C’è qualcuno in casa tua è il nuovo slasher in casa Netflix

In quale modo potrebbe mai iniziare un film dal titolo C’è qualcuno in casa tua, se non ponendo al centro delle primissime inquadrature esattamente quel luogo lì, la casa. In un prologo semplice, ma ad effetto, la new entry nel catalogo Netflix stabilisce i rapporti di misura di quello che vuole andarsi a configurare come un ripensamento dello slasher movie, una sorta di Scream adattato alle fobie e alle vertigini delle giovani generazioni contemporanee.

Tra teen movie ed efferati omicidi

La regia di Patrick Brice, sopra lo script curato da Henry Gayden che va ad adattare l’omonimo romanzo del 2017 di Stephanie Perkins, c’entra subito il punto del discorso: lavoro di posizionamento nei vuoti degli spazi interni, un utilizzo minimalista dello score sonoro e molto sangue. Sembra quasi una piccola quanto fugace epifania, un inizio in medias res senza tanti perché ma che funziona alla grande.

Poi scartiamo e C’è qualcuno in casa tua si apre alla realtà di Osborne, piccola cittadina dell’entroterra statunitense la cui economia si basa sulla coltivazione di granturco. Perdiamo progressivamente anche il senso della casa come luogo fisico dentro al quale ci muoviamo, reso mobile dalle varie circostanze e che fuga quasi da subito la possibilità dell’home invasion.

Ciò che resta sono invece i brutali omicidi compiuti regolarmente all’interno della comunità liceale del posto, consumati con ferocia da un killer solito indossare maschere che riportano le sembianze delle proprie vittime. Di fatto, il film è alla radice un teen movie, con tutte le tipiche prerogative del genere e i caratteri di esplorazione e di inclusione dello spettro sociale di cui Netflix ha fatto buona norma.

La crisi della gioventù contemporanea

Quello che però percorre con particolare interesse il film Netflix C’è qualcuno in casa tua è come l’elemento slasher, cioè la matrice di violenza, vada a occuparsi della disintegrazione valoriale  giovanile. Non è intenzione del film farsi postulato teorico, ma nella scia di omicidi che sta piagando la cittadina sono agglomerate le derive e i torti di una gioventù sull’orlo della nevrosi, il cui isterismo si accentua esponenzialmente con l’emergere di quell’abisso a cielo aperto che è anche l’errato utilizzo dei mezzi social.

Siamo, concettualmente e con le dovute distanze, dalle parti dei ragazzi di Euphoria, tra abuso di psicofarmaci e una certa sfiducia nella sfera della sessualità. Sopra questo lavora abbastanza bene la regia di Brice, misurata, che rifugge soluzioni orrorifiche troppo semplicistiche e che fa terra bruciata attorno ai protagonisti (Sydney Park e Théodore Pellerin tra i principali), capace di rendere con efficacia un perenne senso di spaesamento che pervade il piccolo gruppo di coetanei di cui seguiamo le orme. E che forse avrebbe fatto ancora meglio fuori dalla briglia di canoni ai quali rispondere della piattaforma di streaming.

C'è qualcuno in casa tua

Le debolezze del film nel gestire il suo ragionamento

I problemi di C’è qualcuno in casa tua emergono però sul lungo, quando il film inizia a perdere fiato e sembra non saper bene come andare a gestire l’enorme e interessante voragine d’animo che è riuscito ad aprire fino a quel momento. L’ultimo terzo è sicuramente quello che fa meno presa (in totale siamo sull’ora e trentasei), attanagliato dalla necessità di dover andare a trovare una chiusa al discorso che sia conforme più al carattere squisitamente di genere che al ragionamento sociale messo sul fuoco.

La conclusione in sé è abbastanza prevedibile e la scelta del villain si riduce per certi versi a un appiattimento della costruzione di senso condotta sottotraccia fino a questo punto. Spiace soprattutto per il modo in cui i timori e le fragilità di una gioventù colpita nell’iconicità di alcuni retaggi simbolo (il quarterback, la ragazza conservatrice) sfoci un po’ nel nulla, smorzando sul più bello quel plus che avrebbe potuto differenziare maggiormente un film che, in fin dei conti, si limita al compito pulito e senza lode.

C’è qualcuno in casa tua è su Netflilx.

Alessio Zuccari
Laureato in Arti e Scienze dello Spettacolo all'Università Sapienza di Roma, al momento prosegue lo studio accademico del mirabolante mondo del cinema. Nel fare equilibrismo tra film, videogiochi e serie TV, si interessa pure attivamente alla sfera della critica cinematografica facendo da caporedattore per la webzine studentesca DassCinemag e autore all'interno delle redazioni di IGN Italia e StayNerd. Crede in poche cose, una di quelle è la Forza. This is the way.