Christmas Drop: Operazione regali è l’ennesima rom-com natalizia di Netflix, che non mette (quasi) nulla di nuovo sotto l’albero

L’operazione Christmas Drop è una tradizione iniziata nel 1952 che unisce l’utile al dilettevole, servendo come missione di addestramento per la U.S. Air Force, ma che consegna regali di Natale, medicine e beni di prima necessità in Micronesia. Da qui l’idea degli sceneggiatori Gregg Rossen e Brian Sawyer e del regista Martin Wood, non nuovo ai film di Natale, di realizzare la rom-com dal titolo Christmas Drop: Operazione regali, distribuita da Netflix (dal 5 novembre 2020).

Il plot e i primi minuti di visione ci rendono subito chiara una cosa, ovvero che questo film lo abbiamo già visto decine e decine di volte. Un grinch stravolge i suoi sentimenti nei confronti del Natale grazie all’incontro con una persona speciale, che gli fa comprendere attraverso gesti e parole come sia importante apprezzare questa festività.

In questo caso il bel Grinch è Kat Graham, nei panni di Erica Miller, una burocrate “contafagioli” del Congresso degli Stati Uniti d’America, totalmente dedita al suo lavoro anche a costo di rinunciare alla vita privata e sentimentale, e persino al Natale in famiglia quando riceve un incarico che il suo capo reputa fondamentale. Viene mandata infatti sull’Isola di Guam, nel Pacifico, per capire se vi siano i presupposti per far chiudere una base dell’Aeronautica militare.

Qui ad accoglierla trova il capitano Andrew Jantz (Alexander Ludwig; sì, proprio lui, Bjorn di Vikings), che per tutti è “Claus” e, come nei tanti film di genere visti e rivisti, iniziano le prime schermaglie tra i due, apparentemente così diversi. Il capitano tuttavia è convinto di riuscire a dimostrare alla Miller che l’Operazione è una missione fondamentale e che tutto sommato le spese affrontate sono molto contenute.

Il contrasto tra mondi diversi

Quello che in realtà ci fa sorridere amaramente è che Christmas Drop: Operazione regali sembri non rendersi nemmeno conto di come banalizzi un problema così grande come la povertà di quelle popolazioni e il totale contrasto tra quel mondo e il “nostro”, quando quasi con mancanza di tatto Erica Miller, pur nelle sue migliori intenzioni, offre la sua bella borsa griffata a una bambina dicendole “Tienila, così puoi metterci dentro le conchiglie”. Perché le conchiglie, probabilmente, sono tutto ciò che ha. L’importanza dell’operazione regali e il suo significato umanitario vengono così sviliti da una rom-com convenzionale, che cerca soltanto il modo di essere originale senza però riuscirci affatto.

Al netto di questo, certo, rimane il pregio di aver quantomeno portato tutti a conoscenza di una tradizione importante dell’Aeronautica Militare, che invia oltre 22 tonnellate di rifornimenti a più di 50 piccole isole dell’arcipelago, per oltre 20mila abitanti che, altrimenti, resterebbero totalmente isolati dal mondo.

Ma soprattutto resta una commedia leggera e che intrattiene innegabilmente grazie a quella magica atmosfera natalizia che si riesce a respirare ovunque, anche ai tropici, e che ci rende tutti più buoni, ammorbidendoci in fondo pure nel giudizio finale, di fronte al prevedibile e ovvio lieto fine della storia.

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Anche grazie alla perfetta alchimia tra i protagonisti Kat Graham e Alexander Ludwig, due star del piccolo schermo, e un’ambientazione fantastica che – come detto – riesce a mescolare la bellezza incontrastata della Micronesia con la magia del Natale, qui proposto in tutto il suo splendore in un tripudio di luci e colori che spesso ci fanno dimenticare di trovarci in una location esotica.

Senza dubbio Christmas Drop: Operazione regali, nonostante i problemi fin qui esposti e una struttura e un plot piuttosto triti, resta una classica commedia per famiglie che avrà la sua buona fetta di pubblico, guadagnando spettatori tra chi, senza troppe pretese, avrà voglia di vedere un film sul divano per passare un pomeriggio o una serata di relax, scaldati da allegria e positività, e dalle luci del Natale.

Tiziano Costantini
Nato e cresciuto a Roma, sono il Vice Direttore di Stay Nerd, di cui faccio parte quasi dalla sua fondazione. Sono giornalista pubblicista dal 2009 e mi sono laureato in Lettere moderne nel 2011, resistendo alla tentazione di fare come Brad Pitt e abbandonare tutto a pochi esami dalla fine, per andare a fare l'uomo-sandwich a Los Angeles. È anche il motivo per cui non ho avuto la sua stessa carriera. Ho iniziato a fare della passione per la scrittura una professione già dai tempi dell'Università, passando da riviste online, a lavorare per redazioni ministeriali, fino a qui: Stay Nerd. Da poco tempo mi occupo anche della comunicazione di un Dipartimento ASL. Oltre al cinema e a Scarlett Johansson, amo il calcio, l'Inghilterra, la musica britpop, Christopher Nolan, la malinconia dei film coreani (ma pure la malinconia e basta), i Castelli Romani, Francesco Totti, la pizza e soprattutto la carbonara. I miei film preferiti sono: C'era una volta in America, La dolce vita, Inception, Dunkirk, The Prestige, Time di Kim Ki-Duk, Fight Club, Papillon (quello vero), Arancia Meccanica, Coffee and cigarettes, e adesso smetto sennò non mi fermo più. Nel tempo libero sono il sosia ufficiale di Ryan Gosling, grazie ad una somiglianza che continuano inspiegabilmente a vedere tutti tranne mia madre e le mie ex ragazze. Per fortuna mia moglie sì, ma credo soltanto perché voglia assecondare la mia pazzia.