Arriva la smentita di AESVI: il PEGI 18 non rappresenta un divieto di vendita

Nella giornata di oggi molti siti di informazione italiani avevano riportato la notizia secondo cui l’AESVI, l’Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, avrebbe annunciato l’imposizione per legge del sistema PEGI, e che dunque sarebbe stata vietata dalla legge la vendita ai minori di videogiochi vietati ai minori di 18 anni.

In realtà si tratta di un’interpretazione errata della notizia originale, che, va detto, già di per sé non è chiarissima e infatti la stessa Thalita Malagò, direttore generale dell’AESVI, aveva avvertito di aspettare il testo definitivo del nuovo regolamento, che sarà attivo a giorni, smentendo dunque in parte quello che avrebbe causato un vero e proprio terremoto nell’industria videoludica.

La stessa Malagò aveva corretto il tiro tramite mail, precisando che il nuovo regolamento AGCOM (che come detto in apertura, entrerà in vigore a giorni, e ancora non ha un testo definitivo) impone sì un obbligo di classificazione, ma “non va a incidere sulla fase di vendita vera e propria, perché non rientra nelle competenze dell’Autorità”.

Dunque il PEGI resta lo standard di riferimento per la valutazione dei giochi, ma sembra che resterà una classificazione di massima e non dovrebbe dunque rappresentare un divieto di vendita.

Aesvi Pegi 18

La classificazione del PEGI avviene in più fasi. L’ente invia un questionario ai produttori, in cui vengono prese in esame gli eventuali contenuti considerati critici, e una volta ottenute le risposte, lo stesso PEGI rilascia una prima classificazione.

In seguito il prodotto riceve le valutazioni del VSC in UK e del NICAM in Olanda, e dopo una certificazione PEGI ufficiale, regolarmente aggiornabile (ad esempio in caso di DLC, come avvenuto anche con GTA Online e l’introduzione del casinò).

In attesa dunque di ulteriori e definitivi chiarimenti, lo ribadiamo: non esiste al momento il divieto di vendere ai minori videogiochi classificati PEGI 18.

Aggiornamento: riceviamo e pubblichiamo per ulteriore chiarezza la mail di rettifica della stessa AESVI:

Con la presente nota intendiamo rettificare quanto impropriamente attribuito alla nostra Associazione nell’articolo intitolato “Videogiochi per adulti vietati ai minorenni per legge. AESVI: “Nuovo regolamento PEGI in vigore a giorni” pubblicato dal sito DDay.it in data 29 luglio e fare chiarezza in merito al delicato tema oggetto di discussione.

Come prima cosa il regolamento a cui ci siamo riferiti nell’intervista non è né di AESVI né del PEGI, ma è un regolamento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM), già approvato a marzo scorso con delibera 74/19/CONS, che disciplina la classificazione di opere audiovisive per il web e videogiochi. Il regolamento è stato adottato sulla base della Legge Cinema n. 220 del 14 novembre 2016 e dal successivo decreto legislativo n. 203 del 7 dicembre 2017 secondo un processo decisionale pubblico che ha coinvolto gli operatori del settore, i rappresentanti dei consumatori e le istituzioni. La nostra Associazione, insieme a PEGI SA, l’organizzazione no profit che gestisce il sistema di classificazione PEGI in Europa, ha partecipato all’audizione pubblica e ai successivi lavori del tavolo di co-regolamentazione, con cui sono state definite le linee guida di applicazione del regolamento, in procinto di entrare in vigore.

Il regolamento in oggetto introduce per la prima volta in Italia l’obbligo di classificazione per i videogiochi distribuiti sul mercato italiano, che prima non era previsto. Obbligatorietà della classificazione significa che non potranno essere resi disponibili in Italia videogiochi privi di classificazione e quindi di indicazioni utili per orientare in modo consapevole le scelte di acquisto dei consumatori e dei genitori. Non significa invece prevedere un divieto o una sanzione per la distribuzione di videogiochi adatti ad un pubblico di età superiore ai 18 anni a minori. Questo è un tema che rimane nella decisione e nella responsabilità dei consumatori, e dei genitori, come peraltro succede per tutti gli altri prodotti di intrattenimento.

Tra tutte le industrie creative, l’industria dei videogiochi è il settore attualmente dotato degli strumenti più avanzati di autoregolamentazione a tutela dei consumatori:

  • Il sistema di classificazione PEGI riporta sui prodotti fisici e sulle piattaforme online tutte le informazioni necessarie a compiere acquisti consapevoli: raccomandazioni di età e descrittori in presenza di contenuti violenti, linguaggio scurrile, ecc.
  • I sistemi di controllo parentale consentono ai genitori di impostare: limite di tempo per le partite dei propri figli; divieto di esecuzione di videogiochi inadatti alla loro età; divieto di utilizzare carte di credito o portafogli virtuali associati al dispositivo per effettuare acquisti. I sistemi di controllo parentale sono integrati all’interno di tutte le console per videogiochi in commercio.
  • I produttori informano gli utenti dell’importanza di prendere delle pause durante il gioco di almeno 5 minuti ogni 45-60 minuti, come regola generale.

Tutti gli strumenti elencati sono estremamente efficaci, ma lo strumento di controllo in assoluto più importante resta il genitore. Giocare vicino ai propri figli e divertirsi con loro è il modo migliore di vivere l’esperienza di gioco in famiglia.

(Fonte: DDay.it)

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.