nostro dire, fondamentale: come e perché i Diamond Dogs sono diventati Outer Heaven? Ma soprattutto se lo stato militare di Big Boss è così fondamentale nelle trame di Phantom Pain (e diavolo se lo è!) perché nessuno si è preso la briga di chiudere questo cerchio? A dimostrazione della consacrazione dei sogni di Big Boss c’è infatti solo qualche fotogramma del video finale che, come evidenziabile da alcuni indizi (Operation Intrude N313 vi dice nulla?) è ambientato ben 11 anni dopo il risveglio dal coma di Venon Snake, ossia nel 1995, regalando al giocatore non solo un altro buco narrativo ma anche congetture, domande, dubbi e poco più.

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Il demone dentro

Nonostante il finale del gioco, che grazie ad un furbo lavoro di retcon spiega il perché Big Boss non fosse effettivamente morto nel primo Metal Gear, The Phantom Pain non si prende comunque la briga di spiegare il perché Big Boss sia passato dall’essere un eroe a divenire un villain e, nello specifico, l’antagonista dei primi due Metal Gear. Anzi, siamo onesti, nonostante le varie e dolorose vicissitudini che portano il personaggio a vedere se stesso come un demone, il più delle azioni del Boss mostrano quanto egli sia profondamente savio e ligio ai suoi principi ed ai suoi uomini. Nonostante porti dentro di sé un lato oscuro, Big Boss finisce praticamente sempre e comunque per fare la cosa giusta, accettando infine persino il suo “ruolo”… e non diciamo di più. Nonostante sia un personaggio decisamente ambiguo, siamo comunque lontanissimi dal folle e malvagio Big Boss del primo Metal Gear per MSX e poiché a quello snodo narrativo il gioco, bene o male, arriva, noi comunque non possiamo spiegarci in alcun modo come a quella follia si arrivi se non per mezzo di congetture che lasciano sempre e comunque il tempo che trovano. Il fatto poi che il personaggio sia praticamente muto, non aiuta a capirne sempre le motivazioni più profonde.

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Les Enfants Terribles

Chiudiamo la lista delle nostre domande (almeno delle maggiori) post The Phantom Pain con un qualcosa che francamente avremmo voluto scoprire nel corso delle ore di gioco e di cui certi indizi sembravano suggerire una cospicua presenza. Se siete arrivati a leggere fin qui lo saprete: Eli è di fatto Liquid Snake, il figlio/clone di Big Boss. In effetti si trattava un po’ del segreto di Pulcinella visto che, a ben vedere, buona parte delle congetture pre-uscita del gioco si sono mostrate vere. Ordunque vista la natura di Eli e l’ambientazione cronologica del gioco non deve meravigliarci se in The Phantom Pain si parli spesso del progetto Enfants Terribles. Ora, sebbene il gioco si concentri… più o meno… sul destino di Eli, gli altri due cloni di Big Boss, ossia Solid e Solidus, vengono volutamente lasciati da parte. Il fatto che praticamente tutti i personaggi se ne freghino di scoprire la verità sui cloni è poi ancor più strano. In particola, sebbene ci avrebbe fatto piacere rivedere Solid, quel che ci turba è ancora una volta l’assenza di Solidus, un personaggio non solo controverso, ma anche difficile da collocare nella timeline del gioco salvo che per le informazioni date in Sons of Liberty. Non dimentichiamoci poi che, a dispetto di quanto mostrato da Liquid (Eli è, a tutti gli effetti, un teen ager), sappiamo per certo che nel 1980 Solidus era già in guerra ed aveva addirittura adottato un figlio: Jack, il futuro Raiden. Perché dunque Solidus era già adulto e non ha subito lo stesso invecchiamento precoce  mostrato da Solid in Metal Gear Solid 4? O meglio, perché eventualmente esso si è arrestato? E infine, se pur ha subito un invecchiamento precoce allora di quanto precede la sua nascita rispetto ai twin snakes?

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