Nel catalogo Netflix potete trovare Blu miracle – A pesca per un sogno, un film per certi versi già visto, ma tratto da una storia vera e che cattura anche grazie a un’estetica eccezionale

Navigando nel mare dei film Netflix, cercando tra i “nuovi e popolari” potreste imbattervi in Blue Miracle – A pesca per un sogno.
Diretto da Julio Quintana, il lungometraggio in questione sembra – e di fatto lo è – una delle più classiche storie cinematografiche di sport, con un team scapestrato e con poche possibilità di vittoria che cerca comunque disperatamente di aggiudicarsela.

La differenza in questo caso è che Blue miracle – A pesca per un sogno è tratto da una storia vera ed anche piuttosto emozionante.

La casa famiglia protagonista della storia narrata da Blue Miracle

A Cabo San Lucas, in Messico, la casa famiglia Casa Hogar cerca di riunire tutti i ragazzini orfani della città, o quelli con famiglie che si trovano in situazioni di estrema difficoltà, per evitare che finiscano in strada e invischiati magari in brutti giri. I problemi economici però non mancano alla struttura, che deve sperare nei fondi di benefattori, e il devastante uragano Odile del 2014 sembra mettere definitivamente in ginocchio casa Hogar e il suo proprietario Omar (Jimmy Gonzales).

La banca fa pressioni, chiedendo oltre 100mila dollari entro 30 giorni, e dinanzi a una situazione così drammatica, l’unica possibilità che si presenta loro appare disperata ma anche affascinante: la Bisbee’s è una società locale che sta organizzando l’annuale torneo di pesca ad alta quota, e qui Omar decide di far squadra col burbero capitano Wade (Dennis Quaid), due volte vincitore della prestigiosa competizione ma ormai sul viale del tramonto e con una barca che non sembra poter gareggiare con quelle più nuove e attrezzate degli avversari. Tuttavia, pur di cercare di vincere di nuovo il torneo Wade decide di farsi aiutare dal Omar e dai suoi ragazzi, sognando quel premio finale di 250mila dollari, che seppur diviso tra i due garantirebbe a Casa Hogar un futuro fino a quel momento insperato.

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Nel blu dipinto di blu

Di certo di film per famiglie come questi, pur senza la pesca di mezzo ma con altre attività, ne abbiamo visti migliaia, tuttavia a rendere affascinante il prevedibile finale è l’assurdità di una storia vera che ha un non so che di magico e riesce persino ad emozionarci attraverso una carrellata fotografica che dimostra il miracolo di Omar e dei suoi determinati ragazzini.

Per il resto alla struttura tremendamente lineare e a una sceneggiatura abbastanza piatta, scritta da Quintana insieme a Chris Dowling, che volutamente non approfondisce il dramma della povertà, delle situazioni di alcune realtà come le case famiglia soprattutto in paesi già segnati da mille difficoltà come il Messico, Blue Miracle risponde con un’estetica ammaliante caratterizzata da una ricercatezza che sorprende.

È il blu in tutte le sue sfumature a dominare costantemente la scena, dalle strade, al pick-up, all’abbigliamento dei protagonisti, alle mura della casa famiglia, fino chiaramente al mare, in una modalità accattivante che cattura l’occhio per tutta la durata del film, ovvero poco più di un’ora e trenta, un altro dei pregi dell’opera di Quintana.

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Omar è un protagonista calmo e rassicurante, che non perde mai le staffe pur di fronte a una situazione drammatica, e di contro abbiamo il capitano Wade, scorbutico, nervoso e con un umore ballerino. Due opposti frutto delle solide performance di Gonzales e Quaid, che convergono in un finale che unisce e fa abbracciare tutti.

Blue Miracle non è di certo una novità nel panorama cinematografico, e possiamo comunque catalogarlo più facilmente tra i classici film sportivi per famiglie, eppure tra la sovracitata grazia di una fotografia e anche una scenografia accuratissime e un finale emozionante, rimane un’ora e trenta di intrattenimento che può regalare un pomeriggio o una serata di tranquillità e divertimento.

Blue Mirale – A pesca per un sogno è su Netflix dal 27 maggio 2021.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.